#Venezia72 – “Io sono un regista indipendente”, incontro con Zhao Liang

Reazioni più che positive qui al Lido per l’unico film asiatico in Concorso: Behemoth di Zhao Liang ha conquistato molti addedetti ai lavori tanto da considerarlo come un serio candidato al Leone

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Reazioni più che positive qui al Lido per l’unico film asiatico in Concorso: Behemoth di Zhao Liang ha conquistato molti addetti ai lavori tanto da considerarlo come un serio candidato al Leone d’Oro. Il regista è ovviamente lusingato e alle tante domande che gli vengono poste riguardo alla censura del suo Paese o alle possibili difficoltà risponde con estrema chiarezza “io sono un regista indipendente, i fondi utilizzati per questo film sono francesi, quindi per ora non c’è stato bisogno di sottoporlo alla censura cinese. Se in futuro decideremo di proiettarlo in Cina lo faremo. So che oggi qui a Venezia non ci sono giornalisti cinesi tranne un solo coraggioso. Non so, forse è frutto di un fraintendimento, perché in fondo nessuno ha visto il mio film sinora, quindi dovrebbero prima vederlo e poi farsi un giudizio”.

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Curioso il rapporto del film con una delle opere cardine della cultura italiana, La Divina Commedia, “si è vero, ma è stato un puro caso. Mentre giravo in quella città della Mongolia mi rendevo conto che aveva qualcosa dell’Inferno e allora i miei produttori francesi mi hanno suggerito di leggere Dante. Ecco, anche se lui scriveva con una sensibilità tipica del suo tempo, mi sembra che le connessioni con l’attualità ci siano tutte. E per questo ho deciso di utilizzare quell’opera nel mio film. Tra l’altro il nome della cittadina dove abbiamo girato è Paradiso, è una cosa curiosa questa”.

Evidenti nel film anche le ascendenze da videoartista di Zhao: “certo, in questo film volevo sia fare un documentario come gli avevo fatti in passato, sia unire tutta la mia sensibilità da videoartista. Unire queste due passioni liberando il mio spirito creativo”. Un film che affronta una tale tematica, le condizioni lavorative in Cina e l’effetto ambientale, ha certamente riflessi anche in Occidente, “all’inizio non avevo questo obiettivo, ma certo, questo è un film universale che tende a far ragionare tutti gli abitanti del Pianeta. Dovremmo sempre pensare che tutti i desideri individuali devono scontrarsi con la salute comune del nostro ambiente. Ecco perché questo non è un film solo sulla Cina ma soprattutto sulla modernità.” Non priva di difficoltà la lavorazione del film: “beh il problema maggiore è stato quello di convincere i responsabili della miniera di darci il via alle riprese. Abbiamo a volte ricevuto blocchi, altre volte ci sono stati problemi con il girato del giorno, ma con la giusta prudenza abbiamo fatto il nostro lavoro”.

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