"We Were Soldiers" di Randall Wallace

Minuziosamente realistico nelle scene di battaglia, nel film però sembra prevalere un'epidermica dolente umanità dietro la scrittura spesso troppo roboante di Wallace. Forse lo sguardo di Gibson è presente, in "We Were Soldiers", quasi quanto il suo corpo sullo schermo

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Forse è abbastanza singolare come il recente cinema bellico statunitense (spesso definito "di propaganda" da parte di certo ideologismo critico) sembra sempre più fondare l'economia centrale del proprio film sulla minuziosa ricostruzione realistica delle scene di battaglia. Da Salvate il soldato Ryan di Spielberg a Windtalkers di John Woo, da Braveheart di Gibson a Pearl Harbor di Bay (di queste due opere Wallace è stato sceneggiatore), la macchina da presa sembra veramente catapultarsi dentro l'evento. Non c'è più distanza tra lo sguardo e il corpo, con la carne e il sangue che diventano materia da filmare assieme a elementi come la terra e il fuoco. In un certo senso la parte forte di We Were Soldiers è proprio la ricostruzione del primo duro scontro tra l'esercito statunitense e quello vietnanita che si è svolta nel novembre del 1965 nella "Drang Valley" (chiamata anche "valle della morte") e rievocata nel libro We Were Soldiers Once…and Young scritto dal generale Harold G. Moore e il giornalista di guerra Joseph L. Galloway; entrambi i personaggi sono presenti nel film e interpretati rispettivamente da Mel Gibson e Barry Pepper. Paradossalmente se il realismo estremo sta diventando traccia estetica dominante, c'è però in We Were Soldiers la non consapevole costruzione di alcune "soglie di assenza", impercettibili, quasi fuori-campo, dove la scrittura spesso troppo roboante di Wallace (soprattutto in un prologo troppo lungo ed esteso dove ci sono scene con la presentazioni dei militari, con l'incontro collettivo delle mogli, con immagini familiari di esibito intimismo) sembra progressivamente annullarsi progressivamente in una regia sempre più invisibile. In questo senso ci sono tutti gli sguardi nascosti della moglie di Monroe verso suo marito prima della sua partenza, c'è quella coinvolgente premonizione ogni volta che si presenta il postimo in taxi dalla donna con delle cartoline gialle che comunicano il decesso dei soldati alle proprie mogli. Ma soprattutto Wallace ha una maestria e una misura incredibile nel materializzare il distacco e l'assenza nella sequenza della partenza nella notte del tenente Moore e del tenente Geoghegan (interpretato da Chris Klein), momento struggente nel suo silenzio, sottolineato solo dalla musica di Nick Glennie-Smith che accenta il pathos drammatico anche nella corsa disperata della moglie di Moore per dargli l'ultimo saluto prima della partenza. Abbastanza singolare che un regista come Wallace che fa della "scrittura realistica" una delle sue tracce distintive (gli schizzi di sangue sull'obiettivo della macchina da presa accomunano Braveheart, Pearl Harbor e We Were Soldiers) o che penetra con estremo rigore dentro il meccanismo dei generi (l'avventura nel convincente esordio dietro la macchina da presa con La maschera di ferro, la guerra in We Were Soldiers), caratterizzi invece soprattutto il suo film in questi momenti apparentemente più esterni. Proprio qui si avverte forse la "dolente umanità" del Mel Gibson regista, nella complicità con cui molti personaggi, anche minori, vengono inquadrati. Forse lo sguardo di Gibson è presente, in We Were Soldiers, quasi quanto il suo corpo sullo schermo.

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Titolo originale: We Were Soldiers
Regia: Randall Wallace
Sceneggiatura: Randall Wallace dal libro di Harold G. Moore e Joseph L. Galloway
Fotografia: Dean Semler
Montaggio: William Hoy
Musica: Nick Glennie-Smith
Scenografia: Thomas E. Sanders
Costumi: Michael T. Boyd
Interpreti: Mel Gibson (colonnello Hal Moore), Madeleine Stowe (Julie Moore), Greg Kinnear (maggiore Bruce Crandall), Sam Elliott (sergente Basil Plumley), Chris Klein (tenente Jack Geoghegan), Keri Russell (Barbara Geoghegan), Barry Pepper (Joe Galloway), Don Duong (colonnello Nguyen Huu An), Ryan Hurst (sergente Ernie Savage), Robert Bagnell (tenente Charlie Hastings)
Produzione: Bruce Davey, Stephen McEveety, Randall Wallace per Icon Entertainment International/The Wheelhouse
Distribuzione: Medusa
Durata: 138'
Origine: Usa, 2002


 


 

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