VERA – Incontro con Tizza Covi e Vera Gemma

Regista e attrice ci raccontano come è stato scritto e girato il film basato sulla vita di Vera Gemma. Il film che a Venezia79 ha vinto miglior regia e interprete di Orizzonti è in sala dal 23 marzo

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L’incontro con Tizza Covi e Vera Gemma si è tenuto al Cinema Farnese mercoledì 15 marzo. La co-regista (con Rainer Frimmel) e la protagonista di Vera hanno raccontato la storia del film, come è stato scritto, come è stato girato e le difficoltà incontrate nel rappresentare la realtà attraverso il filtro della macchina da presa.

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“Il film non è un documentario”, ha precisato subito la regista. “Il personaggio sono io e gli episodi che raccontiamo sono realmente accaduti”, ha aggiunto Vera, “ho interpretato il ruolo di me stessa. Non è stato facile, mi sono dovuta confrontare con un problema che vivo da sempre, il problema di accettarmi.”

Il film si aggira in quel reame tra finzione e realtà. La Covi racconta il suo metodo, “le sceneggiature che scrivo, le scrivo per i protagonisti. Rubo costantemente dalla realtà e costruisco la sceneggiatura così. Giriamo in 16 mm, siamo sempre in due sul set insieme all’assistente alla regia. Viene sempre tanto dagli attori, gli diciamo cosa dovrebbe succedere e poi vediamo che cosa succede. È sempre una via di mezzo tra quello che è stato scritto e le battute che portano loro.”

Vera Gemma conosceva già indirettamente Tizza Covi e Rainer Frimmel, “Mi ero innamorata del film La pivellina. Quando mi hanno contattata la mia prima risposta è stata che non avevo una lira per fare un film; è stata una bellissima sorpresa scoprire che non volessero soldi da me ma che mi avrebbero addirittura pagata.” Il Covid ha poi necessariamente rallentato i tempi del progetto.

Questione centrale, come nel film, è il paragone continuo con la bellezza. “Ho imparato che la bellezza è fatta di tante cose, per farlo ho dovuto confrontarmi con tanti aspetti diversi della mia vita. Mio padre non ha colpe, la mia famiglia però è sempre stata ossessionata dalla bellezza. È una cosa per cui io e mia sorella abbiamo sofferto abbastanza. Mio padre è diventato molto famoso grazie al suo aspetto fisico, poi col tempo ha dimostrato di essere un grandissimo attore ed è stato riconosciuto per la sua bravura. Lui, in buona fede, cercava di insegnarci anche a noi a non ingrassare, ad essere sportive, andare in palestra. Mia madre era ancora più ossessionata, “dovete accompagnare papà, come vi vestite?”, se dovevamo accompagnare papà dovevamo essere impeccabili”, ci racconta Vera. Traumi personali che diventano universali.

Il film è in realtà un collage di tante realtà. “La storia della truffa assicurativa è nata perché ero su un treno, viaggiando al sud di Napoli, e parlando con gli altri viaggiatori ho chiesto a un signore ben vestito, “Lei cosa fa nella vita?” e lui mi ha risposto “Sono un truffatore di assicurazioni.” “Ah bello, interessante! Come si fanno queste cose?” e lui mi ha spiegato tutto, lasciandomi anche un biglietto da visita. Abbiamo incluso questa storia perché Vera, nella sua bontà, nel suo non sentirsi mai abbastanza, sempre troppo generosa con tutti, è stata addormentata da un suo fidanzato in una stanza d’albergo per poi essere derubata” ha spiegato la regista.

Vera aggiunge, “Voi mi vedete ora al cinema con un film dove sono protagonista a 52 anni, dopo una vita di provini dove io non sono mai stata presa, c’era sempre un ‘ma’. È brava… ma…”

Il suo sguardo materno che troviamo nel film è altrettanto reale: “Amo i bambini, sia i miei sia quelli degli altri, trovo in loro uno stupore e una purezza da cui tutti dovremmo prendere esempio.”

“Di questo abbiamo approfittato in modo documentaristico”, aggiunge Tizza Covi, “quando Vera faceva i compiti con il bambino, lui si affezionava sempre di più a lei, le voleva bene e questo è il vantaggio di girare cronologicamente perché le relazioni si sviluppano davvero. Non è stato necessario dare troppe indicazioni, ormai il rapporto si era stabilito.”

Le citazioni cinematografiche che fanno da sfondo a tutto il lungometraggio, da Sergio Leone allo Scarface di De Palma; da Stanlio e Olio a Franco Citti, fino ad arrivare al palazzo di Amarcord, “raccontano il forte legame che Vera ha con il cinema, come il legame che la città di Roma ha con il cinema” ha commentato la Covi.

Vera ha poi aggiunto di aver sempre trovato un modo per esprimersi, per tirare fuori la sua arte: “Ho fatto la domatrice al circo, la spogliarellista a Los Angeles, in un modo o nell’altro ho sempre trovato il mio modo per essere artista. Alla fine tutto ti porta da qualche parte. E oggi, la vera, grande rivoluzione è essere se stessi” ha concluso.

Il film di Covi e Frimmel arriva in sala il 23 marzo dopo aver vinto regia e miglior attrice a Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.

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