Wong Kar-wai regista: i film

Mongkok Kamun/As Tears Go By (1989)
Esordio registico di Wong Kar-wai. Melò urbano che guarda alle mean streets scorsesiane ma che la fotografia stroboscopica di Andrew Lau smonta conferendogli un’inquietante aura di romantico nichilismo. Oltre a rivelare un talento cinematografico fuori dal comune, il film è la prova che Maggie Cheung, Andy Lau e Jacky Cheung possono essere anche degli ottimi attori e noàn solo delle modelle e dei cantanti prestati al cinema. Tra i produttori i fratelli Alan e Rover Tang
Ah Fei Zheng Zhuan/Days of Being Wild (1990)
Nonostante l’incetta di premi collezionati all’Hong Kong Film Awards del 1991 (miglior film, regia, attore, fotografia e scenografia) il film contribuisce soprattutto a mettere Wong sulla lista nera dei produttori di Hong Kong a causa degli omerici tempi di lavorazione che bruciano il budget ed esasperano gli attori. Lui, per tutta risposta, fonda con il socio Jeff Lau la Jet Tone. Attraversamento trasversale dello spleen che permeava gli anni Sessanta di Hong Kong, si tratta in realtà del primo manifestarsi di quella riflessione sull’articolarsi del tempo che Wong avrebbe poi sviluppato instanabilmente attraverso tutti i suoi film successivi
Dung Che Sai Duk/Ashes of Time
Presentato in concorso a Venezia all’ultimo minuto (pare dietro la promessa che il film avrebbe vinto qualcosa…) per sostituire un altro titolo invece mai giunto a destinazione, il film, tanto per cambiare, è un capolavoro visionario e frammentato dalla lavorazione interminabile. Gli stati maggiori del divismo di Hong Kong sono tutti presenti nel film (leggendario il lungo monologo in pianosequenza di Maggie Cheung) e Christopher Doyle viene premiato con l’osella d’oro per il “l’alto livello artistico visivo del film”. Uno dei film più visionari degli anni Novanta (e oltre) ma tristemente misconosciuto dai cinefili e non
Chongqing Senlin/Chungking Express
Per rifarsi dalle fatiche del film precedente, Wong gira un film in due segmenti che lo consacra finalmente auteur de chevet dei cinephiles. Il film entusiasma giustamente la critica, incanta tutti i postromantici e dimostra, definitivamente, che Wong è un cineasta nato oltre che il maggior studioso, osservatore dei sentimenti e del tempo attualmente in circolazione. Incantevole Faye Wong e indimenticabile Brigitte Lin.
Duoluo Tianshi/Fallen Angels
Quello che probabilmente era stato pensato come il terzo segmento di Hong Kong Express, contraria molti critici che denunciano del film il presunto formalismo e l’esibizionismo tecnico. Wong, però, è già oltre e ci offre un notturno attraversamento di cuori e tempi, nelle arterie al neon di una Hong Kong livida e sensuale. La scansione dei tempi visivi dimostra che Wong filma come dopo la fine della televisione con una velocità e intensità che ha metabolizzato e rivissuto l’arbitrarietà (e la presunta libertà) dello zapping. Un film importante inevitabilmente destinato a rivalutazione
Cheun Gwong Tsa Sit/Happy Together. A Story About Reunion
Il suo film dell’handover, Wong se lo va a girare a Buenos Aires inseguendo le maree del cuore di due amanti di Hong Kong. la sindrome da 1997 si rovescia e cambia di segno. Gli echi delle musiche spagnole provenienti dalle Filippine diventano salse low-fi e lo smarrimento una strategia di resistenza. Wong dimostra che del melo’ è in grado anche di declinare l’ardore della pelle e realizza uno dei suoi film più dichiaratamente carnali.

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