#Venezia74 – Il colore nascosto delle cose (Emma). Incontro con Silvio Soldini e il cast

Presentato oggi fuori concorso Silvio Soldini ci racconta la genesi del suo film, la storia di Teo che si innamora di Emma, donna non vedente che gli insegna a guardare oltre all’apparenza.

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Presentato oggi nella sezione Fuori Concorso e in uscita nelle sale italiane domani, Il colore nascosto delle cose (Emma) di Silvio Soldini prosegue una riflessione maturata già da un po’ di anni nei confronti delle persone non vedenti. Il film racconta infatti la storia di Teo (Adriano Giannini) pubblicitario un po’ alla deriva, che un giorno incontra Emma (Valeria Golino), un’osteopata cieca dall’età di 17 anni. Fra i due inizia una relazione che porterà Teo a guardare la vita con occhi diversi. “Con il mio documentario Per altri occhi ho imparato che molto spesso la vista ci porta a giudicare, a vivere in superficie. Stando sempre a contatto con i non vedenti invece ho capito quanto loro vanno in profondità. E questo è ciò che il personaggio di Teo deve imparare, essendo un pubblicitario abituato a vivere sempre in un mondo dove conta moltissimo l’apparenza. Con gli sceneggiatori (Davide Lantieri e Loriana Cerri) abbiamo letto il soggetto a delle ragazze cieche da cui abbiamo davvero ricevuto un ascolto davvero profondo. Dopo la lettura hanno fatto molti commenti; avevano già visto il film nelle loro teste. Il punto è che si vede anche senza occhi.”

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I due sceneggiatori hanno compiuto un approfondito lavoro di ricerca, incontrato molte persone non vedenti, aiutate anche dal lavoro fatto precedentemente da Silvio Soldini.
Il lavoro dei documentari di Silvio” continua Loriana Cerri “ci ha aperto molte porte. Nelle nostre ricerche abbiamo avuto a che fare con molte coppie ma erano per lo più composte da uomo cieco e donna vedente mentre il contrario era difficile da trovare. Ma a noi ci interessava raccontare proprio quella situazione.
È stata un’esperienza molto bella non solo sul piano umano ma anche su quello professionale” racconta Lantieri. “Ho imparato l’attenzione all’esattezza, abbiamo passato giornate a studiare ogni singola sfumatura e ogni singola parola della sceneggiatura e delle interviste che abbiamo fatto.

Non solo gli sceneggiatori e il regista si sono immersi nel mondo dei non vedenti. Valeria Golino ci racconta la sua preparazione per il personaggio di Emma scherzando sul fatto che ci vorrebbe tutta la giornata per descrivere il lavoro compiuto: “Il percorso di preparazione è stato davvero intenso ma ho incontrato persone che mi hanno subito accolto e aiutato. Riassumendo potrei dire che la prima difficoltà è stata non vedere vedendoci, riuscire ad avere un’astrazione da ciò che avevo davanti. Grazie all’autodeterminazione ho avuto dei momenti di grazia in cui quasi non vedevo più…La seconda difficoltà poi è stata riuscire a non far passare sentimenti ed emozioni attraverso gli occhi. Questo per un attore è quasi il contrario di ciò che è abituato a fare.”
E anche se Emma è la vera cieca del film per Adriano Giannini è il suo personaggio ad essere il vero non vedente: “Teo è un personaggio terribile, un disgraziato, all’apparenza un pubblicitario dinamico e inserito ma in realtà un uomo che è in fuga dal suo passato. Emma lo costringe a guardarsi dentro, a trovare finalmente lo sguardo che lo porti al di là delle apparenze.”

Altra componente del cast la giovane attrice Laura Adriani che interpreta Nadia, una ragazza diventata cieca da poco a cui Emma fa ripetizioni di francese aiutandola in realtà  ad abituarsi alla sua nuova condizione. “Ho subito amato il mio personaggio e Valeria che è una donna meravigliosa oltre che un’attrice strepitosa mi ha insegnato molto, anche se il suo personaggio è diverso essendo cieco da più tempo. Silvio mi ha guidato molto bene e dopo poco tempo ho trovato estremamente facile interpretare Nadia.”
La difficoltà” conclude Soldini “è sempre nell’accettare di essere diventato cieco, di andare in giro come un cieco, di essere visto dagli altri come un cieco. Poi però col tempo accetti  che la vita c’è ancora e che devi viverla. Il personaggio di Nadia racconta un po’ questo e nel film serve a mettere in scena il percorso che ha compiuto Emma quando era giovane

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