
Quasi un secondo esordio pur non essendo un'opera prima, un film studiato a lungo che arriva in faccia come uno tsunami, in cui il regista tira fuori il meglio da ogni attore. Bruno realizza il suo "American Dreamz" nel segno di una nostalgia perduta in un film che sa davvero guardare al futuro
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Doveva essere il suo primo film ma, segno del destino, l'ha girato dopo
Nessuno mi può giudicare. Eppure non sarebbe sbagliato considerare
Viva l'Italia di
Massimiliano Bruno come il suo altro esordio, nel senso che da l'idea di essere stato pensato, elaborato prima che progettato a lungo. Senza richiamare la 'commedia all'italiana' a cui il cinema dello sceneggiatore, tra gli altri di
Notte prima degli esami, Ex,
Maschi contro femmine e
Femmine contro maschi e per la tv di
Boris e
I Cesaroni, non intende fare il solito omaggio. L'Italia è cambiata e
Viva l'Italia è finalmente l'esempio di una commedia con cui si potrà vedere, tra 20 anni com'era l'Italia nel 2012 così come si poteva fare negli anni '60 con Dino Risi, Ettore Scola e Antonio Pietrangeli.
La domanda che ci si può fare, davanti il film è questa: è il grottesco che supera la realtà o ancora la realtà che supera già la sua deformazione? Ciò è avvenuto davanti al bel film di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Qualunquemente, e mettendo allo specchio raccomandazioni, situazione ospedaliera, precariato nel lavoro, tutto arriva in faccia come uno tsunami. Non ha filtri Viva l'Italia, grazie anche a una sceneggiatura (scritta dal regista con Edoardo Falcone) che va dritta al bersaglio. Il suo mancato controllo può essere per alcuni un limite, per noi è la sua forza. Il regista si ritaglia la voce di un narratore esterno però sullo schermo, un presentatore che già apre il film e legge gli articoli della Costituzione Italiana. Da qui partono le vicende di un politico potente, Michele Spagnolo (Michele Placido) e i suoi tre figli. Riccardo (Raoul Bova) è un medico dedito al lavoro e con sani principi, Susanna (Ambra Angiolini) è un attrice di fiction priva di talento e Valerio (Alessandro Gassman), pur essendo un incapace, riesce ad avere un ruolo di primo piano nell'azienda i cui lavora grazie alle raccomandazioni del padre. Ad un certo punto però Michele, dopo una notte trascorsa con un'aspirante soubrette televisiva, è colto da un malore. L'apoplessia ha colpito una parte del cervello che controlla i freni inibitori e comincia a dire tutta la verità. E saranno dolori per tutti.

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Un bel passo avanti rispetto comunque al positivo esordio di
Nessuno mi può giudicare, con una storia ancora più corale dove Bruno tira fuori il meglio da ogni attore. Placido estremizza ancora di più la sua comicità scatenata in
Oggi sposi,
Alessandro Gassman ha l'arte di arrangiarsi che sembra venire da
Sordi,
Ambra Angiolini con la zeppola è uno degli spunti più geniali a metà tra la graziosa inettitudine di
Giovanna Ralli di
C'eravamo tanto amati e
Anna Faris del demenziale statunitense,
Rocco Papaleo è l'elemento impazzito che lascia divampare una contagiosa follia e
Raoul Bova sembra aver cominciato col regista tutta un'altra carriera. Ma tutto è curato nel dettaglio, mettendo in luce anche le qualità dei ruoli secondari, dalla maschera
Maurizio Mattioli come infermiere al talento ancora più da valorizzare di
Camilla Filippi e
Sarah Felberbaum.
Ecco perchè Viva l'Italia (strano titolo rosselliniano, coincidente con quello dell'immenso regista di Roma città aperta del 1961) è un film che parla italiano e sembra anche così poco italiano. Con i residui familiari tra Francesco Rosi (Tre fratelli) e Giuseppe Tornatore (Stanno tutti bene) ma ha il respiro anche della commedia statunitense. Bruno realizza il suo American Dreamz, il suo kolossal politico come il bellissimo film di Paul Weitz (lo studio televisivo come chiusura) contaminando poi Ambra Angiolini con Julia Roberts col vestito da sposa in Se scappi, ti sposo e Michele Placido con Jim Carrey di Bugiardo bugiardo che spara a raffica battute scatenate tipo "Impara l'arte e mettila da parte" o in ospedale "Io sono ricco, passo davanti, lei è povero s'attacca al cazzo".

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Dentro però forse c'è anche la storia biografica del regista con tutti i dietro le quinte, i provini sul palco, ombre di
Tootsie di Pollack in personaggi spesso doppi, tra il loro vero corpo e la maschera, che però si sciolgono nel trascinante frammento di Spagnolo in mezzo agli scontri tra polizia e manifestanti, di lui di notte che suona la fisarmonica e i tre figli che escono o in quei filmini familiari che danno un tocco di lirismo nel segno di una nostalgia perduta. Di una famiglia, di un paese. Per ritrovare il passato in una commedia che sa guardare al futuro.
Regia: Massimiliano Bruno
Interpreti: Raoul Bova, Alessandro Gassman, Michele Placido, Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Maurizio Mattioli, Rocco Papaleo, Camilla Filippi, Rolando Ravello, Sarah Felberbaum, Isa Barzizza, Sergio Fiorentini, Remo Remotti
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 111'
Origine: Italia, 2012
Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale