Visages. Tsai Ming-Liang tra Truffaut e Leonardo da Vinci

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Corso estivo di MONTAGGIO, dal 22 luglio

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Visage

Debutterà al prossimo Festival di Cannes il nuovo Tsai Ming-Liang. Visages (Face) girato tra le Tuileries e il Louvre per sei settimane, in aree mai aperte al pubblico o alle riprese, è la storia di un regista taiwanese che cerca di reinterpretare il mito di Salomè.

 

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Visages, di Tsai Ming-Liang. Il posterDebutterà al prossimo Festival di Cannes (Maggio 2009) il nuovo Tsai Ming-Liang. Visages (Face) girato tra le Tuileries e il Louvre per sei settimane, in aree mai aperte al pubblico o alle riprese, è la storia di un regista taiwanese che cerca di reinterpretare il mito di Salomè.


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Inizialmente Salomè doveva essere Maggie Cheung (“mi fa pensare alle attrici dei flm muti, a Ruan Lingyu e Marylin Monroe, due attrici che sono passati dallo statuto di semplice marchio di fabbrica cinematografico a icone culturali”); dopo il suo rifiuto, l’incarnazione di una Salomè tanto bella quanto feroce, ispirata alla figura biblica ma nella visione di Oscar Wilde, è affidata a Laetitia Casta, modella e volto della Marianna di Francia, scelta dal regista anche in virtù della sua scarsa esperienza cinematografica (“anche Bresson ha utilizzato attrici poco convenzionali, volti freschi e non ortodossi”).

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I protagonisti maschili sono l’inseparabile Lee Kang Sheng – definito da Tsai il suo vero esperimento e il volto che non smetterà mai di filmare (proprio a Venezia 64, in occasione della presentazione di Help me Eros, debutto registico del suo attore feticcio, Tsai aveva annunciato questo nuovo progetto) e Jean-Pierre Léaud, volto di tanti film di Truffaut e legato a Tsai Ming-Liang da un rapporto di reciproca stima e amicizia (è già comparso in Che ora è laggiù?, del 2001).

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Ho reincontrato Jean-Pierre recentemente in un caffè parigino raccontava Tsai Ming-Liang prima di iniziare a lavorare al film e guardando il suo viso segnato dagli anni, un viso infantile e tuttavia pieno di dolore, ho risentito l’urgenza di filmarlo”.

Proprio dall’universo della nouvelle vague e del cinema di François Truffaut, ispiratore dichiarato di questo nuovo film accanto alle tematiche buddiste e alla figura di Giovanni Battista nell’opera di Leonardo da Vinci, vengono anche due volti femminili da lui molto amati: Fanny Ardant eVisages di Tsai Ming-Liang, il set nel giardino delle Tuileries Jeanne Moreau, rispettivamente nella parte di una produttrice e di una sorta di Musa che le appare in sogno. Il cast è completato da uno dei più validi attori francesi degli ultimi anni, Mathieu Amalric, e da Nathalie Baye (Une liaison pornographique).

Le danze di Salomè sono realizzate dal coreografo Philippe Decouflé, i costumi dal celebre stilista Christian Lacroix. Prodotto da Jacques Bidou di JBA Productions (Francia) e Homegreen Films (Taiwan), sovvenzionato da ARTE Cinema – e dal Louvre, che lo ha commissionato, con il 20% dell’intero budget – il film è rientrato nel programma della Cinéfondation, L’Atelier, che si occupa di segnalare ogni anno tra i 15 e i 20 progetti di registi provenienti da tutto il mondo e di incoraggiare i finanziamenti perché i loro autori possano portarli a termine, accanto a De la guerre di Bertrand Bonello, To die like a man di João Pedro Rodrigues e Le quattro volte dell’italiano Michelangelo Frammartino.

 

Sul set di Visages al Louvre – Tsai Ming-Liang, Jean-Pierre Léaud, Fanny Ardant

 

 

Tsai Ming-Liang parla di Visages a Venezia 64

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