#Venezia75 – C’est ça l’amour. Claire Burger debutta in solitaria

Alle Giornate degli Autori la regista di Forbach Claire Burger, nota per il film collettivo “Party Girl”, debutta in solitaria. La regista si rifà di nuovo alla sua vita privata. Con Bouli Lanners

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La regista francese Claire Burger sarà in competizione a #Venezia75 – per le Giornate degli Autori – con il film C’est ça l’amour (Real Love), suo primo lungometraggio realizzato in solitaria dopo una ricca carriera di riconoscimenti frutto delle sue collaborazioni con gli amici e colleghi della scuola Fémis, Marie Amachoukeli e Samuel Theis (Forbach, C’est gratuit pour les filles, Demolition Party), con i quali si era aggiudicata anche la prestigiosa Caméra d’or a Cannes 2014 con la pellicola Party Girl, film d’apertura della sezione Un certain regard di quell’edizione.

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Burger, originaria della città franco-orientale di Forbach, resta fedele anche questa volta alle storie vere di vita vissuta, in questo caso rifacendosi alla sua stessa biografia: il protagonista Mario ha dovuto affrontare l’abbandono della moglie; ora deve far fronte alle difficoltà quotidiane da solo, occupandosi come può della casa e delle due figlie adolescenti in piena crisi. Frida, quattordici anni, incolpa suo padre dell’assenza della madre e nutre sentimenti contraddittori verso la sua migliore amica. Niki, diciassette anni, sogna di lasciare anche lei la famiglia e passa tutto il suo tempo a divertirsi. Mario, nel frattempo, sembra continuare a sperare nel ritorno della moglie, ma realizza anche l’importanza di concedere a chi si ama il diritto di cercare la propria strada.
In quello che si configura come «sguardo collettivo sulle disfunzioni famigliari e sociali, in cui le soggettività si confrontano», Burger mette al centro della sua opera il poliedrico artista Bouli Lanners, celebre attore belga e regista dei film Ultranova, Eldorado, Les Géants e Les Premiers, les Derniers.

«Come nei miei lavori precedenti – ha dichiarato la regista – mi sono ispirata alla mia storia e alla cittadina dove sono cresciuta, Forbach, che quando ero piccola fu devastata dalla crisi delle miniere mentre la mia famiglia andava in pezzi per la partenza di mia madre. Questo film è per me un percorso di resilienza in cui accettare di perdere l’altro può alla fine condurre a ritrovarsi».
Burger ha girato il film tra le strade della città di Forbach chiamando a partecipare attivamente anche gli abitanti del luogo, per un totale di 850 comparse. Insieme a Lanners, la regista ha scelto di completare il suo cast con soli attori non professionisti.

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