Zinder, di Aicha Macky

In concorso al Filmmaker Festival di MIlano, Aicha Macky presta il suo sguardo agli abitanti di Zinder, seconda città del Niger, raccontando le loro storie di sopravvivenza quotidiana.

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Due uomini sfrecciano su una motocicletta per le polverose strade di una città africana, uno di loro regge una bandiera che rappresenta un bodybuilder circondato da quattro svastiche e la scritta “Hitleur”. Si tratta di Sinya Boy e di un altro membro del “Palais Hitler”, una delle gang di giovani disoccupati e senza futuro che affollano le strade di Zinder, la seconda città più grande del Niger. Aicha Macky, sociologa e cineasta originaria di questa città, si addentra in uno dei quartieri più poveri ed emarginati di Zinder, dando voce ai problemi di una generazione esclusa dalla vita sociale e dimenticata dalle istituzioni.

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Zinder nasce dalla volontà della regista di puntare i riflettori sulla difficile situazione di vita degli abitanti di Kara Kara, quartiere periferico nato come ghetto per lebbrosi e malati, oggi casa di un vasto numero di giovani totalmente privi di istruzione e di prospettive per il futuro. Costretti ad arrabattarsi con lavori illegali e pericolosi, senza nessun obiettivo se non quello della sopravvivenza quotidiana. Il documentario segue le fatiche e le aspettative di Sinya Boy, giovane membro degli “Hitler”, prossimo a diventare padre e con il sogno di aprire un’agenzie di sicurezza; Bawa, un ex capo gang ora alla guida di un taxi e Ramsés, ermafrodito che contrabbanda benzina al confine tra Niger e Nigeria.

L’operazione più sorprendente di Zinder è la capacità della regista di inserirsi, con la sua visione femminile, in un universo violento e totalmente maschile, facendosi accettare dei membri dei “palais” così da poter prestare il suo sguardo alle necessità della sua gente. Il documentario non è tanto un film sugli abitanti di Kara Kara, quanto un film scritto con gli abitanti di Kara Kara. In cui la brutalità e la violenza non è mai mostrata direttamente, ma evocata dai racconti dei suoi protagonisti e dalle cicatrici che tutti portano sul corpo.

Aicha Macky riesce a creare uno splendido parallelo tra la pelle degli abitanti di Zinder e il paesaggio del Niger. Grazie alla videocamera i corpi si trasformano in terreni desolati, solcati dai crateri delle ferite e dai tagli che raccontano di un passato violento, un passato che gli abitanti di Kara Kara stanno cercando di superare nella speranza di un futuro migliore.

Dopo essere stato in concorso al Visions du Réel Film Festival, Zinder è attualmente in concorso al Filmmaker Festival di Milano.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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