#Venezia76 – ZeroZeroZero. Incontro con Stefano Sollima, Roberto Saviano e il cast

Un’altra opera seriale tratta da un libro di Roberto Saviano prende vita sullo schermo di #Venezia76 dal regista italiano Stefano Sollima. L’incontro dopo la proiezione dei primi 2 episodi

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Produzione di Cattleya e Fandango, BartebyfilmSky Atlantic e Canal +, con regia di Stefano Sollima (Gomorra, Romanzo Criminale), le riprese di ZeroZeroZero, trasposizione televisiva dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano, sono iniziate nel 2018.

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La finalità del libro è quella di spiegare l’evoluzione dei cartelli sudamericani e messicani, raccontando la storia dei boss di quella che è la droga più famosa al mondo: la cocaina. L’adattamento è stato scritto da Leonardo Fasoli, Mauricio Katz e dallo stesso Sollima, interpretato da Andrea Riseborough (Birdman), Dane DeHaan (La cura dal benessere) , Gabriel Byrne, Giuseppe De Domenico e Adriano Chiaramida.

Serie italiana i cui primi due episodi sono stati presentati fuori concorso a Venezia76, insieme a The New Pope apre la strada alle nuove generazioni per quanto riguarda uno spazio sempre maggiore per le serie TV anche alla mostra del cinema di Venezia.

In ZeroZeroZero, attraverso una nave portacontainer, ci viene mostrato il viaggio che questa sostanza bianca fa dal Messico fino alla sua destinazione in Italia e il come essa influenzi l’economia mondiale e, di conseguenza, le nostre vite. “Siamo il motore dell’economia globale”,  è il messaggio che ci arriva forte e chiaro dal primo trailer reso pubblico.

La serie è finzione, ma le storie attingono sempre alla realtà; e in questo caso la storia viene portata sullo schermo senza mai essere spettacolarizzata. E in questo che consistono la cifra di Stefano Sollima e lo sguardo tipico di Mauricio Katz e Leonardo Fasoli: raccontare senza svelare.

Saviano parla di come la cocaina si compra in Colombia a duemila euro al kilo, arriva in Messico a quindicimila, negli Stati Uniti a ventisettemila, in Italia a ben cinquantaquattromila al kg, in Inghilterra settantamila sterline e quarantacinquemila in Spagna. Con diecimila euro di cocaina comprata in Sud America diventi milionario. La cocaina è l’unica materia comparabile al petrolio, e non esiste nulla al mondo che rappresenti una fonte di guadagno più redditizia, vista la facilità con cui può essere venduta. La serie non vuole concentrarsi solo sul narcotraffico, ma sul potere, sull’economia dei nostri giorni e, a detta di Saviano, su quello che è il capitalismo contemporaneo. Per l’autore del libro, l’unica soluzione è la legalizzazione, che interromperebbe subito questa vendita di massa, trasformando l’economia.

Anche il regista Stefano Sollima racconta di aver scelto il romanzo di Saviano perché osserva il narcotraffico da un’angolazione diversa. L’economia globale è colpita dal fenomeno del narcotraffico al punto che, non importa se tu ne fai uso, la compri, la rivendi o non fai parte nessuna di queste categorie, la vita di ognuno ne é influenzata. E questa è sia l’arma del romanzo che quella della serie, il motivo per cui quest’opera ha preso vita.

L’abuso di cocaina esiste perché la vita oggi è sempre più difficile, più pesante, ci si sente spesso sottopressione, si è poveri, si è tristi; chiunque può provare queste emozioni, e per tale motivo chiunque può usarla, anche chi non ci si aspetterebbe. L’uomo è sulla Terra per patire, nessuno può comprenderlo, nessuno può aiutarlo. Per i mafiosi, però, è importante la figura del Padre Eterno, in quanto lui solo può capire. La religiosità non è messa a caso in un mafioso: il gangster lavora per i soldi, il mafioso per il potere.

La prospettiva dello sguardo italiano in questi temi è davvero peculiare, avendo le mafie più antiche del mondo e avendo le organizzazioni criminali con più regole, a cui le altre si ispirano. Quando il Cinema racconta tutto questo deve avere un punto di vista alto. Il genere letterario che affronta questo tema è gemello di quel suo corrispondente che sta ora nascendo nel cinema italiano.

I boss non credono mai di essere amati o che vivranno una bella vita, anzi, sono pronti a soffrire, sapendo che lasceranno denaro e potere ai loro nipoti e pronipoti. Non ragionano in termini di “anni” come facciamo noi, ma in termini di “ere”: infatti, accettano le sentenze “fine pena mai” senza battere ciglio. La loro sofferenza riguarda solo loro stessi, mentre i loro eredi avranno aziende e la loro famiglia vincerà.

“L’etica mafiosa (anche se sappiamo che i mafiosi non hanno un’etica) coincide in molti punti con il ‘guadagna più che puoi, difenditi da tutto ciò che hai intorno e non ti fidare di nessuno. Neanche di te stesso’. “

Questa serie, nella sua trascendenza del racconto religioso, vuole sottolineare anche questo. ZeroZeroZero debutterà su Sky nel 2020.

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