Ventotene Film Festival

Fino al 31 luglio

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Al via la 16° edizione dell'Isola di Ventotene Film Festival
Nasce il “Premio Pietro Germi”
 
Parte oggi la 16° edizione dell'Isola di Ventotene Film Festival, ideato e diretto da Loredana Commonara. Per festeggiare questo traguardo, si renderà omaggio al grande regista Pietro Germi con un premio a lui dedicato, che verrà consegnato nella serata conclusiva del 31 luglio.
 
Una piccola isola, circondata da un mare incantevole, sulla quale è sparso un abitato in cui vive una comunità i cui ritmi e i cui costumi ricordano da vicino una Italia che potrebbe essere uscita da un suo film degli anni sessanta e settanta: ciò potrebbe, forse, da solo, giustificare questo premio che deve la sua nascita a Mario Sesti e Loredana Commonara. In realtà il premio nasce, innanzitutto, dal desiderio di Linda Germi, figlia del regista, di esplorare la possibilità di iniziative che potessero riportare alla luce il valore e il prestigio del nome di uno dei più importanti registi italiani del dopoguerra. Desiderio maturato dopo aver seguito ed affiancato Mario Sesti in un  un lavoro di riscoperta e lettura critica dell'opera paterna da lui iniziato e che ha portato, nel 1997, alla pubblicazione di Tutto il cinema di Pietro Germi, per la Baldini e Castoldi, premiato come miglior libro di cinema dell’anno, ad Assisi. Un desiderio che la direzione dell'Isola di Ventotene Film Festival ha accolto con entusiasmo e che, da quest’anno, inizierà il proprio cammino.
 
Ma come è nato questo Premio? E’ la stessa figlia del regista, Linda, a raccontarlo:
 
"Alla fine degli anni '90, diversi elementi, forse occasionali, come il restauro di alcuni film di mio padre come Signore e Signori o Un maledetto imbroglio, i libri e il documentario di Mario Sesti sul suo cinema, la retrospettiva che gli dedicò a Siena Carlo Verdone, mi hanno spinta come non era mai successo prima verso una conoscenza più approfondita e accurata dei suoi film, ho imparato, così, davvero ad apprezzarli ed amarli. E' proprio per questa ragione che ho sentito sempre di più il desiderio di una iniziativa che, anno dopo anno, potesse consolidarne la memoria e impedire che il suo talento e il suo cinema inconfondibili venissero, come dire, un po' messi nel dimenticatoio, come è successo dopo la sua morte. Mi sono rivolta a Mario Sesti e dopo aver preso in considerazione diverse ipotesi abbiamo maturato la convinzione che un iniziativa del genere, un premio semplice ma serio – tutte e due qualità che, credo, sarebbero piaciute molto a mio padre – fosse il passo iniziale più giusto per la finalità che stava a cuore ad entrambi. Monicelli, che ringrazio di cuore, e che è stato a fianco di mio padre, oltre che suo amico, ininterrottamente, dal primo all' ultimo film, ha accettato senza riserve di fare il presidente della giuria e Mario ne sarà il direttore artistico. Spero che il Premio abbia una lunga vita e possa crescere fino a diventare davvero il segno distintivo di merito, talento e passione per il cinema"
 
La giuria sarà formata da Linda Germi, dalla Direttrice dell'Isola di Ventotene Film Festival, Loredana Commonara, dal Direttore Artistico del Premio, Mario Sesti, dalla giornalista e critico cinematografico,  Angela Prudenzi  e dal regista Mario Monicelli che ne sarà il Presidente.
 
Lo spirito è quello di costituire una segnalazione minuta ma precisa di attori o autori o produttori o tecnici che abbiano meritato tale premio, intestato ad un autore che nel cinema del dopoguerra era conosciuto come uno degli uomini di cinema più capaci del suo tempo.
 
I premiati di questa prima edizione sono Sergio Rubini e Lunetta Savino.
 
Sergio Rubini è un autore – attore, proprio come Germi, che nel suo cinema ha battuto generi diversi (dal dramma naturalista al giallo, dalla commedia al melodramma), una peculiarità del regista di In nome della legge, Il ferroviere, Un maledetto imbroglio e Sedotta e abbandonata.
 
Lunetta Savino è un' attrice che non solo è assai stimolante immaginare cosa avrebbe potuto dare  in un film di Germi (basti pensare alle commedie) ma che ricorda le grandi attrici e le grandi comprimarie della commedia, come Marisa Merlini, nell’ affrontare ogni scena ed ogni linguaggio con affidabilità e ricchezza di risorse.
 
“Spero che il Premio abbia una lunga vita e possa crescere fino a diventare davvero il segno distintivo di merito, talento e passione per il cinema" ha dichiarato Linda Germi e il consenso che l'iniziativa ha riscosso tra addetti ai lavori e semplici appassionati del grande schermo lascia sperare ad un percorso di crescita nel tempo.
 
“Germi è stato uno dei protagonisti più importanti della grande stagione del cinema italiano del dopoguerra. Un regista speciale che si era fatto da solo cominciando con il frequentare il Centro Sperimentale per poi arrivare piano piano sui set – dice Monicelli, che è stato uno dei compagni di strada e degli amici più vicini a Germi: lo ha affiancato nel primo film’ esordio, Il Testimone, come aiuto, e lo ha sostituito in quello che doveva essere il suo ultimo film, Amici miei, che non riuscì a girare perché si morì prima delle riprese – Era anche un attore di talento ed estremamente sensibile, e questo gli ha permesso di scoprire molti volti nuovi e di valorizzarne al meglio altri già conosciuti. Gli dobbiamo tutti molto, e io in particolar modo perché
mi ha lasciato in eredità un film, Amici miei, che oggi è considerato un classico. Non bisogna dimenticare, inoltre, che è il vero inventore della commedia all'italiana. Senza Divorzio all'italiana non esisterebbe quel tipo di commedia detta, proprio come il titolo del suo film, all'italiana
 
Dice invece Lunetta Savino sul regista cui il premio è intitolato: “Su Germi ho tanto da dire. Sto rivedendo tutti i suoi film e Il ferroviere è senz'altro fra i miei preferiti. Riesce a rappresentare quel dramma familiare in modo così autentico! La critica di sinistra, all'epoca, non aveva capito molto di questo grande artista. In L'uomo di paglia, quando sulla spiaggia fa finta di fotografare la moglie e il figlio e dice: "Bisognerà proprio che me la compri prima o poi una macchinetta, prima che diventiamo vecchi!" Come se volesse fermare quell'attimo di felicità, essendo già coinvolto dalla giovane Bettoia. Modernissimo anche quel personaggio. Un'operaio che tradisce la moglie era inaudito per l'epoca. E anche lì, la critica di sinistra non apprezzò: erano cadute da borghesi. Un operaio non è pensabile che tradisca. E invece il dramma era tutto lì, raccontato con tale sensibilità e attenzione per tutti i personaggi. Soldini nel suo ultimo film, ha cercato di raccontare una storia analoga, ma Germi è irraggiungibile”
 
E conclude Sergio Rubini:
“Per me è un vero onore ricevere questo premio, non solo perché considero molti film di Germi dei grandi classici del cinema italiano del dopoguerra ma perché quando ho realizzato il mio primo film come regista, La stazione, avevo naturalmente in mente lo straordinario protagonista del Ferroviere e, inoltre, avevo come aiuto regista proprio un figlio di Germi, Francesco. Per queste ragioni considero il nome stesso di Germi, straordinariamente importante per il mio rapporto con il cinema”  .
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