“Vorrei vederti ballare”, di Nicola Deorsola

vorrei vederti ballare

L’amore è un sentimento universale difficile da raccontare al cinema, si corre spesso il rischio di cadere in storie superficiali e idilliache che di reale hanno ben poco. Vorrei vederti ballare è una commedia sentimentale che cerca di fuggire questa tipologia narrativa seguendo delle coordinate precise, ma a volte si perde in soluzioni da fiction televisiva che vanificano il lavoro di approfondimento fatto dal regista.

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Lvorrei vederti ballare’amore è un sentimento universale difficile da raccontare al cinema, si corre spesso il rischio di cadere in storie superficiali e idilliache che di reale hanno ben poco. Vorrei vederti ballare è una commedia sentimentale che cerca di fuggire questa tipologia narrativa seguendo delle coordinate precise che la rendono semplice e chiara. Martino è un giovane universitario con la passione per le tartarughe, a cui dedica molto tempo a discapito dello studio. Frequenta un cinema d’essai gestito da una pittoresca cassiera (Paola Barale), che cita a memoria i suoi film preferiti. E si innamora di una sua coetanea, Ilaria, che spia dalla vetrata della scuola dove lei si esercita. Presto scopre che la ragazza, a causa di disturbi alimentari, è in cura nello studio del padre, psicoterapeuta. Pur di conoscerla, Martino escogita un piano e, fingendosi un collega del padre, prende il suo posto. I due iniziano a vedersi, a innamorarsi e ad affrontare insieme il problematico rapporto con i genitori e la vita.

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Il primo lungometraggio di Nicola Deorsola, girato a Cosenza con un piccolo budget,esce dalle convenzioni del cinema italiano contemporaneo scegliendo la strada della leggerezza e dell’ironia. Accanto ai nodi portanti, l’amore come sentimento immediato e irrazionale, e la difficile situazione familiare dei protagonisti, si affrontano temi legati all’anoressia e al futuro precario dei giovani, con una visione più distaccata ma non per questo meno incisiva. A fare da contrappasso ai personaggi di Martino e Ilaria – calati nel realismo della storia – troviamo dei soggetti anomali che sono credibili proprio in virtù della loro follia: la cassiera Giusy, un’attrice mancata che sogna una carriera brillante nel mondo del cinema; l’eccentrico Gastone (Gianmarco Tognazzi), un giocatore d’azzardo incallito che vive di puntate, scommesse e illusorie vittorie.
 

La lunga gestazione di Vorrei vederti ballare (pronto dal 2009) non giustifica – o forse sì – alcune scelte di sceneggiatura che oltrepassano l’originalità di un prodotto per certi versi interessante, ma che a volte si perde in soluzioni da fiction televisiva che vanificano il lavoro di approfondimento fatto dal regista. Diamo il beneficio del dubbio a Giuseppe Fulcheri (qui alla sua prima esperienza da scrittore), che vanta una carriera di autore e compositore nel panorama artistico italiano. Oltre alla sceneggiatura e alla produzione ha curato, infatti, le musiche del film.

 

Regia: Nicola Deorsola

Interpreti: Paola Barale, Chiara Chiti, Giuliana De Sio, Giulio Forges Davanzati, Alessandro Haber, Luis Molteni, Stefano Santospago, Gianmarco Tognazzi
Distribuzione: Microcinema
Durata: 83'
Origine: Italia, 2009

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