Who framed Moana: parla Cristiano Bortone

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All'indomani dell'improvvisa sostituzione di Cristiano Bortone sul set di Moana, la fiction Sky dedicata a Moana Pozzi, abbiamo chiesto un commento direttamente al regista. Che ci ha risposto in esclusiva, spiegando cosa è successo e come, nonostante gli scontri tra registi e produttori siano parte di ogni storia di cinema, il suo caso costituisca un precedente grave per il mancato rispetto del diritto d'autore. Nessuna risposta, invece, dall'ufficio stampa di Sky, interpellato sullo stesso argomento

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violante - moana - bortoneAll'indomani dell'improvvisa sostituzione di Cristiano Bortone sul set di Moana, la fiction Sky dedicata a Moana Pozzi, abbiamo chiesto un commento direttamente al regista. Che ci ha risposto in esclusiva, spiegando cosa è successo e come, nonostante gli scontri tra registi e produttori siano parte di ogni storia di cinema, il suo caso costituisca un precedente grave rispetto al mancato rispetto del diritto d'autore.
Nessuna risposta, invece, dall'ufficio stampa di Sky, interpellato sullo stesso argomento.

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Come ha saputo della sostituzione? 
“Me lo hanno comunicato Sky e la produzione esecutiva al termine della seconda settimana di riprese. La notizia mi è arrivata come assolutamente sorprendente ed inaspettata. Non ci sono mai stati, per quanto di mia conoscenza, casi del genere in Italia. Che un produttore possa calpestare contratti in essere con un regista ed impossessarsi di tutto il suo lavoro autoriale (sceneggiatura ma anche preparazione, scelte artistiche, ecc) costituisce un precedente molto grave, che lede tutte le nostre tutele sul diritto d’autore e il lavoro creativo”. 

Perché secondo lei è stato scelto Peyretti per sostituirla alla regia? 
“Questo non sta a me giudicarlo, ma a chi conosce il nostro rispettivo lavoro. Resta il fatto che, al di là del grave comportamento del collega, trovo sconcertante che si possa pensare che un regista, chiunque esso sia, possa entrare in corsa in una settimana a girare un copione che non conosce, con un materiale umano delicato come quello che ruota intorno a Moana Pozzi, senza aver condiviso nulla delle ricerche, della costruzione dei personaggi fatta con il cast, della preparazione. Mi sorprende che un canale come Sky, che dichiara di voler fare fiction di qualità, svaluti in modo così evidente il lavoro creativo che c’è dietro ad un film e consideri forse il regista alla stregua di un semplice tecnico”.

Come è possibile che l'abbiano sostituita senza darle spiegazioni?
“Questa è una delle cose che trovo più irragionevoli. La storia del cinema è fatta di grandi scontri tra registi e produttori. Per quanto io sia di natura una persona pacifica e sia spesso anche dall’altra parte della barricata nelle vesti di produttore, oserei dire che questa dialettica può essere anche utile al prodotto finito. Crea approfondimento, riflessione, messa in discussione. Quando resta nei confini del confronto. Quando invece diventa autoritarismo o produce decisioni incomprensibili e irrispettose dei diritti degli autori, a mio avviso, non fa che creare un danno al prodotto finito. Non riesco a capire, infatti, come chi ha fatto questa scelta possa pensare che il film ne beneficerà avendo meno soldi a disposizione, meno tempo, una troupe e un cast disorientati e un regista che non è parte del progetto originario”. 

Si tratta di un problema di stile di regia, o di rapporti?
“Tutte le scelte relative al film sono state costantemente condivise con Sky ed i produttori esecutivi. I delegati di produzione di entrambi erano presenti sul set ogni giorno. Non capisco quali appunti la produzione possa fare e, in caso, perché non li abbiano fatti in corso d’opera. A meno che dietro a questa decisione non ci siano altre motivazioni. O i committenti non abbiano loro le idee chiare. In ogni caso, però, ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità senza addossarle all’autore”.

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