Wicked, di Jon M. Chu
Una piacevole sorpresa, questa rilettura del mondo narrativo de Il Mago di Oz: un musical ambizioso, che unisce in maniera curiosa il classicismo degli anni ’50 a delle tinte dal gusto glam.

Wicked, trasposizione fedele del musical omonimo di Winnie Holzman e Stephen Schwartz – un classico di Broadway, a sua volta tratto dalla serie di romanzi di Gregory Maguire che espande l’universo narrativo del classico del 1939 Il mago di Oz di L. Frank Baum – inizia con un overture utile a mettere in campo la direzione che l’intera storia sceglie di percorrere: spiegare la genesi della malvagia Strega dell’Est, che Dorothy sconfigge in Il mago di Oz . Quindi dai primissimi istanti viene espresso un chiaro ribaltamento delle prospettive, genuinamente figlio del contemporaneo, che mira a rileggere in prospettiva le colpe e le posizioni di personaggi finora considerati inamovibili dai loro status storici. E se guardassimo dettagliatamente la storia personale della Strega dell’Est, per infine renderci conto che il male e il bene – polarizzazioni estreme senza scale di grigi – non sono derive tanto scontate come abbiamo sempre pensato?
Wicked racconta la storia personale di Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande) che, malgrado le differenze caratteriali arriveranno, unite dalle vicissitudini in corso nel regno per mano del corrotto governo del Mago di Oz, a stringere una profonda amicizia. Dal finale dunque la storia ripercorre, ri-racconta, vicende bene o male note a ognuno di noi: e nel farlo cattura delle istanze tutte moderne che, nella loro legittima urgenza, emergono nel corso della visione con spontaneità e limpidezza. I temi della disabilità, della diversità e della xenofobia sembrano essere i temi guida in Wicked e vengono affrontati con una sapienza da manuale se pensiamo all’impalcatura stilistica e al registro linguistico: la fusione congeniale tra cinema classico degli anni ’50 (Singin’ in the Rain è il rimando più tangibile, se pensiamo al segmento sognante nel quale Elphaba e Glinda incontrano il Mago di Oz), e le gustose tinte glam ci trasportano attraverso la prima parte di un viaggio – il secondo capitolo è previsto a Novembre 2025 – che ha delle ambizioni altamente concrete. Le scenografie, che in alcuni brevissimi frammenti tradiscono l’immersività tanto ambita da Jon M. Chu a causa della loro misura megalomane, restano un valido punto di partenza tramite cui la vicenda si agita e rimette in circolo i sentimenti dei personaggi.
Anche nella scrittura di Wicked ci sono i lasciti di un classicismo apparentemente sommerso dalle correnti postmoderne del contemporaneo. Il musical più attinente in questo senso potrebbe essere il vertiginoso Annette di Leos Carax del 2021. Volendo quindi forzare un paragone in tal senso si potrebbe scorgere nel film una voglia forte di riportare in auge quel melò cantato rivisitato in chiave odierna; e questo tentativo non sembra del tutto da scartare. I 160 minuti di visione sono stati una piacevole sorpresa, che speriamo di vedere rinnovarsi con la conclusione che avverrà nel secondo capitolo, tra un anno esatto…
Titolo originale: Wicked. Part I
Regia: Jon M. Chu
Interpreti: Cynthia Erivo, Ariana Grande, Jeff Goldblum, Michelle Yeoh, Jonathan Bailey, Keala Settle, Bowen Yang, Bronwyn James, Ethan Slater, Colin Michael Carmichael
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 160′
Origine: USA, 2024