Werner Herzog – l’anacronismo delle immagini, di Daniele Dottorini

Il saggio sul grande regista tedesco ripercorre le forme di un cinema capace di creare immagini contemporanee a partire dall’anacronismo nell’accezione di Aby Warburg. Luigi Pellegrini Editore

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Werner Herzog – l’anacronismo delle immagini di Daniele Dottorini, edito da Luigi Pellegrini Editore per la collana ‘Frontiere oltre al cinema’, è un testo sul cinema dell’autore tedesco che non vuol essere soltanto una monografia sul regista ma più nello specifico un volume che introduce il grande territorio in cui si agitano questioni, temi e problemi che riguardano l’immagine contemporanea, che ne interrogano il senso e le possibilità.

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“Questo libro non ha l’obbiettivo di ricostruire il percorso artistico di Herzog ma quello di instaurare un dialogo con alcuni concetti che provengono da una delle teorie dell’immagine più dirompenti del Novecento, quella di Aby Warburg” spiega Dottorini nell’introduzione. Anziché ricostruire cronologicamente il lungo e complesso corpus di opere che Herzog ha disseminato nel corso di quasi sessanta anni di attività, il testo lavorerà su dei concetti che provengono dalle ricerche di Warburg, ma che, proprio attraverso Herzog possono essere ripensati cinematograficamente.”

Un percorso allora di confronti tra uno dei più eretici tra gli storici e teorici dell’arte con quello di un regista fuori dai canoni come Herzog. Il cinema di Herzog è in questa chiave una delle forme di un cinema dell’anacronismo, capace di creare immagini contemporanee a partire dalla loro temporalità, dal loro rapporto aperto con il passato. Anacronismo come chiave di lettura che mette in moto il ragionamento alla base del libro di Dottorini. “Ogni libro ha una storia a sé” scrive Dottorini in coda alla prefazione del libro. “In un itinerario come questo si tratta sempre di sviluppare la questione che lo sottende, interrogare il cinema contemporaneo a partire dalla sua capacità di essere un cinema dell’anacronismo.”

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