VIDEOCLIP – Il viaggio solitario di Alanis Morissette

Dopo il successo del corso sul videoclip era naturale che Sentieri selvaggi se ne occupasse anche criticamente. Ecco quindi un nuova rubrica che tenta di analizzare i percorsi creativi e le tendenze in atto nel mondo dei video musicali. Iniziamo con Alanis Morissette cantante di talento di cui è recente passaggio dietro la macchina da presa

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INTRODUZIONE:
Con questa nuova rubrica Sentieri Selvaggi intende esplicitare i meccanismi e le dinamiche operanti nell’attuale scenario videoclip, analizzandone i percorsi creativi, le contraddizioni, le linee guida.
Nato come ancella del marketing discografico, il fenomeno vive oggi un momento di forte legittimazione mediatica, oltre ad un consolidamento artistico capace di trascenderne gli originari propositi commerciali; diviene infatti fucina per nuovi talenti cinematografici (Jonze e Fincher su tutti) nonché prezioso laboratorio teso a forgiare inedite soluzioni espressive, sintesi armonica tra immagine e suono.
La rubrica proporrà mensilmente tanto una retrospettiva dedicata alle videografie di artisti, band e autori, quanto un “focus on” incentrato sull’ultimo estratto delle relative produzioni.

RETROSPETTIVA:
-Il viaggio solitario di Alanis Morissette
Il passaggio di Alanis Morissette dietro la macchina da presa per i clip di “So Pure”, “Unsent” e “Head Over Feet”, svela il proposito di aderire con piglio autobiografico ai suoi stessi versi, mediante l’assidua esposizione della propria fisicità e il ricorso al topos letterario del viaggio. Il quale assume pure il significato di proiezione verso mondi interiori o tangibili, comunque accomunati da un pervasivo senso di solitudine.
“You Oughta Now” incarna la necessità di fuggire simbolicamente verso il deserto, evocato da tinte calde e acide, set fatiscenti e ombre distorte, in cui l’artista canadese trova rifugio confondendosi con la sabbia. Diviene invece elemento estraneo nel background cittadino di “You Learn” (Liz Friedlander), quasi un racconto di formazione a partire dallo stato iniziale d’innocenza, sino alla contemplazione dell’altro e della violenza umana. Prende dunque forma quell’approccio metamusicale consolidato definitivamente nei fotogrammi di “Ironic”, dove le note moltiplicano la cantante in quattro figure identiche; tuttavia lo sdoppiamento dura giusto il tempo del brano, poi ancora il vuoto.

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Il tragitto in automobile continua idealmente nel video di “Hand In My Pocket” dell’esordiente Mark Kohr, artefice di un intenso bianco e nero dal gusto nostalgicamente retrò. L’interprete guarda la vita attorno a sé con gli occhi di una bambina, mentre la melodia di fondo congela ogni attimo in un patinato slow motion. La medesima aurea di meraviglia si perpetua anche nell’evocativo “Thank U”: qui la Morissette gioca a carte scoperte con la propria icona, mettendosi a nudo, candida come una Madonna (le “pudenda” vengono rigorosamente censurate), eppure fertile, gravida, materna. Carne e spirito per una curiosa anticipazione del ruolo divino interpretato in “Dogma”, ultima opera di Kevin Smith.
Le liriche stranianti di “So Pure” trasfigurano il suo corpo nel panorama favolistico e romantico del musical, perfetto contraltare alla messa in scena minimale di “Unsent”. Nella terza (autoreferenziale) prova registica, Alanis si ritrae durante un prolungato dialogo con i vecchi partner, in cui le parole finiscono progressivamente oscurate dal pezzo, allorché il silenzio investe ineluttabile i due amanti.
“Head Over Feet” sintetizza infine la dialettica celebrità-naturalezza insita nell’iter creativo della cantante, cosciente della telecamera di fronte a lei ma al contempo spontanea e leggera; perché il brano scorre fuori sincrono indipendentemente dai suoi silenzi, esplicitando la necessaria artificiosità del clip. In “Hands Clean”, dopotutto, Francis Lawrence sceglie di relegare il volto della diva aldilà di uno schermo televisivo: il traguardo è stato raggiunto e il viaggio può dirsi completato, la figura di Alanis Morissette alberga ormai solo nell’etere.

FOCUS ON:
-“Precious Illusions” (Under Rug Swept, 2002) – Francis Lawrence
La trasfigurazione immaginifica di Alanis Morissette verso mondi lontani e orizzonti onirici, trova il suo definitivo compimento nel sorprendente “Precious Illusions”, clip di supporto al secondo singolo estratto dall’album “Under Rug Swept”. Il ricorso allo “split screen” illustra la profonda dicotomia vigente tra fantasia e realtà, laddove l’una continua a nutrirsi dell’altra in maniera simbiotica ma al contempo antitetica. La cantante proietta le quotidiane esperienze affettive in un contesto fantastico e patinato, incoronando il suo partner al grado di Principe Azzurro.
Francis Lawrence testimonia il transfert in atto mediante un apparato scenografico cartoonistico-teatrale, eppure spia con tanto di super8 i protagonisti (alla destra dello schermo) nelle loro vicende più “terrene”. Che risultano altrettanto false rispetto a quelle sognate, originando un’ingannevole finzione nella finzione.
D’altronde l’amore, per sopravvivere, deve sottrarsi alla quotidianità e immergersi nel mondo delle favole, triste parabola dell’adolescente medio di fronte al modello televisivo…


VIDEOGRAFIA:
-You Oughta Know (Jagged Little Pill, 1995) – Nick Egan
-You Learn (Jagged Little Pill, 1995) – Liz Friedlander
-Ironic (Jagged Little Pill, 1995) – Stephanie Sednaoui
-Head Over Feet (Jagged Little Pill, 1996) – Michelle Larita, Lanis Morissette
-Hand In My Pocket (Saturday Night Live 25, 1997) – Mark Kohr
-Thank U (Supposed Former Infatuation Junkie, 1998) – Stephanie Sednaoui
-So Pure (Supposed Former Infatuation Junkie, 1998) – Alanis Morissette
-Unsent (Supposed Former Infatuation Junkie, 1999) – Alanis Morissette
-Hands Clean (Under Rug Swept, 2002) – Francis Lawrence
-Precious Illusions (Under Rug Swept, 2002) – Francis Lawrence

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