Writers Guild Italia appoggia lo sciopero degli sceneggiatori statunitensi

Writers Guild Italia (WGI) esprime la propria solidale partecipazione a sostegno dello sciopero indetto ieri dalla Writers Guild of America. Nel frattempo ci sono nuovi aggiornamenti sulla protesta

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Come avevamo già raccontato qualche giorno fa, la minaccia dello sciopero degli sceneggiatori statunitensi aleggiava già da un paio di mesi ad Hollywood e dintorni. Ma ora abbiamo la conferma ufficiale dell’attuazione di questa forma di protesta: si sono definitivamente rotte le trattative tra l’associazione degli sceneggiatori americani e l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), che rappresenta Studios quali Netflix, Amazon, Apple, Disney, Discovery-Warner, NBC Universal, Paramount e Sony. La Writers Guild of America, il sindacato che riunisce gli sceneggiatori statunitensi dell’industria dell’audiovisivo, ha indetto quindi lo sciopero generale, iniziato il 1 maggio, a sostegno di un accordo sui nuovi contratti per le sceneggiature di film e serie Tv.

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Sono passate sei settimane dai difficili negoziati e WGA ha motivato la rottura delle trattative scrivendo che “le risposte degli studi alle nostre proposte sono state del tutto insufficienti, data la crisi esistenziale che gli sceneggiatori stanno affrontando”. L’associazione chiedeva agli Studios che venisse assegnato agli autori un equo trattamento per il proprio lavoro a favore di una migliore retribuzione e alla regolamentazione dell’IA (Intelligenza artificiale).

I sindacati hanno chiesto anche transazione sulle tutele lavorative, come un numero minimo di settimane lavorate a episodio o un numero minimo di autori per ogni writers room (il gruppo di autori cioè che lavora a ogni singolo progetto). “Il comportamento delle aziende ha creato una gig economy all’interno di una forza lavoro sindacale e la loro posizione inamovibile in questa trattativa ha tradito l’impegno a svalutare ulteriormente la professione di scrittore”, ha spiegato WGA.

Ecco che a sostegno di questa battaglia, che promette di essere fondamentale per lo sviluppo dell’intero settore internazionale, Giorgio Glaviano, presidente della Writers Guild of Italia, ha manifestato il suo sostegno all’iniziativa intrapresa dai colleghi statunitensi dichiarando: “Abbiamo seguito con estrema trepidazione la trattativa dei colleghi americani. Abbiamo sperato fino alla fine che la frattura con i produttori USA si sarebbe composta, ma così non è stato. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi della WGA, perché le loro lotte sono anche le nostren tutto il mondo la figura dello sceneggiatore è minacciata da compensi sempre più risicati e da condizioni lavorative sempre più vessatorie – ha continuato Glaviano – Non solo, se a questo aggiungiamo le presunte scorciatoie offerte dalla IA vista come panacea in grado di emulare e surclassare la creatività umana, il nostro lavoro rischia di diventare sempre più una lotta per la sopravvivenza”.

Quello annunciato due giorni fa da WGA è infatti il primo sciopero dell’associazione dopo il clamoroso blocco dei 100 giorni indetti nel biennio 2007-2008. La prima conseguenza è che sono tantissimi i programmi tv che hanno subito uno stop forzato a causa dello sciopero, a partire dai late night show di presentatori come Jimmy Kimmel, Jimmy Fallon, Stephen Colbert, che vengono scritti praticamente ogni giorno da un nutrito gruppo di autori. Presto potrebbe non andare in onda nemmeno Saturday Night Live, così come si sono fermati i lavori sulle stagioni di svariate serie come House of dragons per la seconda, o la quinta stagione di Stranger things. L’ultima ribellione degli sceneggiatori nel 2007 costò all’economia della sola Los Angeles una perdita di 2,1 miliardi di dollari.

L’impatto di questo sciopero appena iniziato sembra che possa essere invece meno evidente sui lungometraggi data la maggiore lunghezza della produzione. Possiamo quindi ipotizzare che i blockbuster che usciranno quest’anno non dovrebbero subire ritardi. Questo discorso potrebbe non valere però per quelli che iniziano ora la produzione, come per esempio, l’atteso Superman, di James Gunn, le cui riprese dovevano cominciare a gennaio per far poi uscire il film nel 2025. Allo stato attuale, se le proteste degli sceneggiatori dovessero continuare e magari aumentare, il film è difatti a rischio di slittamento.

Nel frattempo sono numerosi gli attori e le personalità che hanno dimostrato la loro vicinanza agli sceneggiatori che stanno organizzando picchetti fuori dagli studios hollywoodiani: a manifestare il loro supporto nelle scorse ore sono stati Rob Lowe, Amanda Seyfried, Elizabeth Olsen, Jay Leno, Mark Hamill, Quinta Brunson, Olivia Wilde e lo stesso Jim Fallon.

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