#Venezia77 – Michel Franco e il Nuevo Orden del cinema messicano

Il regista di Chronic e La hijas de Abril promette una metafora sulla lotta di classe nel suo nuovo progetto distopico, in concorso a #Venezia77

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L’anno scorso il dominio messicano alla Mostra del Cinema di Venezia, che ha portato alla recente consacrazione di due autori come Guillermo del Toro e Alfonso Cuaròn, che hanno poi fatto incetta di premi nella rispettive edizione degli Oscar, è stato interrotto dal clown rivoltoso di Joaquin Phoenix.

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Quest’anno l’unico latino-americano presente in concorso (l’altra è Yulene Olaizola con Selva Tràgica ad Orizzonti), proverà con un film che parla di rivolta a riportare il Leone d’Oro nella sua Città del Messico.

Affermatosi con Después de Lucia, vincitore nella sezione Un Certain Regard del festival di Cannes, e Chronic, primo film inglese che gli valse il premio per la miglior sceneggiatura sempre sulla Croisette, con protagonista un glaciale Tim Roth; Franco vira prepotentemente verso l’Italia e sbarca al lido di Venezia 77 promettendo colpi durissimi verso gli spettatori.

“Un film molto duro, ambientato in un futuro prossimo e straziante come quello sofferto da molti paesi governati da governi totalitari.”

Alberto Barbera

Con Diego Boneta, Dario Yazbek Bernal (fratello di Gael) e Naian Gonzàlez Norvind il sesto distopico lungometraggio di Franco parla delle disparità di classe del popolo messicano.
Una continua lotta che avrà il suo punto di svolta quando una legione di poveri disgraziati deciderà di interrompere con la forza un matrimonio tra persone dell’alta borghesia.

Una vicenda che riporta alla mente la sequenza dell’irruzione dei poveri in Viridiana di Luis Bunuel.
Un’orgia di cibo, sesso e alcool che distrugge la sacralità della villa e attacca ferocemente l’alta borghesia, com’era solito fare durante tutta la sua carriera il regista spagnolo naturalizzato messicano.

Nell’ultimo periodo sono state moltissime le narrazioni sulle lotte di classe e le disparità sociali e guardando al contemporaneo si capisce abbastanza bene il perché..
Proprio la maschera di Todd Phillips è diventata un simbolo di protesta nel mondo.
C’è una voglia comune di rinascita, di (proprio come il titolo del nuovo film di Franco) un Nuevo Orden che ristabilisca la quiete in un periodo dove le città vengono messe a ferro e fuoco da quegli ultimi che col pugno teso in aria hanno deciso di rompere il giogo che li soffocava.

È forse uno dei periodi più caotici di sempre nella storia dell’umanità; un periodo che ci ha portato alla consapevolezza che c’è bisogno di ristabilire le basi di una società che va sempre più verso l’azzeramento.

Tocca allora a Franco, adesso, mettere di nuovo in scena quest’instabilità.
Dando voce e spazio a quel dolore lasciato sempre fuori campo in Chronic.

Il regista ha scritto la sceneggiatura cinque anni fa e ha parlato di come sia il suo progetto più importante e ambizioso in termini di produzione.
Otto personaggi e ritmi totalmente differenti rispetto al suo cinema.

Parasite prima e dopo Il buco su Netflix. Che sia il film di Michel Franco la prossima narrazione politica di successo in un cinema sempre più fantasma, conteso tra sala e streaming, alla ricerca di nuove modalità di fruizione e di un nuovo ordine?

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