#Venezia73- La regiòn salvaje. Incontro con Amat Escalante

La regiòn salvaje (The untamed), film in concorso al Lido del regista messicano Amat Escalante. Incontro con l’autore, il cast e il produttore Jaime Romandìa.

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La regiòn selvaje (The untamed, titolo internazionale) è il controverso film in concorso al Lido del regista messicano Amat Escalante, prodotto da Jaime Romandìa e Fernando De la Peza. Un’opera accolta tiepidamente dalla stampa, che accetta il rischio di combinare generi differenti quali horror (passione dichiarata del cineasta per Dario Argento) e il fantasy, con l’intento di mostrare le controversie sociali presenti in Messico, argomento per lui scottante. “Il film è pieno di fattori come la giustizia, il machismo, il rifiuto della diversità sssuale, caratteristiche comunque presenti in ogni parte del mondo. Non vivendo a Città del Messico, bensì in periferia, ho costatato come questi ultimi aspetti siano esacerbati”. La pellicola è proprio ambientata nei sobborghi, specificamente nell’area di Guanajuato, in cui spunta una creatura tentacolare di cui ci si può servire per soddisfare appetiti licenziosi a causa della particolare anatomia dell’essere.”Credo che la realtà abbia superato la fiction, quindi, cercando altrove, ho trovato un modo di utilizzare la fantascienza per snodare certi conflitti. Amo l’ambiguità e mi piace proporre storie proprio attraverso il mistero”untamed_04NEW

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Il cast è stato spettatore per la prima volta di un evento: Escalante ha concesso loro la lettura della sceneggiatura.  “Sapevamo tutto quello che avremmo fatto prima delle riprese” dichiara l’interprete Edén Villavicencio, che nella vaghezza ha trovato tutto estremamente chiaro, avendo potuto scavare nel suo ruolo prima della lavorazione. Le attrici Simone Bucio e Ruth Ramos, parlano del femminismo presente nella pellicola e la prima fa notare che già la scelta di centralizzare la donna nel progetto sia stato un chiaro segnale. Inoltre non è solo la creatura a vitalizzare la donna: c’è un do ut des.

Escalante non si aspetta grandi controversie nel suo paese d’origine a causa di questioni ben più urgenti da appianare. “Per me l’importante era essere onesto con il pubblico, magari qualcuno potrà offendersi, ma come creatore è difficile sapere come sarà il risultato finale”. Il produttore Romandìa è al suo quarto lavoro con il regista. “Penso che il mio compito sia quello di aiutare Amat a introdurre la sua visione nel film; ciò provoca reazioni disparate, ma trovavo interessante l’imprevedibilità di questo prodotto”.

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