Vincent Van Gogh. Un nuovo modo di vedere, di David Bickerstaff

L’apertura del nuovo allestimento del Van Gogh Museum di Amsterdam è il punto di partenza di Van Gogh – A New Way of Seeing. La struttura della città olandese è nata nel 1973 e da allora ospita il lascito della famiglia dell’artista: un inestimabile tesoro che comprende più di duecento quadri e conserva un corposo repertorio di lettere e di disegni. I curatori hanno voluto dare un nuovo ordine ad una raccolta che parte dal primo acquerello del paesaggio della regione mineraria di Borinage e arriva fino alla tela che Vincent Van Gogh dipinse appena prima di suicidarsi. La decisione più significativa dei responsabili della collezione è stata quella di rompere il vincolo del percorso cronologico e di mettere nella stessa sala i dodici autoritratti che il pittore fece in momenti diversi della sua breve ma prolifica carriera. La sua predilizione per questo tipo di composizione non nasce solo dalla difficoltà pratica di pagare dei modelli ma è anche l’indizio di un’ininterrotta definizione della sua personalità. L’intenzione di mettere al centro la testimonianza visiva di questa sofferta ricerca va oltre l’idea della semplice divulgazione: le sue opere sono ormai un patrimonio dell’immaginario collettivo ma lo stato d’animo che da cui sono nate si è fermato spesso allo stereotipo generico dell’ossessione.

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van goghIl film adotta lo stesso metodo ed abbandona il mito consolidato del genio solitario ed autodidatta per provare a ricostruire una parabola individuale in cui l’arte è stata solo una forma instabile di approdo. La pittura è una forma di comunicazione con l’esterno che è arrivata dopo i frustranti tentativi da educatore e dopo il fallimento come predicatore. La ricostruzione cinematografica della sua vita si limita al primo piano di un attore/sosia e l’insistenza delle inquadrature rivela un’analogia con la sua disperata necessità di fissare la sua identità attraverso il proprio volto. La voce over delle interviste degli esperti accompagna le immagini dei luoghi in cui Vincent Van Gogh aveva trascorso la sua vita e che hanno fornito l’ispirazione per i suoi quadri. Un’altra scelta che va oltre l’intenzione documentaristica e non si accontenta di rispettare la sua pratica e la sua vocazione verso la pittura en plein air. Il ritorno ai panorami che aveva frequentato nelle sue peregrinazioni stimola nello spettatore il confronto tra lo spazio reale e la sua elaborazione interiore e offre un esempio concreto del suo originale processo creativo.

Il film indugia sulla sua rigorosa formazione calvinista e su tutti gli elementi che possono avere indirizzato la sua passione per un certo tipo di soggetto. I suoi studi teologici e l’interesse salvifico verso le zone più povere e depresse della nascente età industriale hanno lo stesso peso delle influenze artistiche che ha incontrato lungo la sua strada. La sua esigenza di restare attaccato ai valori della società rurale è più forte della tentazione di abbracciare lo stimolante ambiente culturale parigino con cui era entrato in contatto. Le relazioni umane di Vincent Van Gogh si rivelano sempre un fallimento a partire da quelle con le donne per finire con quelle intrecciate con artisti della sua epoca come Anthon Von Rappard e Paul Gaugain. Il film ritiene secondario lo studio a posteriori della sua tecnica e del suo rapporto particolare con la luce e con il colore ma cerca di rendere giustizia al suo desiderio impossibile di rapportarsi con gli altri per esperimere le proprie convinzioni e rompere il suo isolamento. Un bisogno che gli venne sempre negato e che lo ha portato a compiere gesti estremi come quello di recidersi una parte dell’orecchio. Le sue parole e i suoi pensieri riecheggiano nella fitta corrispondenza con il fratello Theo e le sue lettere sono una confessione che accompagna i dettagli dei suoi quadri più celebrati: ed è come se un nuovo modo di vedere le cose corrispondesse ad una nuova sensibilità per comprendere la loro natura.

 

Titolo originale: Van Gogh. A New Way of Seeing

Regia: David Bickerstaff

Distribuzione: Nexo Digital

Durata: 93′

Origine: Olanda 2015

 

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