XII FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL'ATTORE

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AGLI STAGE E LABORATORI PER ATTORI E DANZATORI, ORGANIZZATI DALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE “INTERNO 5” DI NAPOLI.

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CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

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"XII FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL'ATTORE"


Ideato e fondato da Paolo Coccheri

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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NAPOLI


Settembre/Ottobre 2005


 


 


SONO APERTE LE ISCRIZIONI


AI SEGUENTI STAGE E LABORATORI PER ATTORI E DANZATORI:


 


Laboratorio su "Il Gesto psicologico di Michail Cechov"


2-9 settembre (euro 200,00)


 


diretto da:


 


JERZY STUHR


Rettore dell'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica di Cracovia. Regista e attore di rilievo internazionale. Dal 1975 intraprende, senza lasciare il teatro, la via del cinema come attore lavorando con Agnieszka Holland, Wajda, Krzysztof Zanussi e Krzysztof Kieslowski ("Film Bianco", "Il Decalogo Dieci"). Esordisce nel 1994 come regista con "L'elenco delle adultere". Il suo secondo film, "Storie d'amore" (1997), vince a Venezia il premio Fipresci e nel 1998 il Nastro d'Argento. Nel 1999 si ripresenta a Venezia con un nuovo film, "Sette giorni nella vita di un uomo", interpretato magistralmente dallo stesso Stuhr. Famoso in Italia per il suo impegno nel cinema ma anche per le sue prove teatrali, quali "Ceneri alle ceneri" di Pinter, "I reverendi" di Slawomir Mrozek, "L'Amleto".


Oltre ad essere dunque un eccellente regista ed attore teatrale, sempre misurato ed incisivo, Jerzy Stuhr è da sempre anche un apprezzato insegnante. Un maestro che interpreta in modo molto personale la lezione di Stanislavskij, applicandola innanzitutto a se stesso, al fine di essere il  più autentico possibile, levando dal lavoro dell'attore tutto ciò che è superfluo, inutilmente esibito. E questa apparente semplicità concorre a fare "grandi" tutte le sue regie e le sue interpretazioni, sia al teatro che al cinema.


 


IL LABORATORIO:


Il laboratorio prevede un numero massimo di 15 partecipanti e una durata di 4/5 ore al giorno per 8 giorni.


E' rivolto ad attori, attori-danzatori e mimi che siano in possesso delle nozioni fondamentali sul metodo Stanislavskij e incentrato sulla tecnica del "Gesto Psicologico" di Michail Cechov che risulta essere un punto di incontro tra il metodo Stanislavskij e le esperienze di Grotowski : Stanislavskij, infatti, alla fine della sua vita arriva al "metodo delle azioni fisiche", poi ripreso e sviluppato da Jerzy Grotowski.


 A coloro che saranno selezionati verrà sottoposta una selezione di monologhi shakespeariani a cura del docente(10 per parti maschili, 10 per parti femminili) sui quali si lavorerà in base al metodo su indicato.


Il lavora sarà articolato secondo le seguenti fasi attuative fondamentali:



  • Analisi del testo e creazione del sottotesto
  • Creazione di sequenze emotive-gestuali
  • Trasposizione del gesto psicologico nel testo
  • Perfezionamento dell'interpretazione del monologo assegnato
  • Dimostrazione di lavoro aperta al pubblico

 


 


 


"L'officina di REM & CAP"


26 settembre-2 ottobre (euro 175,00)


 


diretto da:


 

CLAUDIO REMONDI E RICCARDO CAPOROSSI

Fondatori e direttori artistici del teatro Club di Roma. Sono due tra i più significativi rappresentanti  dell'avanguardia artistica che, a partire dalla metà degli anni sessanta, ha espresso in Italia la più raffinata e complessa forma di teatro d'attore.


Rappresentano, nel panorama del teatro d'avanguardia, un'esperienza unica ed eccezionale; il loro modo di fare teatro si esprime attraverso la messa in scena di macchine inutili, che servono ad esprimere in modo straordinariamente pregnante l'angoscia dell'uomo nella nostra società, un'angoscia non priva di spunti di comicità – come del resto vuole il "grottesco" da loro frequentato in stile mirabile, prosciugato e asciutto – che mostrano tutto il ridicolo che c'è nella sofferenza.


L'attività di Remondi e Caporossi viaggia da diversi anni su un doppio binario: da una parte le proposte di spettacolo e il confronto con il pubblico; dall'altra la verifica di quei risultati, fatti e esperienza, ma non ancora metodo, nel confronto con le persone partecipanti ai numerosi "laboratori" effettuati.


"Sacco", il primo spettacolo (1973), è stato rappresentato per più di vent'anni sia in Italia che all'estero. Ora, curandone la regia e l'allestimento, Remondi & Caporossi trasmettono e affidano lo spettacolo a due giovani attori: Armando Sanna e Pasquale Scalzi.


"Me & Me" li vede, invece, ancora protagonisti della scena attraverso la rappresentazione di una individualità sdoppiata in due persone opposte e complementari.


 


IL LABORATORIO:


Condotto da Claudio Remondi e Riccardo Caporossi, il laboratorio, della durata di 7 giorni, è rivolto a studenti, allievi attori e attori professionisti ed è finalizzato ad uno spettacolo conclusivo in presenza di pubblico.


Un'ipotesi di laboratorio che parte davvero da zero, un'idea da cui prendere le mosse, lo spettacolo si fa aggregato di concatenazioni, d'immagini, di dinamiche interne che vanno costruendosi giorno per giorno attorno al nucleo centrale di una poetica coerente ma aperta al mutamento e in cui le caratteristiche stesse degli attori sono poste al servizio di quell'idea, ciascuno per la parte che gli compete, valorizzate al massimo grado. Il copione non è una traccia o una "scaletta" cui richiamarsi nel procedere dell'elaborazione, ma davvero una partitura finale, un diario di lavoro a posteriori che registra ciò che è stato, non ciò che sarà …Il loro itinerario di scrittura scenica, nei laboratori che caratterizzano la loro storia, è davvero ad una dimensione d'interscambio collettivo, saldamente guidato dai due artisti-leader, ma costantemente rimodellato sulle proposte, sulle invenzioni, sulle peculiarità del gruppo coinvolto.


Si riporta un frammento di un breve saggio di Renato Palazzi: "…occorre subito aggiungere che sono probabilmente in pochi, nell'ambito del teatro italiano, ad avere la percezione di un lavoro assoluto e radicale di laboratorio come Rem & Cap".


 


 


Stage di teatro danza

19-25 settembre (euro 175,00)      

 

diretto da:


 


NELLY QUETTE


Nata in Francia. Esperta di danze tradizionali europee. Partecipa alla creazione dell'Atelier di Danza Popolare a Firenze nel 1978 e tiene da allora corsi di danza in tutta Europa. Nel 1981 inizia una collaborazione con Carlo Boso, insegnante e regista di Commedia dell'Arte, curando gestualità e danze di numerose sue produzioni ("Il Falso Magnifico", "La Pazzia di Isabella", "Re Cervo" e molti altri). Collabora con Carlo Cecchi al Teatro Niccolini di Firenze nella "direzione dell'attore" (1987/1990). Docente di "Dinamica dell'Espressione" alla Scuola Di Teatro "Avogaria" di Venezia, di "Danze popolari e di corte" presso il "Laboratorio Internazionale della Commedia dell'Arte", diretto da Adriano Iurissevich  e presso l' "Accademie des arts du spectacle" de Montreuil.


 


IL LABORATORIO:


E' rivolto ad attori interessati alla gestualità e a danzatori disposti ad abbandonare l'estetica del gesto per esplorarne solo l'espressività.


Estrarre la "verità" dalla realtà sarà il perno di questo laboratorio: si affronteranno tecniche di "magnificazione" della presenza e dell'azione dell'attore-danzatore. L'arte è la ricerca della verità, della propria verità; il lavoro è la ricerca del sé. In genere si tende a lasciarsi incatenare dalle sovrastrutture; l'obiettivo del laboratorio è invece quello di andare all'osso, nella parte più interna di se stessi.


Il corso sarà articolato nei seguenti passaggi lavorativi:



  • Esplorazione del ruolo del baricentro del corpo umano (punto di equilibrio – perno del gesto -fonte della presenza);
  • Esplorazione dello spazio: distinzione e amplificazione fra proiezione e ricezione al fine di creare lo spazio-individuale e lo spazio interpersonale della ritualità;
  • Esplorazione e utilizzo della dinamica e dello spazio dentro suoni e musiche, parole e testi per un allenamento all'immaginazione viva e dinamica;
  • Creazione di sequenze di teatro-danza a partire da testi musicali, poetici e mitici, permettendo all'attore-danzatore di trovare la sua "verità" e cioè l'equilibrio tra l'essere e l'apparire.

 


 


 


Laboratorio intensivo sul teatro di Franco Scaldati

3-9 ottobre (euro 175,00)                                  

 


diretto da:


 


FRANCO SCALDATI


Scrittore, attore e regista palermitano, Scaldati e la sua città sono un tutt'uno: impossibile parlare di uno senza l'altra. Una simbiosi, un corpo unico. La lingua dialettale viene da lui utilizzata come lingua straniera. Uno degli esponenti europei del Teatro di Poesia, si afferma alla fine degli anni '70 con il testo "Il pozzo dei pazzi". Non si è mai fermato su se stesso, sviluppando, nell'ultimo decennio della sua lunga attività, una fase nuova della sua ricerca teatrale nella quale la drammaturgia coincide con gli spazi nuovi, da lui esplorati e vissuti con il suo ensemble di giovani attori. Il Giardino dell'Albergheria di Palermo è sede naturale del suo ultimo teatro, quello che lui stesso definisce d'Incantamenti. "Pupa Regina opere di fango", scritta nel febbraio 2003, è un'opera che evoca le atmosfere sommerse del Giardino dell'Albergheria. Il suo è un teatro di voci, un teatro che sembra addirittura superare il Teatro di Poesia.


Pur essendo una delle figure più rilevanti nella scena italiana della seconda metà del '900 è, di contro, anche lo scrittore più appartato. Nonostante la ricchezza, la sua produzione per il teatro (e non solo) è in buona parte inedita, sebbene si tratti di un'opera di notevole valore artistico che egli ha prodotto dagli anni Settanta a oggi. Scaldati ha svolto un'attività degna di rilievo, aprendo teatri indipendenti (Teatro & C., Re di Coppe, Il Piccolo Teatro), ospitando compagnie di punta nella ricerca (Cecchi, Corsetti, Martone, Leo), animando la vita teatrale di Palermo in anni in cui le istituzioni non erano così illuminate come oggi. Ha rappresentato per molti giovani che poi si sono dedicati al teatro, alla letteratura, all'arte, un percorso artistico esemplare.


 


IL LABORATORIO:


Il laboratorio prevede la partecipazione di dieci-quindici allievi e si concluderà con uno stage al quale prenderanno parte, in qualità di allievi attori, tutti i partecipanti al laboratorio.


Gli allievi avranno modo di confrontarsi sia con la lettura in "lingua siciliana" che con le varie fasi della realizzazione di uno spettacolo, da un lavoro sulla voce e sulle sonorità ad un lavoro specifico sul corpo e sui movimenti, da uno studio sui testi scaldatiani ad un percorso di corretta relazione con la scena. Il lavoro di Scaldati, così come avviene nei laboratori all'Albergheria di Palermo, tende a valorizzare il più possibile le persone che si confrontano con il suo mondo poetico e teatrale, le energie e i valori umani che esse mettono in campo e, di conseguenza, il grande valore delle relazioni che si riescono ad instaurare.


Il programma prevede incontri giornalieri della durata minima di 3 ore per un massimo di 4 ore.


Gli incontri verteranno sulla conoscenza della lingua e dei testi e sull'uso della voce e delle tecniche di recitazione proprie del teatro di Scaldati e saranno guidati dallo stesso autore insieme ad un suo stretto collaboratore ed assistente alla messa in scena.


 


 


 


 


Corso informativo teorico-pratico sul "metodo mimico" di Orazio Costa                      


19-25 settembre (euro 175,00)


 


diretto da:


 


ALESSANDRA NICCOLINI


Danzatrice, ricercatrice coreografica e coreografa mimica. Docente di danza classica e danze storiche. Regista collaboratrice in diversi spettacoli di Luigi Maria Musati. Assistente ai movimenti danzati dello spettacolo "Peer Gynt" di Luca Ronconi. Esperta del "metodo mimico" di Orazio Costa, di cui è stata assistente. Alessandra Niccolini incontra il Metodo Mimico nei primi anni ottanta quando ha già all'attivo numerosi anni di studio e d'insegnamento della danza.


Inizia il percorso di studio del Metodo Mimico al Centro Avviamento all' Espressione di Firenze


L'incontro con il Maestro proseguirà sempre più intensificandosi, sia come allieva, nei numerosi corsi tenuti da Costa, sia con incontri personali finalizzati ad una riflessione sul rapporto tra il Metodo Mimico e la danza e con l'avvio del percorso di docente di Metodo Mimico a Firenze.


Nel 1985 Costa propone alla Niccolini di occuparsi dell'insegnamento della danza con il Metodo Mimico alla Scuola d'Espressione e Interpretazione Scenica di Bari e per tre anni tra la Niccolini e il Maestro nasce un intenso scambio di riflessioni sia teorico che pratico intorno alla didattica mimica.


Alessandra Niccolini sperimenta a Bari una didattica per la danza che prenderà il nome di Danza Mimica e proseguirà la ricerca anche a Firenze costituendo un gruppo di sperimentazione, inoltre il Metodo Mimico diventerà l'esperienza professionale fondante il suo insegnamento.


Ritornata a Firenze collaborerà come assistente del Maestro e come docente di Metodo Mimico sia a Firenze che diffondendolo in numerose altre realtà a cui veniva invitata.


Nel 1993 è assistente di Orazio Costa nel corso di specializzazione dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica e inizia la sua attività di docente di Metodo Mimico in Accademia.


Durante il periodo di insegnamento in Accademia sviluppa una didattica mirata sempre di più alla formazione dell'attore e diffonde il Metodo Mimico anche all'estero in occasione delle Tournee promosse dall'Accademia in collaborazione con Accademie, Università e Teatri internazionali.


Alessandra Niccolini rimarrà discepola del Maestro fino all'ultimo giorno della sua vita quando si troverà al suo fianco nel letto dell'ospedale, ricevendo fino alla fine ancora suggerimenti e sollecitazioni dal Maestro per l'insegnamento del Metodo Mimico.


Attualmente è docente di fondamenti del metodo mimico di Orazio Costa all'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma e sta cercando, insieme a giovani allievi interessati allo studio del Metodo Mimico di creare a Firenze un gruppo di studio e di ricerca per l'approfondimento del metodo. 


 


CENNI STORICI SUL METODO MIMICO:


 


Il Metodo Mimico è stato ideato dal Maestro Orazio Costa, uno dei maggiori esponenti del Teatro del '900 in qualità di teorico, regista e pedagogo teatrale.


Per quanto concerne l'attività di regista si può trovare ampia documentazione nell'Enciclopedia dello Spettacolo e, per quanto riguarda la sua attività teorico pedagogica si può trovare nei saggi di Maricla Boggio editi dalla Bulzoni Editore, nel 2001 Il Corpo Creativo e nel 2004 Mistero e Teatro; oltre la Tesi di Laurea di Gian Giacomo Colli Una Pedagogia dell'Attore, pubblicata sempre dalla Bulzoni nella II Edizione riveduta e accresciuta del 1996.  


La sua teoria pedagogica inizia a prendere luce già nel 1937 in occasione dell'incontro con Jacques Copeau e dal 1944, quando inizia il suo insegnamento all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico", fino all'ultimo giorno della sua vita, continuerà ad elaborare sperimentare e diffondere la sua proposta.


La proposta pedagogica costiana prende forma in una prassi metodologica che solo verso il 1950 prenderà il nome di Metodo Mimico anche ufficialmente.


 


IL METODO MIMICO:


Quando si parla d'atto mimico conviene inizialmente rivolgere l'attenzione a tutte quelle azioni fisiche quotidiane che scaturiscono dall'interazione con gli oggetti.


"LA MIMICA NON È IMITAZIONE", ma soggettivazione, un atto cioè in cui il soggetto svolge un ruolo fondamentale.


Le qualità percepite dell'oggetto da parte dell'uomo non sono le qualità oggettive dell'oggetto, ma le qualità soggettivamente percepite dal soggetto in base alle intenzioni o aspettative d'ogni particolare circostanza in cui il soggetto si trova e  che determinano selezioni diverse ogni volta.


Per Costa  "fare analogie" è il cuore dell'arte.


Quando un bambino corre con le braccia aperte e il naso all'insù, di fatto, "recita" ovvero "ri-cita" il suo aereo o il suo uccello, solo per un'insopprimibile istinto mimico che lo spinge a conoscere il mondo con invenzione ed espressività.


Anche l'immedesimazione promossa dalla fruizione nel suo aspetto più semplice, prima d'ogni altra implicazione più complessa, è già, di fatto, un'interpretazione


 Proprio per il principio analogico che muove ogni nostra percezione.


Non c'è arte che si possa fare senza muovere il nostro corpo e non c'è fruizione che non muova azione interna e che, se viene esternata, può diventare una produzione d'arte a sua volta.


"L'albero, mimato e rivissuto, la nuvola, il fiore, l'animale, la luna;l'acqua, la roccia, il mare il vento(anche se invisibile) diventano esperienze interiori concrete.


Tanto che non solo possono manifestarsi in atti e forme, quasi danze,individuando i ritmi propri di ogni oggetto, ma possono produrre modificazioni dell'apparato respiratorio e fonatorio(che assume del tutto spontaneamente, in parallelo, le forme assunte esternamente dagli arti) che diventa capace di emettere suoni strettamente analoghi , o meglio, riferibili, alle forme esteriormente assunte".


L'atto mimico quindi, se propriamente eseguito, consente di produrre suoni e parole che sono analogiche (riferibili, come dice Orazio Costa) all'oggetto mimato. Da qui la necessità di "risvegliare l'istinto mimico"; tale risveglio lo si attua con un periodo di ricerca e di mimazione degli oggetti naturali.


 


 


 


 


LO STAGE:


Lo stage prevede un numero massimo di 15 partecipanti, avrà la durata di una settimana e sarà articolato in lezioni di 4 ore al giorno.


E' rivolto ad attori, danzatori  ed allievi attori sufficienemente informati sul tipo di studio.


Gli incontri si svolgeranno con un intervento teorico introduttivo e proseguiranno con la sollecitazione dell'istinto mimico attraverso un percorso sui 4 elementi della natura: terra, aria, acqua, fuoco.


L'approccio con la poesia può essere inserito negli ultimi giorni anche in base alla risposta degli allievi che, nel caso fosse non sufficiente, non potrebbero concretamente intuire il tipo di linguaggio; in tal caso il discorso informativo tra Metodo Mimico e poesia verrà esposto solo in via teorica.


Nel caso di persone con patologie fisiche in atto che potrebbero incorrere in maggiori difficoltà nell'eseguire con il corpo delle improvvisazioni, possono partecipare al corso come osservatori.


 


PER INFORMAZIONI:     3280956258 – 3402633527


                                   3498773881 – 3289484540


                                   internocinque@libero.it


 


                                  www.festivaldellattore.it

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