#Venezia74 – Victoria & Abdul. Incontro con Stephen Frears e il cast

In anteprima mondiale Fuori Concorso, il ritorno di Frears è ambientato nella corte britannica: “Sono peggiorato nel corso del tempo… e poi, è un film da consigliare a Trump”

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Prima di partire con le domande dei giornalisti, assediati nella sala conferenza gremita, il regista riceve la comunicazione del Premio Jaeger-Lecoultre, perché dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. Victoria & Abdul è ambientato alla fine dell’Ottocento, quando il giovane commesso Abdul Karim si mette in viaggio dall’India per partecipare al Giubileo d’oro dell’anziana Regina Vittoria. Arrivato a Londra, Abdul si ritrova sorprendentemente nelle grazie della sovrana; i due instaurano un’improbabile e devota amicizia, mostrando una lealtà reciproca che la famiglia e la cerchia della sovrana cercano di ostruire. Abdul diventa rapidamente insegnante, consigliere spirituale e amico devoto della Regina, mentre il loro rapporto si rafforza e Vittoria comincia a vedere il mondo con occhi diversi, riscoprendo con gioia anche la propria umanità. Tratto da una storia vera, “più o meno…”, aggiunge Frears sui titoli di testa e lo ribadisce anche in conferenza: “è come Butch Cassidy, non sai fino a che punto sia vera la storia e in più credo il film vada considerato un dramma e non una commedia, come molti di voi sostengono”. L’evento storico è venuto a galla molti anno dopo la morte della Regina, intorno al 1920, grazie ai diari ritrovati e non completamente distrutti dalla famiglia reale. Presentato in anteprima mondiale Fuori Concorso, segna il ritorno di Frears all’ambientazione della corte britannica: “Sono peggiorato nel corso del tempo, faccio solo film sulla famiglia reale, ma non potevo perdere l’occasione di far riemergere una storia rimasta occultata per tanti anni”. Dopo lo straordinario successo di The Queen e il ritorno del Premio Oscar Judi Dench nei panni della regina Vittoria: “Non me l’aspettavo di ricevere questa parte. Ho un grande affetto verso questo ruolo, dopo aver interpretato già altri ruoli simili in passato. È come aver dato una forma di continuità al mio lavoro precedente. E poi, non avrei mai potuto dire di no a Frears”. La sceneggiatura è firmata dal candidato agli Oscar Lee Hall (Billy Elliot) ed è basata sul libro del giornalista Shrabani Basu intitolato Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest Confidant. Victoria & Abdul è un film presentato da Focus Features in associazione con Perfect World Pictures e BBC Films ed è una produzione Working Title in associazione con Cross Street Films.

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Vittoria-e-Abdul_Judi-Dench-Ali-Fazal_foto-dal-film-2Uscirà in Italia il 26 ottobre distribuito dalla Universal e Frears compiaciuto si è chiesto: “ho sempre pensato quale film avrei voluto vedere con Donald Trump…”. Ali Fazal è coprotagonista, interprete dell’indiano mussulmano e ha voluto sottolineare soprattutto il lavoro fatto per plasmare il suo personaggio: “Ho lavorato molto con Judi Dench prima di cominciare effettivamente le riprese. Essendo stata sepolta per molti anni questa storia, non ho potuto scavare particolarmente per ricevere informazioni sul personaggio, sul quale esiste poco materiale e quindi per certi versi ho dovuto inventarmi il ruolo. C’è un aspetto fortemente spirituale tra i due protagonisti, si stimolano reciprocamente. È un po’ come la storia tra il poeta Rumi e il derviscio errante Shams”. Judi Dench invece ha trovato cruciali alcuni punti caratterizzanti: “La relazione tra Victoria e Abdul è assai complessa perché lei sembra inizialmente innamorata, ma non è solo quello, c’è anche la gioia di sentirsi rilassati e veri senza le imposizioni cerimoniali. Per Victoria, Abdul è una finestra sul mondo, la scoperta degli altri”. Stephen Frears non ha voluto nascondere le assonanze con il suo precedente titolo del 1985, My Beautiful Laundrette: “l’unica differenza è che non c’è Daniel Day-Lewis e si perdono tutti i riferimenti sull’omosessualità, per assumere un aspetto più classico, canonico”.

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