#Venezia73 – “Non rappresento il maschio moderno”. Kim Rossi Stuart parla di Tommaso

L’attore ha presentato oggi il suo secondo film come regista, diretto a 11 anni di distanza da Anche libero va bene. In sala da giovedì 8

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“Questo film è dedicato a tutti coloro che rischiano qualcosa. Per andare a recuperare quel bambino interiore che è in lui”. Così Kim Rossi Stuart ha parlato oggi di Tommaso, sua seconda opera dietro la macchina da presa realizzato 11 anni dopo Anche libero va bene. Il film uscirà in sala da giovedì 8.

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Parlando dell’ideazione del progetto ha detto: “Sono partito da più cose contemporaneamente – ha esordito Kim Rossi Stuart – e innanzitutto dalla ricerca di un tema da esplorare. In Anche libero va bene c’era un bambino, qui un adulto. Ma entrambi sono ingabbiati dal retaggio familiare”. Sul protagonista ha aggiunto: “Non era nelle mie intenzioni quella di rappresentare il maschio moderno, Non sono un sociologo. Se invece si guarda dentro se stessi, riusciamo a far emergere un quadro più veritiero di noi stessi”.

kim rossi stuart sul set di tommasoParla poi dei personaggi femminili, interpretati da Jasmine Trinca, Cristiana Capotondi e Camilla Diana: “Non ho voluto solo attrici brave ma anche che fossero funzionali alla storia. Le prime due (Trinca e Capotondi) dovevano essere quasi perfette per contrastare le nevrosi di Tommaso. Per il personaggio di Sonia (interpretata da Camilla Diana) avevo cercato inizialmente una vera ‘ragazza di campagna’. Ma non la trovavo. e mi era accaduta la stessa cosa anche per il bambino di Anche libero va bene. Quando poi ho incontrato Camilla, inizialmente mi ha suggerito un altro tipo di personaggio”.

Si sofferma poi sulla presenza dei vermi: “Hanno una connotazione esplicita e appaiono come un elemento sgradevole legato anche alla sessualità”. Sulla commistione tra il registro comico e drammatico: “Spero che si siano amalgamati bene. Anche libero va bene era un film sullo stomaco, molto emotivo. Questo invece è sulla mente”. Si suggerisce infine un paragone con L’uomo che amava le donne ma lui lo scansa subito: “Per me Truffaut è un idolo ma non penso che quello sia uno dei suoi film più riusciti”.

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