#Venezia74 – Tueurs, di Jean-François Hensgens e François Troukens

Se Heat rimane il testo fondativo di tutto il cinema action degli ultimi vent’anni, i due regi tentano di reiterare proprio quell’immersione sensoriale nel labiritnto di esistenze. Un buon film.

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Si inizia con i tueurs (assassini) in azione. Il colpo perfetto di Frank Valken (Olivier Gourmet) è messo a segno sullo sfondo di una Bruxelles notturna e terrorizzata. Qualcosa non torna però: muoiono misteriosamente molti testimoni incolpevoli della rapina e tra loro una famosa giudice… la domanda che i media iniziano a farsi è: esiste un collegamento con i fatti sangue accaduti nei primi anni ’80 (con l’allora banda degli “assassini folli”)? E perché il passato che sta riaffiorando proprio ora mette in pericolo la vita di Frank e addirittura gli equilibri politici del paese?

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Se Heat di Michael Mann – che a sua volta si rifaceva ai classici del polar francese – rimane il testo fondativo di tutto il cinema action degli ultimi 20 anni – qui è sin troppo evidente la citazione letterale dell’iniziale rapina al furgone – Hensgens e Troukens tentano di reiterare proprio quella manniana immersione sensoriale nel labirinto incrociato di esistenze. Aggiornandolo ai nostri tempi: non si fa mai riferimento ai recenti attentati di Bruxelles, ma è chiaro che questa visione cupissima di una città impaurita (e tentata dal varo di leggi ultrarestrittive…) rifletta apertamente sulla situazione europea contemporanea.

Tueurs appare allora decisamente più convincente nelle scene di pura azione e sospensione del tempo, perchè quando si inziano a disegnare trame oscure tra presente e passato – dai banditi agli uomini dello stato – il film si fa più macchinoso e denuncia qualche limite di sceneggiatura. Lo spirito del polar francese, però, sopravvive nel volto “segnato” di Olivier Gourmet regalando sprazzi di notevole astrazione. I due registi sanno ben catturare le altalene emotive di un attore capace di aderire con carne e sentimenti ai suoi personaggi, riuscendo ad “evadere” da ogni film…

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