#Venezia75 – Incontro con Vanessa Redgrave

L’attrice è al Lido per ritirare il Leone d’oro alla carriera, e per raccontare i primi passi nel mondo dello spettacolo da interprete e poi, a 81 anni, all’esordio da regista con Sea Sorrow

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A Vanessa Redgrave e David Cronenberg quest’anno va il Leone d’oro, riconoscimento alla carriera della Mostra di Venezia.
In occasione del premio, abbiamo potuto incontrare un’attrice che all’età di 81 anni ha avuto il coraggio di posizionarsi dall’altra parte della camera per parlare di un tempo politico a lei molto caro: il dramma che ruota attorno ai rifugiati politici.
La conversazione, aprendosi, sfiora questi temi su cui poi l’attrice tornerà più volte durante i suoi discorsi, sottolineando l’importanza che hanno per lei. Sea sorrow – Il dolore del mare parla di un dramma che negli ultimi anni si è trasformato in catastrofe, ma che anche lei da bambina ha vissuto in prima persona.
Racconta Redgrave: “Durante la Seconda Guerra Mondiale centinaia di bambini londinesi sono stati portati al nord della Gran Bretagna come rifugiati in difesa dall’invasione tedesca che si credeva sarebbe avvenuta a breve.”
Dai suoi racconti appassionati e dismessi pare che quest’esperienza, fatta dall’attrice quando aveva solo pochi anni, l’abbia formata da più punti di vista. Dice che da bambina, mentre era in quei campi di rifugio, avrebbe voluto lottare su una nave, così come faceva suo padre e altri suoi parenti, perché sentiva il peso della responsabilità e della volontà di voler contribuire per aiutare la Gran Bretagna. Così, partendo di questo, ci ha raccontato della sua prima esperienza con la recitazione.
La storia narra di due bambini, di uno scrittore, appassionato di teatro e di un’aspirante attrice su cui lo sceneggiatore scrive un soggetto ad hoc. Misero in scena uno spettacolo il cui ricavato degli incassi fu devoluto per aiutare la marina mercantile britannica. Fu forse questa allora la prima esperienza come attrice e contemporaneamente come donna impegnata per le ragioni sociali e della patria, vocazioni che la caratterizzano anche a più di 70 anni di distanza.
In seguito ad una domanda che presupponeva la carriera d’attrice come centro della sua vita, la Redgrave corregge l’interlocutore dicendo che lei fa parte di una generazione che è stata educata alla narrativa, al racconto. Sottolineando l’importanza della radio che ascoltavano tutti in religioso silenzio e delle trasmissioni metereologiche che a lei parevano scritte da Shakespeare.
E poi si lasciano i toni nostalgici per andare ad incarnare pienamente l’attivista politica che è in lei, quella forza che l’ha spinta a diventare regista. Ma i governi hanno ignorato le sue immagini e il suo messaggio, poiché essi, così come dice l’attrice, “hanno perso ogni comprensione della realtà, il senso di ciò che è reale per le civiltà.”
Il suo pensiero molto forte e deciso lo esprime con la forza combattiva che si sprigiona dagli occhi fino a concretizzarsi nelle sue parole. “Il nostro governo non capisce niente, fa delle cose di cui un uomo dovrebbe vergognarsi”.
Ma non si lascia troppo spazio prima che il tempo sia finito e Vanessa Redgrave con gli occhi commossi ringrazia per l’onorificenza ricevuta dicendo che questo per lei equivale ad “un po’ più di un miracolo”.

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