#Venezia74 – Nico, 1988. Incontro con Susanna Nicchiarelli e il cast

Ha aperto la sezione Orizzonti il film Nico 1988, della regista romana Susanna Nicchiarelli. La regista ha raccontato ai giornalisti del Lido la sua idea di biopic “al contrario”

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È iniziata oggi la 74˚edizione della Mostra del Cinema di Venezia e Nico, 1988, terzo lungometraggio della regista romana Susanna Nicchiarelli, ha aperto stamani la sezione Orizzonti. La narrazione del film si concentra sugli ultimi due anni di Christa Päffgen, in arte Nico, conosciuta, oltre che per la sua collaborazione con i Velvet Underground, anche per la sua carriera da solista. Nico, lungi dall’essere un biopic classico non racconta il momento di ascesa della cantante, ma bensì la sua vita negli anni 80, lontana dallo splendore idilliaco degli anni 60 in cui era una vera e propria icona . “Mi attirava l’idea del biopic all’incontrario“, racconta Susanna Nicchiarelli ai giornalisti. “La parte della discesa, quella dopo i Velvet Underground in realtà è la più interessante. Negli anni 80 Nico girava con la sua piccola band, faceva tour in quella strana Europa che ci sembra così distante ora. Mi sono focalizzata sui suoi ultimi due anni anche per evadere la classica struttura dei biopic che spesso li rende noiosi ossia quella di raccontare  la vita dall’inizio alla fine…In questo modo le vite poi finiscono per assomigliarsi tutte. Ho preferito focalizzarmi su una parte per raccontare il tutto

La regista, essendosi concentrata sul periodo meno noto della cantante tedesca, ha avuto a disposizione una quantità limitata di materiale. Ma questo aspetto della ricerca è in perfetto accordo con la linea del film. La regista, insieme all’attrice danese Trine Dyrholm che interpreta Nico, racconta di avere preferito lavorare con poche immagini a disposizione:”È stato molto divertente perché non vieni influenzato dalla realtà, ma crei tu il personaggio attraverso i ricordi di chi c’era e i racconti di chi l’ha conosciuta. Anche per il materiale di archivio, quello con la vera Nico che appare nel film, ho deciso di usare le riprese di Jonas Mekas. L’ho contattato per chiedergli il permesso di usarlo e lui mi ha risposto subito dicendomi però che Nico si vedeva molto poco in quei fotogrammi. Per me infatti sono perfetti. E poi abbiamo ovviamente lavorato sulla musica di Nico…

Il mio approccio verso il personaggio”, spiega la Dyrholm, “È stato di studiare alcune interviste e concerti. Ma la vera chiave sono state le sue canzoni, trovare in quelle note la mia voce senza imitare la sua. E poi ho studiato molto il suo fisico. In un’intervista Nico dice di essere dispiaciuta di non essere nata uomo. da qui ho lavorato molto sul fatto che era un personaggio che non si adattava.”

Molti altri personaggi gravitano attorno alla cantante, a volte ispirati a persone realmente esistite altre volte invece inventati, costruiti su frammenti di racconti e ricordi. Uno dei personaggi inventati ad esempio è quello di Silvia, la violinista della band interpretata dall’attrice rumena Anamaria Marinca: ”Il mio è un personaggio di fantasia, e l’ho preparato attraverso la rivisitazione di un’era…e per farlo mi sono ispirata a mia madre a cui dedico il personaggio. Lei era un violinista che viaggiava al di fuori della Romania comunista dell‘epoca.
Al personaggio di Richard, interpretato dall’attore John Gordon Sinclair, è stato invece cambiato solo il nome. Si tratta infatti di Alan Wise, il manager di Manchester a cui la cantante si rivolse per far decollare la sua carriera negli ultimi anni della sua vita. “I due avevano un rapporto molto particolare, Alan è stato molto vicino a Nico, l’ha sempre protetta. Ebbero una storia d’amore, anche se Nico non riusciva ad esprimere amore per nessun altro”.
Per nessun altro all’infuori del problematico figlio Ari nel film interpretato da Sandor Funtek II, che ha raccontato di aver preparato il suo personaggio sia attraverso delle interviste che attraverso un incontro avuto col figlio della cantante.

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I due produttori Marta Donzelli e Paolo Del Brocco hanno chiuso la conferenza raccontando di essere entusiasti del progetto, soprattutto “per la capacità, attraverso il racconto di una grande cantante di raccontare quel particolare tempo storico. Abbiamo imparato molte cose nuove da produttori, soprattutto sul piano musicale…ed è importante per l‘Italia produrre film che possono essere lanciati su un piano internazionale.”

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