Your Name., di Makoto Shinkai

Shinkai guarda alle stelle, eppure resta ad altezza d’uomo. Si muove in un luogo senza reali limiti, interpretando le crisi del mondo attraverso la sola estasi del sentimento. Fino a travolgerci tutti

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In Your Name., e in generale nel cinema di Shinkai, le distanze che separano i giovani protagonisti – e i loro corpi – sono destinate ad assottigliarsi, implodere, fino a trascinare nella loro obliterazione tutto ciò che in prima battuta ha creato i presupposti per quella stessa separazione. Vediamo così i mondi cambiare improvvisamente le coordinate spaziali, rivoluzionare le proprie regole o logiche fisiche, per poi assestarsi su un livello ideale, puro. Cioè in quell’unica dimensione capace di connettere storie e destini, e legarli ad un sentimento d’amore talmente semplice e genuino, da travolgere ogni fotogramma e scenario. Al punto che la ricerca ossessiva dell’altro, appare come la cosa più importante al mondo. Quasi fosse l’unica soluzione in grado di garantire alla società una via di fuga dal vuoto in cui si sta inabissando.

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Perché in Your Name. la progressiva cancellazione della distanza (fisica, emotiva, temporale) tra i due personaggi è ciò che lenisce le ferite del mondo, anche in faccia alle calamità ecologiche. Finché Mitsuha e Taki restano separati, il paese non ha possibilità di scampare al disastro. La cometa sta arrivando, e nulla può fermare il binomio di morte e devastazione che sta per attraversare (o che ha già attraversato?) la piccola comunità di Itomori. Ma come sempre accade in Shinkai, anche qui la risoluzione delle crisi macrocosmiche può (e deve) passare da un piano di natura diversa, più intimo e personale, che intreccia emozioni e sentimenti, e trascende spazi e tempi apparentemente inconciliabili. Solo così le barriere che impediscono ai ragazzi (e potremmo dire, al film) di abbracciare definitivamente quelle pulsioni incontrollabili dell’animo umano arrivano a collassare. Cancellando in nome di un sentimento più alto, quasi estatico per come accorpa sogni e destini collettivi, tutte le tracce di diversità. Di cultura, di percorsi e di genere.

In questo senso i continui “scambi corporei” vissuti quotidianamente dai due ragazzi sono solo il riflesso di una realtà che ha mutato le proprie coordinate, in vista di una sovrapposizione netta (e mai inverosimile) tra le dimensioni interiori dei protagonisti – e quindi il sentimento d’amore che li unisce – e il destino in(variabile) del mondo. Perché se Your Name. è in grado di rendere coeso ed esaltante il percorso di avvicinamento/innamoramento di due adolescenti calati in cornici temporalmente incompatibili, è proprio per la sua smaccata capacità (o forse, ingenuità) di liberarsi dei fardelli della credibilità scenica, e di interpretare il mondo attraverso la sola estasi del sentimento. È così che il “Giappone” che ci presenta Shinkai appare come un luogo senza reali limiti. In cui anime diverse possono abitare lo stesso corpo, e in cui la traiettoria apocalittica di una meteora può essere sventata con la sola forza dei legami emotivi, che trascendono ogni possibilità o confine umano. Riposizionando così la necessità del ricongiungimento al centro della sfera sentimentale dell’uomo.

E in continuità con gli epiloghi di La voce delle stelle e di Oltre le nuvole – ma anche del più recente Suzume – ai protagonisti di Your Name. non resta allora che convertire la lontananza in prossimità. Il loro sentimento ha cambiato il corso del mondo, eppure ciò che conta è il significato che quell’odissea emotiva ha avuto per le loro vite. Adesso li vediamo uno accanto all’altro, non più separati da una distanza che ha (s)travolto desideri e ricordi, oltre che l’universo intero. I due si passano di fianco, si sfiorano senza neanche toccarsi, lì su quella scalinata-icona che è già entrata nell’immaginario collettivo nipponico, per poi incrociare finalmente gli sguardi. “Come ti chiami?” urlano i due all’unisono, increduli per come le parole non gli si strozzino più in gola. Per loro è davvero arrivato il momento di conoscersi. Di strillare a cielo aperto i propri desideri. Liberi, senza più attese, di amare.

Titolo originale: Kimi no Na wa.
Regia: Makoto Shinkai
Voci: Ryunosuke Kamiki, Mone Kamishiraishi, Ryo Narita, Aoi Yuki, Nobunaga Shimazaki, Kaito Ishikawa, Kano Tani, Masaki Terasoma, Sayaka Ohara, Kazuhiko Inoue, Masami Nagasawa, Kana Hanazawa, Chafurin
Distribuzione: Nexo Digital, Dynit
Durata: 106′
Origine: Giappone, 2016

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
2.5 (4 voti)
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