"You're Next", di Adam Wingard

Digerendo la lezione dell’ultimo Craven il giovane Wingard orchestra un delirante e onesto divertissement di genere, sorta di catalogo di stilemi horror anni ’70: una casa, una famiglia, un gruppo di “animali” assassini. Niente di nuovo, certo, ma in You’re Next c’è la prova più evidente di come in America la spettacolarizzazione delle proprie paure ataviche possa trovare in ogni epoca il modo di farsi cinema

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you're nextCome ripensare lo slasher movie dopo il “definitivo” Wes Craven? Azzardiamo due risposte: il ritorno alle origini della paura azzerando l’ammiccamento e tentando di amplificare le ambiguità del cinema e dello spettatore, in un primo grado di lettura (come nell’interessante The Strangers di Bryan Bertino); oppure digerire completamente la lezione dell’ultimo Craven amplificando a dismisura il lato ludico e (ri)creativo dell’atto del filmare, in un secondo o terzo grado di lettura per ogni immagine e situazione. Ed è chiaramente la seconda strada che intraprende il giovane Adam Wingard in questa sorta di catalogo di stilemi dell’horror americano (anni ’70 soprattutto), rimanendo costantemente e pericolosamente in bilico tra la tradizionale costruzione narrativa e i continui deragliamenti verso un gore barocco e ammiccante.

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E allora: qui non manca proprio niente della vecchia ricetta dell’home invasion. Una bella e grande casa in campagna, una numerosa famiglia che si riunisce, una madre un po’ disturbata e un padre ex militare, le fidanzate dei figli tutte belle e avvenenti fanciulle. È la “famiglia riunita” che fa esplodere di nuovo i demoni del rimosso, tensioni sopite sotto i sorrisi e i regalini di circostanza, magma ribollente che si materializza nelle inquietanti sembianze di un gregge assassino: gli spietati killer mascherati da animali e armati di balestra, accetta, machete. Non ci mette molto Wingard a scoprire le sue carte, facendo scivolare ben presto il teatrino familiare in improvvisi e a tratti esilaranti sfoghi isterici che preludono l’attacco della casa (una costante del cinema americano…) con la morte violenta dei suoi abitanti. E, guarda caso, il primo a “vedere” e poi a “morire” con una freccia piantata in un “occhio” sarà proprio il personaggio che si presenta come il regista…

Solo puro e catartico divertissement di genere pertanto? No, non solo. Innanzitutto qui si ribalta politicamente il cliché della bella del gruppo che “cade” per prima, con il personaggio della protagonista Erin (Sharni Vinson, che balla ancora…) trasformata in donna forte e cazzuta, la vera cacciatrice di “animali”. E poi per quella sottile inquietudine che serpeggia nel delirio esagerato e autocompiaciuto, affidata alla ripetizione ossessiva e alla lunga perturbante della canzone Lookin’ for the Magic firmata Dwight Twilley Band: ennesimo richiamo alla magia immaginifica anni ’70. Insomma: non siamo lontanamente ai livelli di Craven, è chiaro, ma in You’re Next si avverte una profonda onestà nel rimettere in scena la tradizione, la prova più evidente di come in America la spettacolarizzazione delle proprie paure ataviche (lo straniero, la casa, ecc) possa trovare in ogni epoca e con ogni mezzo il modo di farsi cinema. Ecco perché questo genere non morirà mai.

Titolo originale: Id.

Regia: Adam Wingard
Interpreti: Sharni Vinson, Rob Moran, Barbara Crampton, Joe Swanberg, Wendy Glenn
Origine: USA, 2011
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 96'

 

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