#Venezia79 – Dead for a dollar. Incontro con Walter Hill e il cast

Fuori concorso a Venezia, Walter Hill porta un western sul cacciatore di taglie Max Borlund che bilancia tradizione e innovazione. Al Lido con Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnahan

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Walter Hill arriva alla Mostra di Venezia con Dead for a dollar, un nuovo film western accompagnato dal cast di attori Willem Dafoe (con cui aveva già lavorato anni fa con Strade di fuoco)Beniamin Bratt, Rachel Brosnahan e Christoph Waltz. L’incontro con la stampa si è molto incentrato sul genere western, che ancora oggi affascina molti registi tra cui Walter Hill che alla domanda sul perché sia interessato a questo universo risponde: “Sono tentato di dire non lo so, perché forse dobbiamo conoscere noi stessi e nessuno si conosce fino in fondo. Mi piace quel periodo, è forse un periodo nostalgico della storia americana che tutti noi conosciamo. Sono film divertenti da girare, questa è la risposta”.

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Più volte il regista afferma che il suo film cerca di dare valore alle tradizioni western ma allo stesso tempo li vuole anche superare come ha anche concordato l’interprete Rachel Brosnahan. E parlando di western alla conferenza non si poteva non citare Sergio Leone a cui Walter Hill riconosce un’influenza nei suoi film: “Quello che Leone ha donato è stato ripreso da tantissimi. In qualche modo ognuno di noi è collegato l’uno con l’altro. Quando ero un giovane regista dicevano che Kurosawa fosse influenzato da John Ford che a sua volta era influenzato da Griffith influenzato a sua volta da Dickens. Raccogliamo la nostra personalità in un quadro più ampio.”

Walter Hill parla poi delle difficili condizioni in cui si è ritrovato a lavorare, 25 giorni di riprese, tra problemi associati al Covid, al meteo e alla necessità di rimanere nel budget. L’attenzione passa poi agli attori e alla domanda su come sia stato lavorare con Walter, il regista sorridendo dice “a questa domanda forse dovrei uscire dalla sala!”. Ogni attore racconta di aver lavorato molto bene con Hill e del suo rispetto verso tutte le persone coinvolte nel film compresa la crew. Viene definito come una persona intelligente ma che crea spazi. Christoph Waltz ha fatto un discorso più ampio parlando della disciplina: “Sono convinto che la disciplina sia il punto di inizio per tutto. Disciplina nel pensiero, nell’azione e anche nelle emozioni. Soprattutto quando abbiamo una sceneggiatura da rispettare. Non è una cosa vecchio stile ma credo che siano le basi del nostro discorso, della comunicazione quotidiana e perché dovrebbe essere diverso sul set? L’idea che il set ci sia per farci del bene non è così.”

L’incontro si è concluso con un pensiero del regista sull’uso delle armi nei film e della loro influenza:“Non credo che nessun film promuova l’uso delle armi. E’ facile condannare l’uso della forza, ma sono state le armi che hanno liberato gli schiavi e i campi nazisti. È l’idea che sottostà a tutto. Tutti noi condanniamo questi terribili eventi che conosciamo. Credo che il problema sia la disponibilità non tanto l’uso. La morte e la violenza sono repentine poi finisce tutto, è così anche nel film”.

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