"Woody", di Robert B. Weide


Woody
è un lungo tuffo nel cinema. Tra inossodabili battute, ammiccante aneddotica e qualche citazione cinefila, nel documentario è presente e sviscerato (quasi) tutto il catologo Alleniano. La cavalcata arriva fino alle ultime fatiche di Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni e il successo al box office di Midnight in Paris. Cinquanta anni di cinema vissuti davanti e dietro la macchina da presa con indosso solo un paio di occhiali di neri. In attesa del prossimo film quello che – come ricorda Woody Allen – gli manca ancora per la consacrazione finale

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Woody Allen è oggi un 'American Masters' . Lo è da tempo se guardiamo la sua storia, la sua filmografia e i premi. Lo sarà per sempre ora che la serie omonima prodotta dalla rete pubblica Pbs gli ha dedicato il documentario biografico Woody, firmato da Robert B. Weide (Lenny Bruce: swear to tell the truth, Star system, se non ci sei non esisti).

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Non è il primo Il viaggo nel cinema del comico di Brooklyn. Barbaba Koople in Wild Man Blues, si era addentrata nel mondo del regista aprendo il sipario sulla tourné europea della New Orleans Jazz Band. Woody è un altra cosa. Allan Stewart Konigsberg "non avrebbe dovuto fare l'attore ma il farmacista", ci ricorda la sorella produttrice, tra le decine di interviste che raccontano la vita e il lavoro del comico. Insomma le ambizione dei genitori alle volte finiscono per implodere davanti l'energia indomita del genio. Così dai primi passi come autore radiofonico e televisivo innovativo per sarcasmo e ironia negli anni '50-'60, al successo delle prime commedie scoppiettanti come Prendi i soldi e scappa, Il dittatore dello stato libero di Bananas.

 

La nascita dell'autore è affidata al racconto di chi l'ha scoperto e gli è stato al fianco in quel periodo di follia anarchica, sua e degli Stati Uniti, quando entrambi erano proiettato nel magma creativo dei club del Village newyorkese.

Ma lo stesso Allen ci mette del suo. E' presente e loquace come raramente si ricorda. Accompagna lo sguardo di Weide davanti la sua vecchia casa o nella sua scuola. Ricorda e sorride delle disavventure adolescenziali, di come ormai sia cambiata la sua 'grande mela' a partire dagli amati cinema, ormai trasformati in ospedali. Apre le porte della sua camera e ci fa vedere la vecchia macchina da scrivere e il 'preistorico' copia e incolla (sembra una scena di un suo film) con cui mette insieme soggetti e idee. Ma c'è anche tutto il suo passato in questo monumentale documentario della durata originale di circa tre ore.

Weide prende in mano quasi tutti i film del prolifico autore, alle soglie degli 80 anni, e ne viviseziona grazie ad un solido montaggio l'evoluzione. Un lungo tuffo nel cinema di Woody, perchè in fondo ad apprezzare questo lavoro, così agiografico, saranno soprattutto i fedelissimi del regista di Io e Annie e Manhattan. Weide non ha il tocco felice sulla materia biografia di Cameron Crowe o Martin Scorsese , sceglie la via più facile quella di lasciarsi dirigere dallo stesso Allen, forse poco aiutato dal  solido format del programma 'American Masters'.

Tra inossidabili battute dello sterminato repertorio, l'ammiccante  aneddotica e qualche citazione cinefila, è presente e sviscerato (quasi) tutto il catologo Alleniano. La cavalcata arriva fino alle ultime fatiche di Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni e la proiezione di Midnight in Paris. Cinquanta anni di cinema vissuti davanti e dietro la macchina da presa con indosso solo un paio di occhiali neri. In attesa del prossimo film quello che – come ricorda Woody Allen – gli manca ancora per la consacrazione finale. 

 

Titolo originale: Woody Allen: A Documentary
Interpreti: Woody Allen, Letty Aronson, Marshall Brickman, Josh Brolin, Dick Cavett, Penélope Cruz, John Cusack, Larry David, Mariel Hemingway, Scarlett Johansson, Diane Keaton, Martin Landau, Sean Penn, Chris Rock, Martin Scorsese, Mira Sorvino, Naomi Watts, Dianne Wiest, Owen Wilson
Origine: Usa 2012
Distribuzione: Bim
Durata: 113'

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