Un avvocato d’elite, Shigemori, deve difendere Mikuma sul quale pende un’accusa di omicidio risalente a 30 anni prima.

L’impianto accusatorio è confermato dalla confessione di Mikuma, che rischia una condanna alla pena di morte.

Le indagini di Shigemori, la scoperta di nuovi indizi e la raccolta di testimonianze inedite dei familiari della vittima, seminano il dubbio ed incrinano le certezze su un caso tornato improvvisamente tutto da riscrivere.

Hirokazu Kore’eda, classe 1962, torna in concorso al Festival di Venezia, dove nel 1995 ha ricevuto un premio per Maborosi (Maboroshi no hikari, La luce dell’illusione), il suo lungometraggio di esordio, nominato per il Leone d’oro e vincitore del Premio Osella per la fotografia, in cui disegna il ritratto di una donna alle prese con le proprie ombre.

Qualche anno dopo è la morte ad attirare la sua attenzione, vera o presunta, tema affrontato in After Life (Wandafuru Raifu, 1998), per tornare qualche anno dopo alle faide ed ai commerci criminali giapponesi nel film Distance (2001).

La definitiva consacrazione arriva nel 2004  a Cannes con Nobody knows (Dare mo shiranai), il racconto straziante di un gruppo di bambini abbandonati dalla madre in un appartamento di Tokyo. Yûya Yagira, giovanissimo protagonista, si aggiudica per la sua interpretazione il premio come miglior interprete maschile.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Plr3V4TYBQE]