Tra i tanti nomi femminili che costellano il programma di Venezia77, non passa inosservato il cognome di Gia Coppola, nipote di Francis Ford Coppola, che vedrà il suo Mainstream nella sezione Orizzonti.

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Nella stessa cornice lagunare dove dieci anni fa sua zia Sofia ha stretto tra le mani il Leone d’Oro per Somewhere, la giovanissima Gia (classe 1987) presenterà il suo secondo lungometraggio dopo Palo Alto, il quale nel 2013 aveva anch’esso fatto parte della sezione Orizzonti dell’allora 70esima edizione.

La giovane Gia è stata diretta sin da bambina dal nonno Francis Ford in un episodio di New York Stories (1989) e ne Il Padrino- Parte III (1990), dove ha prestato il volto alla nipotina di Connie Corleone. I suoi primi contatti con il mondo della regia sono nati sui set di Sofia Coppola che ha fatto lavorare Gia come assistente al personale del dipartimento costumi in Somewhere.

Mainstream vanta nel cast Andrew Garfield, Maya Hawke (figlia di Ethan e Uma Thurman), Nat Wolff (già presente in Palo Alto) e Jason Schwartzman e la proiezione veneziana sarà la sua anteprima mondiale. Il “mainstream” del titolo vuole essere un’indagine sul mondo della rete e dei social media. La pellicola infatti narra le relazioni fra le persone e il mondo dei social, fra le immagini reali e quelle costruite. Frankie (Maya Hawke), barista in un club di Hollywood insieme a Jake (Nat Wolff), il suo migliore amico (e a volte qualcosa in più), dopo aver incontrato un misterioso ragazzo, Link (Andrew Garfield), inizia a filmarlo e caricare online video di cui è il protagonista. Nei suoi video Link si prodiga in invettive anti-consumismo e piano piano il trio (ai due si è unito Jake) diventa famoso online. Nel momento in cui però il manager Mark (Jason Schwartzman) inizia a fare richieste per far crescere i guadagni, richieste che spingono Link a diventare ciò contro cui prima si schierava contro, Frankie inizia a chiedersi se anche lei si stia trasformando e stia diventando come Link, un mostro che ha contribuito lei stessa a creare?

Una riflessione sul potere del mondo che c’è ma non si vede, sulle sue conseguenze nel mondo reale e su come il virtuale sia percepito, sull’onda delle pellicole che hanno segnato negli ultimi anni l’entrata di internet come materia prima per il cinema (anche d’autore). Da The Social Network di David Fincher (dove figura tra gli altri uno dei protagonisti di Mainstream, Andrew Garfield) uscito nel 2010 e che per certi aspetti ha sicuramente rappresentato il biopic apripista di un certo cinema che, basandosi sia sul reale che sul fittizio, volge uno sguardo sul mondo del web. Snowden, Disconnect, Nerve e The Circle, sono tutti ottimi esempi di come Hollywood e dintorni abbiano adattato i loro soggetti al mondo invisibile della rete.

Anche le commedie americane hanno preso spunto dal mondo del web, da un lato Google con Gli stagisti (2013) diretto da Shawn Levy dove figura la coppia Owen Wilson-Vince Vaughn dall’altra il Cloud e le piattaforme del porno online, argomento principale di Sex Tape – Finiti in rete (2014) di Jake Kasdan con Cameron Diaz e Jason Segel. Anche l’horror ha approfittato dell’avvento di internet per creare i suoi incubi in Unfriended (2014) e Followers (2017).

Non ci resta che attendere l’arrivo a Venezia della giovane promessa di casa Coppola per vedere un nuovo approccio del cinema nei confronti delle grande rivoluzione digitale che ha cambiato il volto del nostro pianeta nel corso degli ultimi decenni.

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