#Venezia79 – Il signore delle formiche. Incontro con Gianni Amelio e il cast

Il regista ha presentato in anteprima il suo nuovo film sul processo per plagio ad Aldo Braibanti. Presenti gli interpreti Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese e Sara Serraiocco

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In occasione dell’anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia del suo ultimo film in concorso dal titolo Il signore delle formiche, Gianni Amelio ha incontrato la stampa per rispondere alle numerose domande dei presenti. Il film racconta la vera storia del processo per plagio ad Aldo Braibanti, una delle pagine più scure della storia della giustizia italiana. Erano presenti, oltre al regista, Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco e Anna Caterina Antonacci.

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Il protagonista Aldo Braibanti in più momenti tratta in malo modo personaggi femminili. L’impressione è quella di una vaga misoginia, è quello che lei voleva far trasparire?

Gianni Amelio: assolutamente no, nel film Braibanti sgrida sia maschi che femmine senza distinzione di genere, non era una persona che cercava di piacere a tutti. Non ho voluto in nessun modo santificarlo, nel film è arrogante e presuntuoso sia con i giudici che con i più giovani. Il vero misogino è il personaggio dall’accento calabrese che parla dell’omosessualità come una malattia che richiederebbe il suicidio. Quella è una frase che ho inserito perché a me personalmente è capitato di sentirla. I personaggi femminili invece rappresentano uno spettro più che vario dell’essere donna in quel momento storico. La madre di Braibanti è una donna all’antica forte ma dolce e comprensiva, mentre la madre di Ettore decide di voler curare il figlio “deviato”, ma in ogni caso non va giudicata perché semplicemente figlia del suo tempo. La sorella del giornalista è invece la donna moderna sessantottina che combatte per i suoi ideali, una vera e propria minoranza in quegli anni che ricordo con grande chiarezza.

Braibanti è a tutti gli effetti un tuttologo, un intellettuale dalla cultura sconfinata. Come hai approcciato il personaggio e quale peculiarità della sua persona ti ha aiutato?

Luigi Lo Cascio: tante cose, ma in primis mi ha colpito il fatto di non conoscerlo, mi sono fatto un po’ schifo (ride). Quello che mi ha illuminato è stato quello che Carmelo Bene, che per me è imprescindibile, ha scritto su di lui. Per lui era un maestro, soprattutto per il modo in cui recitava i versi, e così ho capito di dover fare attenzione al modo in cui quest’uomo si esprimeva.

Il suo personaggio ha qualcosa di diverso rispetto agli altri, una visione più moderna e contemporanea.

Elio Germano: intanto il mio è un personaggio inventato quindi il mio lavoro è stato totalmente diverso. Si sente in continuo conflitto con chi ha intorno, lui che fa dell’onestà intellettuale il suo vessillo. Ai nostri giorni succede la medesima cosa, chi non si vende, chi non si piega e decide di seguire una sua visione onestà e personale spesso viene osteggiato o licenziato. Il mio personaggio è in disaccordo con la redazione dell’Unità, con il PCI, ma soprattutto con la persecuzione politica ai danni di Braibanti.

La famiglia del ragazzo “vittima” di Braibanti sembra aver cambiato cognome.

Gianni Amelio: no in realtà sono stato io a voler cambiare i cognomi delle persone coinvolte, a parte quello di Braibanti ovviamente. Non volevo farne un fatto personale ed in questo modo credo di aver creato dei personaggi simbolici ed universali, figli del loro tempo.

Secondo lei, questo caso così assurdo riesce a raccontare qualcosa dei nostri tempi?

Gianni Amelio: il momento che stiamo vivendo lo trovo molto inquietante, lo vivo con molto imbarazzo. Una campagna elettorale precipitosa e poco chiara oltretutto. Ma basta guardarsi intorno per vedere continui episodi di intolleranza. Un politico dice che ci dobbiamo “accontentare” delle unioni civili, mentre una donna in un video in rete chiama la polizia dopo aver visto due ragazze baciarsi. Il progresso non c’è ancora stato ma sono fiducioso nel futuro, guai a non esserlo. Con questo film volevo aiutare qualcuno a potersi sentire capito, compreso e accettato.

Il tuo personaggio si scontra con il bigottismo del Partito Comunista Italiano. Come sono cambiate le cose da quegli anni?

Elio Germano: quelli erano gli anni del movimentismo, anni di fervore in cui si cercavano vie alternative rispetto a quel partito storico e immutabile. Secondo me in questo momento i cittadini sono solamente dei consumatori, non sono ascoltati e a nessuno interessa della loro opinione. Ma una voce e un’opinione ce l’hanno, malgrado ciò che vorrebbero “loro”.  La rappresentanza parlamentare è sicuramente un problema da risolvere, è inconcepibile che ci sia larga parte della popolazione italiana che non si sente rappresentata in parlamento in nessun modo. In questo senso ciò che è rimasto del PCI, e davvero non so a cosa mi sto riferendo (ride), dovrebbe rifletterci a fondo, a partire dalle libertà individuali.

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