Wild Nights with Emily Dickinson, di Madeleine Olnek

Al Sicilia Queer Filmfest e da oggi in sala il film di Madeleine Olnek ritrae con ironia e leggerezza la vita e l’amore della poetessa americana.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Nel 1998 il New York Times documentò il lavoro operato, tramite l’uso di software, sulle poesie e le lettere di Emily Dickinson, per far riemergere alcune parti cancellate. Si scoprì così che gli scritti erano stati pesantemente rimaneggiati dalla sorella Lavinia e dalla sua prima editor Mabel Todd in occasione della pubblicazione della prima raccolta, per censurare il nome di Susan Gilbert, cognata di Emily con cui la poetessa ebbe una relazione pluridecennale. Olnek parte da questo fatto per raccontare la “sua” Emily, decostruendo l’immagine dimessa, solitaria e malinconica della poetessa cristallizzata nell’immaginario collettivo. Non c’è però nessun intento drammatico nel film, nessuna volontà di raccontare il tormento di un amore ostacolato dalle convenzioni sociali, come si ritrova ad esempio nei due recenti Ritratto della giovane in fiamme o Ammonite. La regista punta ad una messinscena ironica che ribalta il canone tradizionale in cui è stata incastonata Dickinson. Non c’è volontà di ricostruzione filologica della sua biografia, ma di far emergere un lato sconosciuto, vitale e appassionato, dell’autrice.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Un racconto al femminile in cui gli uomini non trovano spazio se non come figure marginali, goffi ed impacciati, sciocchi e stereotipati, anche quando si tratta di personaggi di rilievo culturale come Ralph Waldo Emerson, tra le fonti d’ispirazione della stessa Dickinson. Il film si muove lungo due diverse traiettorie narrative: la prima è quella di Mabel Todd, che durante una presentazione postuma delle poesie di Emily dà in pasto al pubblico l’immagine di una donna solitaria, che mai usciva dalla sua stanza e senza relazioni sociali, definendone per sempre il paradigma. Dall’altra, la relazione tra Emily e Susan, nata durante l’adolescenza, così intensa da spingere Susan a sposare Austin, il fratello di Emily, pur di rimanerle accanto. Un amore vissuto con trasporto, quotidianamente, ma sempre in clandestinità e segnato da un prolifico scambio di lettere affidate ai figli di Susan, che facevano la spola tra le due case adiacenti. Un via vai così intenso da suscitare mormorii, curiosità e fastidio anche nello stesso Austin. A fare da intermezzo lirico tra un’inquadratura e l’altra, i versi tratti dalle poesie di Emily, in una sorta di manifestazione visiva di un’interiorità vibrante e visionaria che si fa simbolo grafico, immagine metaforica.

Il fulcro del film infatti non è la storia d’amore con Susan, né le difficoltà nel farsi pubblicare a causa di un mondo editoriale maschilista ed esclusivo. Emily è finalmente protagonista della sua stessa storia e non è possibile per Olnek slegare la sua rappresentazione dalle sue poesie, restituendone un’immagine limpida, spogliata di qualsiasi elemento di cupezza. Certo, Olnek non risparmia di raccontarne i lati intimi, malinconici, ma rileggendoli sempre con ironia. Come l’ossessione di Dickinson per la morte, legata al fatto che da bambina aveva vissuto in una casa costruita accanto ad un cimitero (“I funerali erano il suo divertimento“). E la totale abnegazione alla scrittura, a cui faceva seguito l’isolamento in camera da letto, è rivestita di luminosità e candore, per cui Olnek immerge la sua protagonista nell’ambiente diafano della sua stanza, trasposizione visiva di una purezza di sentimenti sublimata attraverso i componimenti poetici. Perché Emily di fatto era come le sue poesie: palpitante quanto la natura da cui era così affascinata, libera e indipendente come i suoi versi, che non seguivano alcuno schema metrico. Un talento che spiccava come le sue maiuscole, e allo stesso tempo spiazzava, mettendo in discussione un sistema sociale rigido tanto quanto quello grammaticale.

 

Titolo originale: id.
Regia: Madeleine Olnek
Interpreti: Molly Shannon, Susan Ziegler, Amy Seimetz, Jackie Monahan, Kevin Seal
Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione
Durata: 84′
Origine: USA, 2018

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.71 (7 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array