#Venezia72 – Quando giro sono libero e non penso al mio pubblico. Incontro con Frederick Wiseman

L’incontro con Frederick Wiseman, regista di In Jackson Heights nel Fuori Concorso di Venezia 72, ha dimostrato la chiarezza delle sue idee, tanto precise e rapide le sue risposte.

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Quello con Frederick Wiseman è un appuntamento ricorrente qui a Venezia e quest’anno si rinnova con il fluviale Jackson Heights, lungo e composito lavoro sul multietnico e multi tutto quartiere newyorkese.
Parla a voce bassa e ha un’idea precisa rispetto al proprio lavoro, lo si comprende dalla rapidità delle risposte. Wiseman va subito al sodo, senza giri di parole.

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Il suo è un film sull’inclusione e incontra le tematiche dell’intolleranza e dell’omofobia, come mai queste fazioni non hanno parola nel suo film?
In verità non ho realizzato questo film per dare voce alle varie componenti del quartiere, ma per mostrare quali in realtà fossero. Nei miei film hanno sempre spazio i temi che riguardano le vite delle persone e soprattutto di quelli che vivono ai margini (transessuali, gay e lesbiche). Sono interessato a sapere cosa succede nelle loro vite.

 

Secondo lei perché Jackson Heights è un quartiere così diverso dagli altri di New

In Jackson Heights, Frederick Wiseman

In Jackson Heights, Frederick Wiseman

York e ha mantenuto nel tempo questa diversità?
Probabilmente perché è un quartiere che sta vicino a Manhattan, ma è più economico.

 

Questo è ancora un film su una comunità, è diverso fare dei film sulle comunità cittadine rispetto che realizzare film su altri argomenti?
Quando lavoro in un edificio ad esempio è più facile tenere sotto controllo l’intero mondo che ti gira attorno, quando invece si lavora su un territorio più esteso come un quartiere ciò che ti viene incontro e quindi puoi inserire nel film spesso è frutto della casualità. In questo caso per esempio è stato del tutto casuale incontrare una persona del quartiere che mi ha raccontato molti segreti di Jackson Heights e questo mi è servito molto nel fare il film. Spesso si tratta di un passa parola che ti aiuta.

 

Ha trovato resistenze tra la gente?
No non sono mai stato respinto. Jackson Heights è un quartiere in cui si trovano persone di tutte le classi sociali, ma non ho mai avuto problemi a girare.

In Jackson Heights

In Jackson Heights

 

Come mai ha scelto proprio questo quartiere di New York, in fondo in quel luogo succedono cose che accadono anche in altri parti del mondo…
Ho scelto Jackson Heights perché ho fiducia nella buona diversità anche se ci sono delle difficoltà e io nel film vorrei che si vedesse questa difficoltà. Per mia natura sono contrario alle generalizzazioni e a tutte le cose che si dicono rispetto all’immigrazione. Mi sembrano delle cose che mai succederanno quelle che ci racconta il candidato repubblicano Trump che vuole togliere il diritto di cittadinanza agli immigrati. Credo che invece che investire il denaro nella sua campagna elettorale farebbe bene a spendere i suoi soldi per fare realizzare dei documentari! In ogni caso credo che nessuno dei candidati alla Casa Bianca possa sperare di vincere senza il voto degli ispano-americani.
Io rispetto molto le persone che svolgono un compito sociale, gli attivisti, quelli che fanno qualcosa, invece che solo parlare. A Jackson Heights ci sono molti attivisti anche contro il business dei grandi proprietari immobiliari.

 

Ma questi gruppi che rapporto hanno con la politica e con il governo della città?
Non so dire esattamente, so però che il sindaco di New York è d’accordo con le idee di questi attivisti, ma subisce anche la pressione dei gruppi di interesse economico.

 

Nel suo cinema la camera da presa ad un certo punto sembra diventare invisibile,

In Jackson Heights, Venezia 72

In Jackson Heights, Venezia 72

come fa a non perdere nulla di ciò che accade…
Non è sempre vero. Ci sono molte cose che ho perso durante il mio lavoro. Poi in altri casi ho trovato persone che non amavano farsi riprendere. Io ho sempre rispettato questo atteggiamento.

 

In questi giorni c’è il caso, sui media di questa fotografia del bambino turco sulla spiaggia, che opinione ha lei delle cose che si possono e di quelle che non si possono fare vedere in televisione?
Soltanto una volta mi è capitato di non girare una scena ponendomi dei problemi ed ero al Metropolitan Hospital. C’era un uomo che lavorava nella metropolitana che accidentalmente aveva toccato i cavi dell’alta tensione. Ho deciso di non girare quella scena. Oggi penso che invece l’avrei dovuta girare. Anche in questo caso, credo che tutto quanto fa vedere gli orrori della guerra vada fatto vedere, l’importante è il contesto in cui il

materiale girato è fatto vedere.

Frederick Wiseman_1

Frederick Wiseman_1

Nel suo film sembra che ci siano pochi giovani, sembrano tutte persone in età…
Non mi sono posto questo problema. Nel film ci sono persone che hanno vissuto sempre in quel quartiere. Poi ci sono le famiglie che a loro volta hanno bambini piccoli…ma questi non hanno partecipato al film..

 

Che clima si vive a Jacksn Heights, che rapporti ci sono tra le diverse etnie?
Non mi sembra che ci siano problemi di convivenza tra le comunità e ho avuto l’impressione che le persone andassero d’accordo tra di loro. Non mi pare che ci siano particolari problemi di criminalità o di bande organizzate di malviventi.

 

Il suo è sempre un lavoro molto personale, si sente libero quando gira o pensa al pubblico che vedrà il suo film al cinema o in televisione.
Per me è impossibile sapere chi vedrà il mio film in sala o alla TV, si tratterà sicuramente di persone di diverse etnie che avranno metri di giudizio differenti per comprenderlo. Quindi si, sicuramente in questo senso mi sento e sono libero.

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