VIDEOCLIP – "Schism", dei Tool

I Tool sono un gruppo che ha sempre affiancato alla propria inimitabile produzione musicale una ricerca visiva più unica che rara nell’odierno panorama dei video musicali. Mente creatrice di queste disturbanti, mistiche, misteriose, alchemiche visioni è Adam Jones, chitarrista del gruppo, esperto di effetti speciali e make-up.

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Schims Suoni provenienti da un’altra dimensione. Da uno spazio bianco, immacolato, prende forma uno strumento di precisione. Finisce il mantra sonoro, nello strumento inizia a muoversi una delle sue componenti, una dissolvenza ci trasporta in un nuovo spazio, il bianco si trasforma in tonalità di nero e blu scuro.
Inizia la linea armonica della chitarra in 5/4, la luce tende a scoprire ambienti misteriosi. E corpi. Si entra in contatto con nuove creature. Fili di corallo fuoriescono da un cranio. In una stanza angusta la creatura si muove, i suoi lineamenti ricordano quelli umani, ma con differenze significative. Un’altra creatura emerge da un pavimento sabbioso, simile alla prima, inanimata. Sembra di assistere ad un antico rituale, gesti simbolici.

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Cold silence has a tendency to atrophy any sense of compassion

Si entra in nuovo ambiente. I colori freddi e le luci glaciali creano una sensazione di assoluto distacco, di profonda solitudine, di angoscioso silenzio. I due esseri non riescono a toccarsi, a comunicare. I loro corpi acquistano e perdono di continuo consistenza, si dissolvono e riappaiono, occupando parti dello spazio che hanno intorno. L'ambiente in cui si trovano ricorda le gelide geometrie di una camera mortuaria.
Un corridoio da attraversare per raggiungere un altro ambiente. Ancora una sensazione di freddo distacco, di impossibilità comunicativa. Uno degli esseri inizia a compiere inquietanti movimenti animali. Viene raggiunto dall’altro. I movimenti oscillatori delle loro teste diventano più frenetici. Sembra un macabro rituale di accoppiamento.

Finding beauty in the dissonance

Finalmente avviene il primo contatto. Il volto, una maschera senza espressioni, con lineamenti alieni, incapace di trasmettere qualsiasi emozione. Una parte del volto viene estratta, quella contenete un orecchio. Inizia un’esplorazione epidermica di questi tessuti, visioni chirurgiche di materiali organici e vasi sanguigni, si entra in profondità in questi esseri, come per scoprirne la loro natura, la loro composizione.
Schims Dal collo di uno degli esseri esce fuori qualcosa di misterioso, la forma sembra essere quella del corallo, la consistenza quella di una ghiandola. Uno degli esseri inizia a tirare fuori il corallo per poi farlo cadere su un pavimento, dove si scioglie in una macchia sanguigna da cui vediamo emergere una nuova, inquietante forma di vita.

I know the pieces fit cuz I watched them fall away

Lenti vortici di nebbia e fumo distruggono gli angusti spazi precedenti, i due esseri subiscono ulteriori metamorfosi e cercano una nuova forma di contatto. Le loro mani si sfiorano, i loro corpi mutano ancora, si distorcono, perdono qualsiasi riferimento umano. Visioni luminose e lisergiche esplodono. Dall’unione dei due corpi nasce un essere mostruoso, questa per i Tool, la forma dell’amore.

I Tool sono un gruppo che ha sempre affiancato alla propria inimitabile produzione musicale una ricerca visiva più unica che rara nell’odierno panorama dei video musicali. Mente creatrice di queste disturbanti, mistiche, misteriose, alchemiche visioni è Adam Jones, chitarrista del gruppo, esperto di effetti speciali e make-up. In Schism la capacità allucinatoria delle immagini raggiunge livelli notevoli, mostrando una rappresentazione dei rapporti umani in tutta la loro difficoltà. Nel video si cerca di portare alla luce il dolore di due corpi incapaci di comunicare, che solo attraverso il contatto credono di potersi avvicinare quando invece generano qualcosa di ancora più orribile e mostruoso. Il concetto stesso dell’amore, come unione di due corpi, viene figurativamente distrutto grazie alla creazione di un corpo ibrido ripugnante e deforme.
Gli ambienti asettici e freddi e l’uso di una luce livida trasmettono ancora di più questo senso di distacco e le parole del
testo ribadiscono le inquietudini delle immagini.
Questi corpi mutanti diventano la macabra testimonianza di una solitudine infrangibile, dalla quale neanche l’amore può riuscire a farci evadere.
 

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