VIDEOCLIP – Floria Sigismondi: incubi glamour

Passato e futuro, delicatezza e violenza visiva sono solo alcune delle opposte tendenze ottimamente sublimate nella videografia di un artista che senza troppi clamori ha influenzato in maniera seminale l'immaginario videomusicale (e non solo) degli ultimi 20 anni.

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Da che mondo e mondo le tv musicali sono l'altare su cui viene sacrificata l'apoteosi del glamour, pelli vellutate spesso e volentieri indistinguibili dal completo indossato dalle rockstar. In questo empireo di perfezione Floria è stata capace di imporre una propria visione "contraria", non opposta. Dove un tempo c'erano coreografie e balli coordinati ora a regnare sono movimenti febbrili e convulsi. Al posto di corpi nudi e perfetti innesti di metallo, troviamo costumi barocchi e minacciosi.

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Beautiful People di Marilyn Manson è forse il migliore esempio della cifra stilistica di una regista che ha creato un universo parallelo di decadenza vagamente "posh" in buona parte ancora indecifrabile. C'è tanto cinema nelle sue creazioni: Terry Gilliam ma soprattutto David Lynch e i suoi lucidissimi incubi fatti di una realtà sempre e comunque bifronte. Persino un gigante come David Bowie ha dovuto chiedere i servigi di Floria per il suo Little Wonder, brano che non a caso si proponeva di riciclare l'immagine sin troppo pulita e banale ostentata dal duca bianco negli ultimi anni. Folletti urbani, creature metalliche e misteriosi figuri dai riverberi mitologici popolano questo come altri clip, tutti accomunati da movimenti nervosi e irregolari. Come fossero intrappolati in un difettoso passo otto, i protagonisti dei video firmati Sigismondi sono costantemente in fuga, spesso braccati da figure apocalittiche sempre piuttosto indistinte. Questo il plot di 4 Ton Mantis di Amon Tobin, dove la cinepresa è invasa da un uso posticcio ed efficace degli effetti speciali per un risultato che assomiglia ad un impossibile cartone animato dal dna alquanto turbato. Carne e metallo vanno dunque a braccetto, magari persino bardati da "importantissime" tenute dal sapore ottocentesco.

Più che l'immaginario di Cronemberg però si ritrova l'influenza di un artista come H Giger e le sue pruriginose mostruosità aliene. Non sono forse tentacoli di questo genere quelli che cercano di scuotere dal loro solito aplomb gli Interpol di Obstacle n1? Orrido e sublime, appunto. Tornando a girare per Leonard Cohen (per lui uno dei suoi primi lavori nel 1993) il suggestivo In My Secret Life, Floria sceglie di utilizzare un elegante e sobrio bianco e nero. I movimenti di camera si fanno meno incalzanti ma certo non sparisce la sensazione di continua sensazione di minaccia celata dietro una messinscena capace di coccolare lo sguardo. Cohen è ridotto ad una semplice ombra a metà tra protagonista e fantasma, non per questo necessariamente benevolo nei confronti dello spettatore. Passato e futuro, delicatezza e violenza visiva sono solo alcune delle opposte tendenze ottimamente sublimate nella videografia di un artista che senza troppi clamori ha influenzato in maniera seminale l'immaginario videomusicale (e non solo) degli ultimi 20 anni.

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