VIDEOCLIP – Lievito Madre di Fulvio Risuleo, da Cannes 67

lievito madre
Originale e ben costruito, Lievito madre, il cortometraggio di Fulvio Risuleo, suo saggio di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia, si è aggiudicato il terzo premio all'ultimo Festival di Cannes a Cinéfondation, la sezione della Croisette dedicata alle scuole di cinema del mondo. Il corto racconta un insolito ménage à trois in cui il terzo incomodo è un panetto di levito madre

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Originale e ben costruito, Lievito madre, il cortometraggio di Fulvio Risuleo, suo saggio di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia, si è aggiudicato il terzo premio all'ultimo Festival di Cannes a Cinéfondation, la sezione del festival di Cannes dedicata alle scuole di cinema del mondo.

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Una giovane coppia, lui pianista lei una sarta, trova nel nuovo pianoforte del marito un panetto di lievito madre.

Il lievito madre è un impasto di acqua, farina e miele che se rinfrescato regolarmente cresce di giorno in giorno, con il fine ultimo di essere utilizzato nell’impasto di pizza, pane e quant’altro. Non si può compare, si fa in casa oppure si riceve in regalo. Si dice contenga delle proprietà nutritive fantastiche, che una volta che assaggi il pane fatto con la pasta madre non puoi più mangiare quello "comune".

È un impasto delicatissimo dove le quantità e la costanza sono fondamentali: basta saltare un "bagnetto" (così lo chiamano gli esperti), per ucciderlo. Sembra quasi richiedere le cure di un figlio.

Partendo da questa ossessione in cui è molto facile invorticarsi se si ha a che fare con il lievito madre, Fulvio Risuleo immagina un insolito ménage à trois dove il terzo incomodo, il panetto malefico per l’appunto, si insinua lentamente e prepotentemente nelle dinamiche della coppia.
Tutto inizia quando lui (Emiliano Campagnola) suonando il piano, si rende conto che il lievito si anima a suon di note: ed è subito amore. Si sveglia di notte per parlarci, lo tiene stretto stretto fino a consumare con lui un vero e proprio rapporto intimo, messo in scena da Risuleo ironicamente ma anche con grande poesia. Il sentimento del marito per il lievito madre, infatti, è una cosa seria, tanto seria da consumare la compagna (Virginia Quaranta, musicista, anche autrice della bella colonna sonora) giorno dopo giorno. E l’unica soluzione possibile e liberatoria per la povera donna, risiede proprio in cucina…

Lievito madre è un corto su un’ossessione, amorosa, farinosa, morbida, appiccicosa, raccontata con grande originalità e precisione. I due protagonisti svolgono entrambi lavori manuali, sono dunque abituati ad avere a che fare con la materia. La loro casa ricorda le case dei nonni, quelle dove il lievito madre era conservato nei barattoli sotto i panni da cucina, la luce in cui si muovono sembra un’emanazione del lievito madre stesso. I due bravissimi protagonisti quasi due personaggi fiabeschi e lui, il protagonista assoluto, il lievito madre, descritto come un personaggio vivo, che si emoziona con la musica ma esplode anche di gelosia. Peccato che il tre non sempre sia il numero perfetto…
 

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