#Venezia72 – Piero Messina e Juliette Binoche raccontano L’attesa

Il primo film italiano in concorso presentato questa mattina alla stampa è un’opera prima, diretta da Piero Messina e interpretata dalla grande star transalpina Juliette Binoche.

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C’era grande fermento questa mattina attorno al primo film italiano in concorso. L’attesa, diretto dall’esordiente Piero Messina, ha riscosso al termine della proiezione per i giornalisti molti applausi e qualche fischio. Alla conferenza stampa è stato subito chiesto al regista delle influenze del cinema di Paolo Sorrentino, vista anche l’esperienza come aiuto regista accanto all’autore de La grande bellezza. Messina ha voluto negare ogni possibile paragone: “Non ho pensato al cinema di Paolo mentre giravo ma a quello che volevo fare io. Ci sono ovviamente molti spunti letterari e personali e il film è stato preceduto da un lunghissimo lavoro di scrittura. L’idea iniziale però mi venne nel 2006 quando Mikhail Mamulashvili, il compositore di Iosseliani mio amico, mi raccontò di una persona che aveva tenuto nascosto un lutto per un’intero giorno alla sua famiglia. A quel punto anno dopo anno questa idea ha cominciato a prendere corpo”.

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Quando gli fanno i complimenti per lo stile onirico del film rispetto alla consueta ricerca di realismo del nostro cinema il regista rilancia così: “L’unico realismo che cerco  è il realismo emotivo. Il resto è verosimiglianza e non mi interessa. Però secondo me è ancora prematuro parlare di un mio stile. Anche se ho diretto molti cortometraggi e videoclip sono  al mio primo film e il mio metodo lavorativo è molto istintivo.Diciamo che ancora non sono sicuro su quello che voglio fare ma sono certissimo di quello che non voglio fare.”

Gran parte dei riflettori sono però andati all’attrice protagonista Juliette Binoche che ha raccontato Anna, il proprio personaggio, facendo riferimento al mistero che è capace di incarnare: “Tutto è mistero. Un attore deve saper cercare e trovare il mistero in ogni film e ogni personaggio attraverso l’amore, i sentimenti, il dolore. La performance e l’energia di una storia emerge grazie a un lavoro accurato sul personaggio, sul suo mondo e sulle sue emozioni e il risultato finale è frutto dell’interazione tra gli attori e tra l’attore e il regista”.L’attrice francese ha poi  detto di aver amato da subito la sceneggiatura ma allo stesso tempo, visto che il tema era quello del lutto, non voleva ripetere lo stesso personaggio di Film blu. “Una volta che ho conosciuto meglio Piero e il suo mondo mi sono convinta però a girare”.

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