Woman, di Yann Arthus-Bertrand e Anastasia Mikova

Il regista francese torna con un progetto simile al precedente Human, stavolta incentrato sulla condizione femminile nel mondo. Il risultato è un catalogo fotografico globale dal solo valore educativo

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Woman, co-diretto dal fotografo ambientalista francese Yann Arthus-Bertrand e dalla giornalista ucraina Anastasia Mikova, è un documentario dall’approccio fotografico che mette al centro del progetto la condizione femminile nel mondo. La struttura del film segue quella del precedente Human, ovvero una carrellata di primi piani di donne da tutto il mondo – duemila donne di cinquanta paesi diversi – che si esprimono riguardo la loro particolare condizione di vita e le loro difficoltà. Tutte inquadrate su fondo nero e riprese allo stesso modo con la medesima camera e il medesimo obiettivo posizionati a 2,6 metri dall’intervistato. L’allestimento del set è sempre lo stesso proprio per rendere omogenee tutte le riprese e mettere sullo stesso piano ognuno dei soggetti fotografati. Dalla donna d’affari asiatica alla donna di una tribù indigena etiope con il disco labiale, dalla vittima di stupro a quella sfregiata con l’acido, tutte hanno finalmente diritto di parola e esprimono tutta la loro rabbia.

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La prima testimonianza è quella di una donna vittima di abusi sessuali e di tratta umana che racconta con grande commozione la prima volta che ha parlato in pubblico del suo passato. Fin dall’inizio i registi stabiliscono il tono del film e svelano le loro intenzioni. Niente sarà celato allo spettatore e ogni tematica sarà trattata in maniera diretta; violenza, libertà sessuale, aborto, orgasmo ed escissione della clitoride. Primo piano e sguardo in camera, non c’è modo di sfuggire alle loro parole. Il rischio di questo specifico approccio unito alla voglia di essere il più esaustivi possibile è quello di comporre un catalogo fotografico illustrato che ha davvero poco a che fare con il cinema. Un po’ la stessa sensazione dei film precedenti di Arthus-Bertrand, cioè un lavoro colossale che impressiona per la complessità e la perizia nella ricerca sul campo ma che si ferma all’aspetto educativo e giornalistico. Tra un’intervista e l’altra i registi decidono di inserire anche delle riprese fin troppo estetizzanti, come quella iniziale di una donna che nuota nell’oceano con una balena sullo sfondo.

Woman è un documentario a cui non si può rimanere impassibili, in un senso o nell’altro. L’ambizione iniziale di voler raccontare l’intero universo femminile ha chiaramente condizionato la riuscita del film ma resta di grande importanza per le tematiche trattate e per la quantità di testimonianze raccolte. Non sarà il manifesto femminista del ventunesimo secolo ma ha il merito di aver interpellato donne da tutto il mondo come forse nessun altro ha mai fatto.

Regia: Yann Arthus-Bertrand e Anastasia Mikova
Interpreti: Isabelle Zighondi, Norma Bastidas, Gabriela Melgoza, Shantel Nasir, Aleksandra Orbeck-Nilssen
Distribuzione: Magnitudo Film
Durata: 105′
Origine: Francia, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2.5 (2 voti)
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