59° TrentoFilmfestival

Dal 28 aprile all’8 maggio

 

 

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LA MONTAGNA È IN FESTIVAL
 
Dal 28 aprile all’8 maggio Trento torna a essere la capitale internazionale della montagna grazie al TrentoFilmfestival, la prima rassegna cinematografica al mondo per età e importanza, dedicata alla magia delle vette. Un momento unico per il capoluogo trentino che sarà sotto i riflettori della cultura internazionale grazie alla miriade di appuntamenti proposti in vari punti della città. L’occasione ideale per trascorrere alcuni giorni immersi nell’incantata dimensione della montagna, esplorata e proposta in tutti i volti dalla kermesse.
Una “ferrata” lunga 11 giorni, in cui si avvicenderanno numerosi e importanti nomi della cultura, dello spettacolo e dell’alpinismo, che si concluderà con l’assegnazione delle Genziane, rivisitate da Mastro 7 in occasione dell’edizione numero 59, domenica 8 maggio.
 
Esordio ufficiale della storica kermesse istituita dal Club Alpino Italiano e dai Comuni di Trento e Bolzano, venerdì 29 aprile con la proiezione del muto Der Grosse Sprung, di Arnold Fanck, musicato dal vivo dal violoncellista Mario Brunello, che insieme a Saverio Tasca e al celebre Coro della SAT diretto da Mauro Pedrotti, eseguirà le musiche originali di Giovanni Bonato. Un primo assaggio alla serata di grande cinema che ci sarà il giorno successivo con Cave of forgotten dreams, l’anteprima italiana del primo film in 3D di Werner Herzog. Il maestro tedesco sarà presente anche come produttore e sceneggiatore di un film che parteciperà al Concorso Internazionale, punta di diamante delle diverse sezioni cinematografiche del festival. Tra queste, la novità del 2011 è Destinazione Finlandia, il programma cinematografico che inaugura un nuovo corso del festival, da quest’anno in viaggio alla ricerca di culture gemelle. Non solo film dedicati alla Finlandia, anche il meglio della letteratura finlandese, che troverà posto tra le file di MontagnaLibri, in festa per i suoi primi 25 anni. A festeggiare la rassegna editoriale ci saranno Erri De Luca, Neri Marcorè, Mauro Corona, Enrico Brizzi, per citare solo alcuni dei protagonisti dei numerosi appuntamenti con la letteratura di montagna. Anche gli appassionati dell’alpinismo non resteranno delusi: Reinhold Messner, Leo Houlding e Simone Moro ci porteranno dove solo pochi riescono ad arrivare con quattro serate-evento all’insegna dei ricordi e delle emozioni di alcune storiche imprese. Lascerà stupiti anche Rivers of ice: vanishing glaciers of Himalaya, mostra di denuncia sul drammatico ritiro dei ghiacciai di David Breashears, per la prima volta in Europa al TrentoFilmfestival.
 
Il TrentoFilmfestival inoltre, da alcune edizioni, si caratterizza come una manifestazione eco-friendly, sempre più “verde” e amica dell’ambiente, che sceglie di essere a basso impatto ambientale: auto elettriche e biciclette a disposizione degli invitati per gli spostamenti, ingresso ridotto per chi utilizza gli autobus, raccolta differenziata in tutti gli spazi e sedi della manifestazione, utilizzo di materiali biodegradabili o riutilizzabili nei luoghi di ristorazione della manifestazione, spuntini e ricevimenti “a chilometro zero” con prodotti del territorio, forniture di energia certificata proveniente da fonti rinnovabili.
Un’ eco-festa anche a misura di bambino, a cui sono dedicate proiezioni al cinema, appuntamenti al Parco dei Mestieri della montagna, la mostra dei Mumin finlandesi, lo spazio MontagniLandia e una lettura di Salgari.
 
Chi ama la vacanza attiva, inoltre, durante il festival potrà scoprire Trento e il territorio che la circonda,
attraverso alcuni trekking urbani e non, da percorrere a piedi, in mountain bike o su asini, nati grazie alla collaborazione dell’Azienda per il Turismo di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi e di alcune aziende sponsor tecnici della rassegna.
 
 
 
 
 
 
SCALATA ALLE VETTE DEL CINEMA

Sguardi internazionali al festival più antico del cinema di montagna, con anteprime europee ed italiane d’eccezione: doppietta per Werner Herzog che firma la regia di “Cave of forgotten dreams” e la scrittura di “Happy People, a year in the Taiga”, film che si contenderà i palmares con “180° South” del regista Chris Mallory e “Alpi” del fotografo Armin Linke. 128 i film a partire dalla proiezione del film muto musicato dal vivo “Der Grosse Sprung” (Il grande salto) firmato da Arnold Fanck. Fuori concorso Enrico Brizzi presenterà in anteprima assoluta “Italica 150”, il documentario realizzato durante il viaggio a piedi dalla Vetta d’Italia a Capo Passero. “Nanga Parbat”, il film sulla sfortunata avventura di Reinhold Messner, torna al festival in versione 3D.
 
Tutto il meglio del cinema in verticale è in arrivo sugli schermi del TrentoFilmfestival: la selezione cinematografica dell’edizione 2011 vede infatti numerose anteprime mondiali e italiane, a partire da Cave of Forgotten Dreams (La grotta dei sogni dimenticati), primo documentario in 3D del maestro tedesco Werner Herzog, che dopo la premiere allo scorso festival di Toronto e la prima europea alla recente Berlinale, avrà sabato 30 aprile a Trento la sua anteprima italiana.
Filmato in gran parte all’interno della grotta Chauvet in Francia, dove solo a pochi esperti è concesso accedere, la straordinaria prima opera 3D di Herzog svela allo spettatore le più antiche pitture mai rintracciate (si stima risalgano a oltre 30mila anni fa), immagini di una modernità e stile che lasciano tuttora allibiti gli specialisti, e che le sue parole e il commento musicale trasformano nell'ennesima visione trascendentale della sua filmografia.
 
Per Sergio Fant, nuovo coordinatore del programma cinematografico del TrentoFilmfestival, «La prima italiana di Cave of Forgotten Dreams sarà il modo migliore non solo per calarci, è il caso di dirlo, nel programma di questa 59esima edizione, ma anche per guardare al futuro del festival (e del cinema) accompagnati da un maestro che con i suoi film, così spesso estaticamente attratti dalle inquiete meraviglie della natura e della montagna, resta una figura di riferimento per il TrentoFilmfestival alla vigilia del suo 60° anniversario».
Dopo l'apertura ufficiale del festival venerdì 29 aprile all’Auditorium Santa Chiara, con la proiezione del classico muto Der Grosse Sprung (Il grande salto), film del 1927 del regista tedesco Arnold Fanck con le musiche originali di Giovanni Bonato eseguite dal violoncellista Mario Brunello con Saverio Tasca alle percussioni, insieme al celebre Coro della SAT diretto da Mauro Pedrotti (una co-produzione di TrentoFilmfestival e I Suoni delle Dolomiti in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna – Cineteca Storica e Videoteca, Antiruggine), Cave of Forgotten Dreamssarà l'evento speciale che sabato 30 inaugurerà l'intensa settimana di proiezioni al Cinema Modena (sono 128 quelle in programma), le cui 3 sale ospiteranno fino a domenica 8 maggio sia il Concorso internazionale (27 opere), tradizionalmente concentrato sul documentario e il cortometraggio, che le sezioni parallele del festival: oltre a quelle confermate come "Alp&Ism" (27 opere),"Terre alte" (16 opere), "Eurorama" (12 opere) e la selezione di lungometraggi di fiction (15 opere), alcune novità introdotte in questa edizione: come "Destinazione… Finlandia" (programma dedicato a un paese, regione o cultura, all'esordio con 11 recenti film finlandesi) e "Orizzonti vicini" (14 film realizzati in Trentino-Alto Adige o da autori nati o attivi in regione).
 
Alla conquista della Genziana d’oro
C'è ben più che lo zampino di Werner Herzog anche in un’ altra anteprima italiana, questa volta in Concorso: Happy People, a year in the Taiga, documentario sulla dura vita nella Siberia russa firmato dal regista
Dmitri Vasyukov, ma presentato, prodotto, scritto e narrato da Werner Herzog, protagonista così a Trento con
entrambi i suoi due più recenti progetti.
Pluripremiato nei festival internazionali e in anteprima italiana a Trento il documentario in Concorso Into Eternity del regista danese Michael Madsen porta in questa rassegna, da sempre attenta alle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile, il tema attualissimo della sicurezza nucleare. Il regista documenta la costruzione nel nord della Finlandia del primo deposito di scorie nucleari di nuova concezione, progettato per
 
 
durare almeno 100mila anni: più di qualsiasi altra costruzione o manufatto umano mai esistito. Le immagini
straordinarie di una grande sfida ingegneristica si intrecciano alle voci di studiosi e scienziati che, oltre il dualismo pro o contro il nucleare, si confrontano con il mistero che tutt’ora rappresenta l’energia atomica, e con la sfida di pensare al suo destino, insieme a quello della nostra civiltà.
Al TrentoFilmfestival anche l’anteprima europea di 180° Southdel regista Chris Mallory con protagonisti due vere leggende dell’alpinismo e della cultura dell’outdoor: Yvon Chouinard e Doug Tompkins, celebri non solo come sportivi e avventurieri, ma come fondatori di due noti brand come, rispettivamente, Patagonia e The North Face. Quarant’anni dopo l'americano Jeff Johnson ripercorre il viaggio dei due dalla California alla Patagonia, tra onde gigantesche da cavalcare e montagne inesplorate da scalare. Proprio in Patagonia Jeff incontrerà i suoi due eroi, ritornati alla fin del mundo per impegnarsi a preservarne il territorio e la natura selvaggia minacciata dall'inquinamento.
La montagna verrà vista da un punto di vista radicalmente diverso, quello dell’arte contemporanea, nel film Alpidel fotografo e artista Armin Linke, alla prima proiezione italiana pochi giorni dopo la prima mondiale al festival svizzero di Nyon, presentata in collaborazione con la Fondazione Galleria Civica – Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento. Una lettura prettamente visuale del paesaggio alpino fra trasformazioni ambientali, culturali e produttive, con le cime alpine che ispirano a Dubai la più imponente struttura al mondo per lo sci al coperto, o diventano sfondo per le ultime produzioni di Bollywood.
Tra le opere in concorso anche Der Bergfürst, del regista tedesco Philip Vogt, girato in Albania sulle tradizioni legate alle figure dei capi-bastone che regolano il kanun, il sistema di leggi arcaiche che ancora vigono nelle zone rurali di montagna. Ma seguendo il Concorso del TrentoFilmfestival gli spettatori viaggeranno verso i territori montuosi di tutto il mondo: dal Sud America di Mi Chacra di Jason Burlage al Tibet di Summer Pasture di Lynn True, entrambi americani, dalla Lapponia di Salla – Selling the Silencedel finandese Markku Tuurna alle montagne del Portogallo di Pare, Escute, Ohle di Jorge Pelicano.
 
L’avventura continua
I documentari di alpinismo e avventura hanno scritto la storia del TrentoFilmfestival. Anche questa edizione propone il meglio delle produzioni internazionali recenti, opere in anteprima nazionale e mondiale con protagonisti personaggi d’eccezione. Oltre al già citato 180° Southsono tre i lungometraggi e due i corti in particolare di alpinismo nel Concorso principale, a cui vanno aggiunti i ben 27 titoli proposti dalla sezione specifica Alp&Ism.
The Asgard Project del regista Alastair Lee vede protagonista l’alpinista britannico Leo Houlding alle prese, insieme allo statunitense Stanley Leary, con la prima ascensione in libera della Torre Nord del Monte Asgard, sull'isola di Baffin nel cuore dell'Arcipelago Artico. Houlding sarà anche uno degli ospiti speciali del festival, e racconterà al pubblico le sue scalate estreme nella serata in programma il 5 maggio all’Auditorium S. Chiara di Trento.
Lo svizzero Ueli Steck è invece al centro di The Swiss Machinedel regista americano Peter Mortimer, sulle sua scalate veloci su grandi pareti. Ruedy Beglinger, guida alpina svizzera trapiantata nelle montagne vergini della British Columbia, è il protagonista di A Life Ascending, la cui vita è sconvolta dalla tragica valanga che costerà la vita di sette membri di una sua spedizione. In Declaration of Immortalitylo straordinario sguardo d'autore del regista polacco Martin Koszalka racconta il rifiuto opposto da uno dei climber più forti, il connazionale Piotr "Mad" Korczak, all’inesorabile declino imposto dal tempo. Mentre, a conferma delle sorprese che riserva il genere, vedremo come una spedizione nelle zone più estreme della terra possa trasformarsi nel racconto di una dolce storia d’amore, come succede in What Happened on Pam Island con protagonista la coppia di alpinisti Eliza Kubarska e David Kaszlikowski.
Le 27 opere in concorso saranno valutate dalla Giuria internazionale del 59° TrentoFilmFestival, composta dal regista, fotografo e alpinista americano David Breashears, dall’etnologa e documentarista francese Marianne Chaud (vincitrice della scorsa edizione del festival con Himalaya, le chemin du ciel),dalla documentarista finlandese Leena Pasanen, dal videoreporter Giorgio Fornoni e dal regista altoatesino Andreas Pichler.
 
 
Destinazione…Finlandia
Con la nuova sezione "Destinazione… " il TrentoFilmfestival invita il suo pubblico alla scoperta di un paese o una regione affini agli ambiti d’interesse della manifestazione, attraverso il suo cinema.
La Finlandia, paese sospeso tra tradizione e modernità, tra natura e tecnologia, vanta una produzione cinematografica – specialmente nell'ambito del documentario – senza dubbio tra le più interessanti non solo a livello europeo, come testimoniano le presenze e i successi dei film finlandesi nei festival di tutto il mondo.
Questo "viaggio" in direzione della Finlandia ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata Finlandese in Italia e di VisitFinland, ente nazionale di promozione turistica finlandese, e conta sulla collaborazione di Finnish Film Foundation.
Tra gli undici film della sezione, tutti recentemente visti e premiati nei festival internazionali, qui in gran parte in prima italiana, da citare Freetime Machosdel regista Mika Ronkainen, ironica cronaca delle disavventure della squadra di rugby più a nord del pianeta; Steam of Life, viaggio attraverso le saune della Finlandia, dove gli uomini si purificano sia fisicamente che umanamente, scambiandosi racconti di esperienze di vita, toccanti storie d'amore, morte, d'infanzia e amicizia. Variante sul fronte del cinema narrativo sarà il recente film campione di incassi Lapland Odissey, comica odissea di tre perdigiorno tra sfide, ostacoli e tentazioni nel pieno dello sconfinato paesaggio lappone.
 
Made in Italy
Oltre che per i film dai maggiori festival internazionali, il TrentoFilmfestival rimane un’importante vetrina per il cinema italiano, quest'anno particolarmente rappresentato sia in Concorso sia nelle altre sezioni.
Oltre ad Alpi di Armin Linke sono presenti in competizione Yuri Ancarani con Il capo, il cortometraggio italiano al momento più di successo nel mondo, filmato nelle cave di marmo delle Alpi Apuane; Isabella Sandri e Giuseppe Gaudino con Per questi stretti morire, già presentato nella sezione Orizzonti dell'ultima Mostra di Venezia, sulla vita del celebre missionario ed esploratore Padre Alberto Maria de Agostini; Il popolo che mancadei registi Andrea Fenoglio e Diego Mometti (che ritornano a Trento, il festival che li ha scoperti) sullo spopolamento delle montagne cuneesi; Cielo senza terradi Giovanni Maderna e Sara Pozzoli, e il sorprendente corto Non si può nulla contro il ventodel collettivo di artisti Flatform, attivo tra Milano e Berlino.
 
Oltre la sfida
Fuori Concorso al TrentoFilmFestival Enrico Brizzi presenterà sabato 7 maggio, in anteprima assoluta, Italica 150, il documentario realizzato dalla regista Serena Tommasini Degna durante il viaggio a piedi di Brizzi per 2161 km dalla Vetta d’Italia a Capo Passero, compiuto assieme agli amici camminatori dell’associazione Francigena XXI in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Cave of Forgotten Dreams di Herzog non sarà l’unico film 3D del TrentoFilmfestival, che ripropone anche Nanga Parbat, il film del regista Vilsmaier sulla sfortunata avventura di Reinhold Messner già vincitore lo scorso anno a Trento del Premio SNGCI “Luciano Emmer” e del Premio del pubblico, in un’inedita versione tridimensionale, per rendere ancora più vertiginosi i paesaggi e le sequenze del film.
Con l’anteprima italiana di Rare Exports infine, in collaborazione con P.F.A. Films che lo distribuirà in Italia, quest'anno a Trento Babbo Natale arriverà a maggio, ma non sarà proprio quello a cui siamo abituati. Questa esilarante avventura ambientata nell'estremo nord della Scandinavia, che non risparmia ironia ed effetti speciali, è stata applaudita in tanti festival, in particolare dedicati al cinema di genere, e sarà senza dubbio l'appuntamento più frenetico e coinvolgente proposto dal programma cinematografico del festival.
 
Il programma del 59° TrentoFilmfestival sarà on line su www.trentofestival.it a partire da metà aprile.
Info per spettacoli ed eventi: tel. 0461/986120
Info per le proiezioni presso il Cinema Modena: tel. 0461/260399
Info per prenotazioni hotel, pacchetto vacanza TrentoFilmfestival (weekend e short break): APT Trento Monte Bondone Valle dei laghi, tel. 0461/2160, informazioni@apt.trento.it.
 
 
AUGURI MONTAGNALIBRI
 
Il festival nel festival compie un quarto di secolo e si prepara a grandi festeggiamenti con una montagna di protagonisti: Erri De Luca, Neri Marcorè, Mauro Corona, Enrico Brizzi, per citarne solo alcuni. Undici giorni di incontri con gli autori, dibattiti, presentazioni, reading, mostre e spettacoli che approfondiranno i diversi aspetti della montagna accompagnando la rassegna di film dedicati alle vette più antica al mondo,
in programma dal 28 aprile all’8 maggio 2011.
 
L’anima cinematografica di TrentoFilmfestival si completa in quella letteraria da ben 25 anni con MontagnaLibri, la rassegna internazionale dell’editoria delle vette, pronta come da tradizione a prendere possesso della centrale Piazza Fiera, ai piedi delle mura medievali di Trento, con un ricchissimo programma.
 
A spegnere le 25 candeline di MontagnaLibri nella giornata inaugurale del TrentoFilmfestival, giovedì 28 aprile, sarà un personaggio di spicco del panorama letterario italiano, lo scrittore e alpinista Erri De Luca, protagonista del recital La difficile arte della fuga, sul senso ed i molteplici perché dell’andare in montagna.
L’attore Neri Marcorè sarà il protagonista lunedì 2 maggio allo Spazio archeologico sotterraneo del Sas, nella “Tridentum romana”, del divertissement Leggerezza in quota serata tra, musica, letture e scherzose parodie sull’alpinismo e gli alpinisti. Martedì 3 maggio invece sarà a Trento Mauro Corona per parlare del suo ultimo libro Le mani perdute, nel quale lo scrittore – alpinista di Erto riflette sul mondo che sta perdendo l'uso delle mani per le più elementari necessità dell’uomo, come accendere un fuoco. Sabato 7 maggio l’omaggio allo scrittore di insuperati racconti d’avventura, Emilio Salgari, del quale nel 2011 si ricorda il primo centenario della morte, sarà affidato alla lettura del libro Il mistero della foresta e altri racconti, da parte dei ragazzi delle scuole medie trentine al Parco dei mestieri della Montagna, lo spazio che il TrentoFilmfestival dedica ai più giovani. E sempre sabato 7 maggio sarà al TrentoFilmFestival Enrico Brizzi, per presentare Italica 150, il film (in proiezione nella serata) che ha documentato il viaggio a piedi di 2161 km compiuto da Brizzi e dai camminatori dell’Associazione Francicena XXI dalla Vetta d’Italia a Capo Passero in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E naturalmente sarà l’occasione per parlare del libro d’imminente uscita che racconta questa esperienza.
 
Tutti i giorni, dal 29 aprile all’8 maggio, si susseguiranno uno o più incontri con gli autori e presentazioni di novità letterarie sul mondo delle vette. Si comincia venerdì 29 alla casa della Sat (ore 17.00) con Vita spericolata di Giorgio Graffer di Riccardo Decarli (Ed. SAT – Biblioteca della Montagna), la biografia di un grande mito dell’alpinismo dolomitico degli anni ’30 e asso dell’aviazione. Sabato 30 aprile a MontagnaLibri (ore 17.00) Renzo Bassi presenterà Campanile di Valmontanaia: la sfida invisibile (Ed. Blueprint), originale “racconto a fumetti” di una salita alla celebre guglia.
 
Domenica 1 maggio, invece, a MontagnaLibri (ore 11.00) si parlerà di Escursionismo e salute (L’Escursionista Editore) con gli esperti della Società Italiana di Medicina di Montagna; nel pomeriggio (ore 16.30) al Parco dei mestieri della montagna, ci sarà l’alpinista Fausto Destefani a parlare ai ragazzi del libro Un viaggio lungo una fiaba (Ed. Montura Editing). In serata, alle 19.00 allo Spazio archeologico del Sas, l’autrice Paola Lugo presenterà, accompagnata da Nicola Brugnolo, voce recitante, Centouno camminate in montagna. Dalle Alpi agli Appennini attraverso i percorsi più belli d’Italia (Ed. Mondadori). Martedì 3 maggio,
nel salotto di MontagnaLibri, a cura di Montura Editing, sponsor ufficiale della Rassegna internazionale dell’editoria di Montagna, Luisa Rota Sperti introdurrà il libro Giuseppe “Det” Alippi. La stella del cardo e il covone del fieno, mentre alle 18.00 a Palazzo Roccabruna si svolgerà l’incontro con gli autori di Gps – La guida satellitare dell’outdoor (Ed. Hoepli). In serata nel cortile di Palazzo Thun (ore 21.30) ci sarà acura del Laboratorio di Storia di Rovereto il reading Il diradarsi dell’oscurità, ispirato all’omonimo libro (Ed. Egon) sulle vicende del Trentino e dei trentini nella Seconda guerra mondiale. Mercoledì 4 maggio, nel Salotto di MontagnaLibri (ore 11.00), ci sarà Mirella Tenderini, che parlerà di Isabelle, amica del deserto (Ed. Oge),
 
 
mentre nel pomeriggio (ore 17.00) Montura Editing presenterà Moon Landing, “diario” dei Mondiali Studenteschi di sci 2010 di Folgaria. A Palazzo Roccabruna alle 18.00 si presenterà il libro di Ugo Morelli Mente e paesaggio (Ed. Bollati & Boringhieri) mentre alle 18.30 il Salotto di MontagnaLibri ospiterà Maria Antonia Sironi, autrice di La Principessa di Gungtang (Ed. Alpine Studio) insieme al giornalista Roberto Mantovani e all’alpinista e regista Kurt Diemberger.
Giovedì 5 maggio gli appuntamenti si aprono alle 11.00 a Palazzo Calepini con la presentazione di Gino Soldà, dalle Piccole Dolomiti al K2 di Tommaso Magalotti (Ed. Nuovi Sentieri) alla presenza dell’autore e con una proiezione di fotografie di Adriano Tomba. Sempre a Palazzo Calepini alle 17.00 sarà presentato il libro Alpinismo Solitario di Ettore Zapparoli (Ed. Club Alpino Italiano); il volume, inserito nella nuova collana del CAI dedicata a classici della letteratura alpinistica sarà raccontato da Alessandro Giorgetta e Carlo Ancona. Alle 18.00 a Palazzo Roccabruna Enrico Camanni parlerà invece di Ghiaccio Vivo (Ed. Priuli & Verlucca). Nella mattinata di venerdì 6 maggio a MontagnaLibri si inaugurerà la 16° Mostra Mercato Internazionale delle Librerie Antiquarie della Montagna, un’opportunità unica (fino a sabato 7) di sfogliare, consultare, acquistare antichi e preziosi libri di montagna, cartoline, fotografie, stampe, incisioni, manifesti e rarità legate alla pratica dell’alpinismo. Due gli appuntamenti in programma a Palazzo Calepini, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto: alle 11.00 la presentazione di La legge della montagna – I più celebri casi giudiziari che hanno segnato la storia dell’alpinismo (Ed. Corbaccio) in cui interverranno l’autore, Augusto Golin, e Carlo Ancona. Alle 16.00, invece, Mirella Tenderini dialogherà con “il mitico” Walter Bonatti sul suo libro Terre Alte (Ed. Rizzoli). Il weekend conclusivo del 59° TrentoFilmfestival propone ancora sabato 7 maggio alle ore 17.00 l’incontro a Palazzo Calepini con Kurt Diemberger e Roberto Mantovani, autori di Enigma Himalaya (Ed. Mondadori). Domenica 8 maggio infine, omaggio alla letteratura del paese ospite di questa edizione del TrentoFilmfestival, la Finlandia, a cui è dedicato l’incontro pomeridiano a Palazzo Calepini (ore 18.00).
 
La kermesse letteraria, che nell’ultima edizione ha sfiorato le 20mila presenze, oltre a questo ricco calendario di appuntamenti propone al pubblico la possibilità di sfogliare pagine e pagine di “montagne di carta”, più di un migliaio di volumi tra guide, saggi, monografie, libri fotografici e riviste specializzate di centinaia di editori da tutto il mondo (tutte novità 2010-2011) riguardanti l’ambiente, la geologia, l’archeologia, la storia, la guerra, l’economia, l’arte, l’artigianato e l’etnografia, all’interno dello spazio espositivo di MontagnaLibri.
 
A intrattenere i più piccoli per l’intera durata di MontagnaLibri, ci saràMontagniLandia, lo spazio-gioco interamente dedicato ai lettori più giovani. Non mancherà neanche la Libreria della Montagna, il book shop dei classici e delle novità della letteratura di settore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’ALPINISMO FA SPETTACOLO
 
Anche questa edizione del TrentoFilmfestival si prepara all’overbooking con quattro serate-evento che regaleranno emozioni fortissime al pubblico e ai protagonisti che saliranno sul palco per ricordare imprese iscritte per sempre nella storia dell’alpinismo, che ricorrono nel 2011. Passato, presente e futuro dell’alpinismo verranno raccontati da grandi conduttori, Rehinhold Messner, Leo Houlding e Simone Moro,
 
Il 2011 è un anno che assomma alcune importanti ricorrenze per il mondo dell’alpinismo: cadono, infatti, 100 anni dalla prima salita in solitaria sulla parete est del Campanile Basso da parte di Paul Preuss, ma anche 50 anni dalla tragedia del Pilone del Frêney sul Monte Bianco, alla quale sopravvissero miracolosamente Walter Bonatti, Pierre Mazeaud e Roberto Gallieni, mentre la montagna si prese per sempre Andrea Oggioni, Pierre Kohlmann, Robert Guillaume e Antoine Vieille, stroncati da maltempo, freddo e sfinimento, prima di poter essere raggiunti dai soccorritori. Un episodio che anche dal punto di vista mediatico non ha avuto eguali nella storia dell’alpinismo. E ancora i cinquant’anni della prima ascensione della parete sud del Mount Mc Kinley, il tetto dell’America del Nord, salito dai Ragni di Lecco guidati da Riccardo Cassin, per finire con i 25 anni dalla conclusione (in vetta al Lhotse) della corsa agli ottomila di Reinhold Messner, primo alpinista al mondo a salirli tutti e 14.
Due di questi importanti capitoli della storia dell’alpinismo rivivranno al TrentoFilmfestival con un protagonista d’eccezione, Reinhold Messner in persona, che ritorna al festival a distanza di sei anni nel ruolo di conduttore delle serate-evento.
 
Cento anni di arrampicata libera
Domenica 1 maggio, l’uomo che ha fatto della salita in solitaria il suo credo, ripercorrerà all’Auditorium di Trento gli ultimi cento anni di arrampicata libera in una serata dal titolo 100 anni di free solo. Dal Campanile Basso di Paul Preuss ad Alexander Huber. Cento anni fa ci fu un avvenimento che è rimasto come una pietra miliare nella storia dell'alpinismo. Un punto di riferimento per tutte le generazioni a seguire. La salita, e la discesa, in libera di una nuova via sulla parete Est del Campanile Basso da parte di Paul Preuss. Con l'aiuto delle immagini tratte dal film di Severino Casara Gioventù sul Brenta, in cui l’accademico Diego Baratieri interpreta l'alpinista austriaco nella rievocazione della sua ascensione, Messner spiegherà non soltanto il valore di quella scalata, ma anche quello della filosofia che guidava colui che seppe osare quella prima in anticipo sui tempi. Senza chiodi e senza corda. Con un corollario non di poco conto: salire senza essere certi di saper ridiscendere con i propri mezzi è un comportamento sconsiderato. L’evoluzione dell’alpinismo nei decenni successivi si è spesso dimenticata di Preuss. Ma la sua filosofia è a più riprese risorta, perché nuovi protagonisti l’hanno messa in pratica sfuggendo ai condizionamenti e alle semplificazioni dell’evoluzione tecnologica. Tanto che oggi essa è più viva che mai. E Messner ce lo farà vedere con l’aiuto delle immagini più spettacolari dei film che illustrano le incredibili vie aperte da campioni contemporanei dell’arrampicata libera come Alex Honnold e Alexander Huber. E, prima di confrontarsi con quest’ultimo sul palco, proporrà una
rapida carrellata dei nomi di coloro che in qualche modo hanno saputo richiamarsi, nelle condizioni più diverse, all’insegnamento di Preuss. Tante imprese che hanno scandito la storia dell’arrampicata libera.
 
 
 
Pericolo ed esposizione. Dove sta la differenza?
La seconda serata evento con Reinhold Messner all’Auditorium Santa Chiara, venerdì 6 maggio si annuncia ancora più emozionante: Montagna, pericolo ed esposizione. Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, i 50 anni di un’amicizia nata nella tragedia del Pilone Centrale del Frêney.
Cinquanta anni fa sul Monte Bianco si svolgeva una delle più grandi tragedie della storia dell’alpinismo. Quella del Pilone Centrale del Freney. Reinhold Messner la racconterà, con l’aiuto delle immagini del bel film Der Blitz di Lothar Brandler (1973), per rendere evidente la differenza che esiste, per chi va a scalare, fra il pericolo e l’esposizione.
A ogni disgrazia in montagna che coinvolge degli scalatori la gente si interroga: “Perché sono andati a rischiare la vita?” Segue la considerazione: “Sono andati a cercarsela”. In mezzo passa la linea che divide appunto il pericolo in sé e la “esposizione”. Ovvero la sfida dell’uomo a se stesso, praticata andando a porsi in situazioni estreme nella natura, lontano dalle sicurezze della civiltà.
Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, in quell’estate del 1961, andarono a cercarsela? Ci fu, soprattutto in Italia, chi accusò in particolare il primo per la morte dei compagni di cordata. Un’infamia. Fu proprio Mazeaud a difendere strenuamente Bonatti. Insieme ai loro compagni avevano deciso di esporsi al pericolo, ma non erano andati a cercarsela. Avevano le capacità tecniche e tutto il necessario per affrontare quell’inviolata via. Non potevano mettere in conto una situazione meteorologica tanto anomala. In pieno luglio una perturbazione che non diede tregua per una intera settimana. Mai visto qualcosa del genere. La ritirata nella bufera fu un miracolo, pagato però con quattro vite. Andrea Oggioni, Pierre Kohlman, Robert Guillaume e Antoine Vieille furono vittime del pericolo, non della volontà di esporsi a esso. Perché i pericoli in montagna – e non solo in montagna, ricorderà Messner – esistono indipendentemente dall’esposizione.
 
I viaggi verticali di Leo Houlding
Protagonista degli incontri alpinistici al TrentoFilmfestival, mercoledì 5 maggio all’Auditorium S. Chiara, sarà anche il britannico Leo Houlding, 30 anni, uno degli arrampicatori inglesi di punta e tra i più talentuosi alpinisti al mondo, oltre che esperto base jumper. Poliedrico, temerario, è in grado di dominare le difficoltà estreme nell’arrampicata sulle severe falesie inglesi, quelle del Peak District in particolare, come di ascendere l’Everest. Lo ha fatto nel 2007 sulle orme di George Mallory e Sandy Irvine (interpretando proprio questo ruolo) insieme all’alpinista Conrad Anker, un’impresa documentata dalla BBC in The wildest dream, documentario presentato allo scorso Filmfestival di Trento. In questa serata Leo Houlding ci porterà in viaggio nel cuore della moderna arrampicata libera sulle pareti della Yosemite Valley. Attraverso immagini di qualità, animazioni divertenti e fotografie mozzafiato racconterà della salita in un giorno di due delle più grandi pareti rocciose del mondo, El Capitan lungo la via Freeriders e la parete nord ovest dell'Half Dome. Più di 1600 metri di salita costante fino al grado 7c in meno di 24 ore scalati dalla coppia Leo – Sean Leary 'Stanley'.
E sempre su El Capitan i nove anni di ricerca e di tentativi di aprire una via in libera sull'imponente parete. Assieme a Jason Pickles alla fine riesce nell'impresa, "la più selvaggia salita della mia vita", con The Prophet,
una via classica di 600m che raggiunge l'8b +, compiuta nell'ottobre 2010.
Il viaggio continuerà poi dietro le quinte di The Asgard Project. Leo Houlding racconterà come il suo legame con la storia di George Mallory, nato durante le riprese del film The Wildest Dream sull'Everest, lo abbia spinto a tentare di realizzare il suo sogno: la prima salita in libera della parete nord e il lancio in tuta alare dalla cima
del mitico Monte Asgard, nell'isola di Baffin. Perchè come disse il grande George Mallory: "Non c'è alcun sogno, che non deve essere osato".
 
 
 
 
Simone Moro e la prima invernale sul Gasherbrum II
Lo scorso 2 febbraio Simone Moro, assieme al kazako Denis Urubko e all'americano Cory Richards è stato protagonista di una storica impresa, la prima salita invernale del Gasherbrum II, 8035 metri, la 13ma montagna più alta della terra nel cuore del Karakorum. Dopo il Makàlu raggiunto il 9 febbraio del 2009 e il Gasherbrum II, Moro e Urubko hanno collezionato una doppietta di prime invernali senza precedenti e per Moro si è trattato del terzo ottomila in prima invernale, avendo salito anche lo Shisha Pangma. Prima di lui solo alpinisti fortissimi del calibro di Jerzy Kukuczka e Krzysztof Wielicki, entrambi polacchi, erano riusciti a fare tanto negli anni ’80 e ‘90.
Dall'arrivo al campo base alla vetta il team non ha sbagliato nulla. Preparazione, acclimatamento, allestimento dei campi e, infine, la scelta di tentare, dopo soli 22 giorni, la cima nella prima – e forse anche unica – finestra di bel tempo a disposizione. 3 giorni per salire da quota 5100 fino all’ultimo campo da cui spiccare nel cuore della notte l'ultimo balzo di 1.100 metri in stile alpino e senza ossigeno.
La velocità con cui è stata portata a termine l’impresa, dunque la preparazione fisica del team, e le corrette informazioni ricevute dal consulente meteo sono state determinati per riuscire dove altre 16 spedizioni avevano fallitosul Karakorum.Il che non ha non ha impedito che la gioia per la conquista si trasformasse in dramma quando, nel corso della discesa, Moro e i suoi compagni sono stati travolti da una valanga, riuscendo fortunatamente a “galleggiare” sulla massa di neve senza conseguenze.
Nella serata condotta da Marco Albino Ferrari, direttore di Meridiani Montagne, e intitolata Simone Moro insieme a Garmin sul Gasherbrum II, lunedì 2 maggio all’Auditorium S. Chiara di Trento (ore 21.00) rivivremo con l’alpinista bergamasco tutti i momenti di questa sfida agli ottomila nelle condizioni ambientali più estreme.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"RIVERS OF ICE: VANISHING GLACIERS OF HIMALAYA"
 
In anteprima europea la mostra-denuncia del drammatico ritiro dei ghiacciai sul tetto del mondo del fotografo, cineasta e alpinista americano David Breashears. Dopo la prima a New York di quest’estate, le gigantografie che mettono a confronto lo stato attuale dei ghiacciai con i dagherrotipi dei pionieri della fotografia di montagna, approderanno al 59esimo TrentoFilmfestival.
 
La neve ed il giaccio incastonati nella magnifica cornice dell'arco himalayano sono la fonte inesauribile di tutti i grandi fiumi asiatici: dall'Indo, principale fiume pakistano, fino ai sacri corsi quali il Gange e il Brahmaputra. Riempiono i fiumi dell'Indocina, Mekong e Irrawaddy, o lo Yangze che attraversa tutta la Repubblica Popolare Cinese fino a Shanghai. Una risorsa importante per le civiltà e le masse che popolano le vallate, miliardi di persone il cui equilibrio è ormai minacciato dall’inarrestabile ritiro di questi ghiacciai, agevolato dall'aumento delle temperature globali, che mette a rischio la continuità della fornitura d'acqua ed è la causa di devastanti esondazioni. Una condizione che emerge drammaticamente dal raffronto tra fotografie storiche e quelle di oggi. Il bianco-nero dei dagherrotipi di pionieri della fotografia di montagna come Vittorio Sella, George L. Mallory e Edward O. Wheeler, e le contemporanee descrizioni dei medesimi luoghi sottolineano l'esasperata rincorsa alla modernità e le conseguenze dei cambiamenti climatici.
 
A proporlo è la mostra fotografica “Rivers of Ice: vanishing glaciers of Himalaya” del regista, fotografo e alpinista americano David Breashears, fondatore di GlacierWorks, la cui missione è quella di sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti dei cambiamenti climatici nell'Himalaya e di aiutare a una migliore comprensione delle sue conseguenze. Primo americano a raggiungere due volte la vetta dell’Everest (vi è salito ben otto volte), Breashears nel corso degli ultimi quattro anni ha compiuto otto spedizioni di ricerca fotografica sulle montagne più alte del mondo – Everest, K2, Kangchenjunga, e Cho Oyu – per riprendere immagini corrispondenti ai primi storici documenti fotografici scattati in quelle stesse aree circa un secolo fa.
 
Il confronto tra le gigantografie di David Breashears con quelle passate rivela in modo inequivocabile il ritiro dei ghiacciai nel corso dei decenni, restituendo un'immagine tangibile degli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai in tutta la vasta area della regione himalayana.
Un accostamento reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Sella che, a Biella, custodisce l'enorme archivio delle immagini raccolte nella corso della vita dal maestro di molte generazioni di alpinisti-fotografi e dalla Royal Geographical Society di Londra. Le fotografie di David Breashears, ospitate nell’estate 2010 all’Asian Society a New York, vengono ora riproposte in un nuovo e inedito allestimento a Trento in occasione del 59° TrentoFilmfestival presso il Museo Tridentino di Scienze naturali.
L'occhio del visitatore viene colpito dalla battaglia che intercorre nel raffronto delle immagini, assistendo al trionfo della modernità e la sconfitta del ghiacciaio che si ritira inesorabilmente lasciando solo gli spogli corpi dello scontro. Il piacere dell'ignoto, dell'inesplorato che spingeva Vittorio Sella verso nuove esplorazioni e documentazioni, rimane quale aulico ricordo sopraffatto dalle lacerazioni documentate da David Breashears.
 
RIVERS OF ICE: VANISHING GLACIERS OF THE HIMALAYA
28 aprile – 12 giugno 2011
a cura diDavid Breashears, in collaborazione con Fondazione Sella e Royal Geographical Society, con il supporto del Museo Tridentino di Scienze Naturali
Museo Tridentino di Scienze Naturali, Via Calepina 14
Orari: da martedì a domenica, ore 10-18
Inaugurazione: venerdì 29 aprile, ore 18.30, Museo Tridentino di Scienze Naturali
 
 
 
 
QUANDO IL LEGNO DIVENTA ARTE INCONTRA IL TRENTOFILMFESTIVAL
 
Dal 28 aprile al 21 maggio lo spazio espositivo di Palazzo Trentini ospiterà “Legno che si fa arte. Unika per TrentoFilmfestival”, una collettiva di opere legate al tema “montagna e cinema” dei maestri artigiani gardenesi,
da diciassette anni riuniti nel Consorzio Unika.
 
Il mondo del cinema e della montagna interpretate dalla maestria dell’intaglio scultoreo degli artisti della Val Gardena per il 59esimo TrentoFilmfestival: sculture e pitture che esprimono il rapporto tra l’uomo creativo e la natura della montagna. Gli artisti di Unika hanno realizzato per questa mostra diverse sculture e pitture che esprimono il rapporto tra l’uomo creativo e la natura della montagna, con il paesaggio, vari ambienti naturali e animali di montagna. Ogni artista presente alla mostra ha un proprio linguaggio, un catalogo di materiali e di toni che predilige, frutto di una selezione tra i tanti, un alfabeto lungamente sperimentato e affinato nel tempo della vita, esprime con il suo stile l’idea personale e la tecnica di esecuzione il suo punto di vista nel confronto tra arte e montagna. La proposta espositiva segue il filo del raggruppamento delle opere per tecniche e temi, cercando di offrire una sintetica selezione del lavoro degli artisti. Il pensiero principale è che l’arte debba essere legata al luogo e di quel luogo debba utilizzare la lingua e la materia. Inoltre deve esprimere i sentimenti che la storia, in maniera cosciente o immotivata, ha fatto crescere nel cuore degli uomini, oggetti / forme / sculture capaci di racchiudere dentro di loro l’anima del territorio che li avrebbe potuti ospitare.
 
La Val Gardena è da tempi antichissimi un luogo d'incontro tra le culture europee e oggi questa peculiarità viene preservata e rafforzata anche grazie al lavoro della scultura artigianale locale che incastona e raggela, nel calore del legno, i ricordi e la tradizione che pervadono questo angolo di Alto Adige/Südtirol. E’ una sorta di genius loci che aiuta l'artista a ritrovare nell'inanimata natura l'alfabeto con cui esprimersi. Il legno locale, analizzato con la riflessiva lentezza tipica del ritmo montano, rivela già nei suoi caratteri morfologici, nel colore e nella direzione delle venature l'intaglio con il quale l'artista darà vita e forma alle sue idee. Non un lavoro di sottrazione, ma una sapiente maestria e cura atta a svelare l'anima di un ambiente. A questa sintesi comune si aggiunge la personalità di ognuno dei 40 artisti del Consorzio Unika: scultori, doratori, policromatori e scultori di ornamenti. Ogni lavoro ha in sé la forza creativa ed espressiva del maestro artigiano. Le opere realizzate interamente a mano si inseriscono sia nel solco della tradizione dell'artigianato artistico sacro, sia nella ricerca di tradurre attraverso linguaggi contemporanei i motivi profani e religiosi.
 
La collettiva degli artisti gardenesi sarà affiancata da una preziosa e unica collezione: si tratta della “Galleria degli Alpinisti”, una serie di statue a grandezza naturale dei più grandi pionieri e protagonisti della storia alpinistica nelle Dolomiti, realizzate dagli stessi artisti del Consorzio Unika per la Famiglia Oberrauch proprietari della catena commerciale “Sportler”. Le statue degli alpinisti saranno collocate a Palazzo Trentini, ma anche in altre sedi della rassegna creando una specie di “percorso parallelo” di visita e di scoperta del TrentoFilmfestival.
 
LEGNO CHE SI FA ARTE. UNIKA PER TRENTOFILMFESTIVAL
28 aprile – 22 maggio 2011
Gli scultori gardenesi si confrontano sul tema “montagna e cinema”
Palazzo Trentini, via Manci 27
Orari: dal 29 aprile al 22 maggio, ore 10-19; sabato ore 10-13; domenica chiuso
Inaugurazione: giovedì 28 aprile, ore 18, Sala Rosa – Palazzo Trentini
 
 
 
 
 
 
IL TRENTOFILMFESTIVAL SPICCA IL VOLO CON BRUNELLO
 
Nella serata inaugurale della kermesse le note del violoncello di Mario Brunello e del Coro della SAT voleranno ad alta quota sulle immagini del film “Der Grosse Sprung” (Il grande salto) di Arnold Fanck,
un muto del 1927 musicato per l’occasione dal compositore Giovanni Bonato.
 
La musica da sempre accompagna il cinema muto, ma quando un film è ambientato in montagna le note che si uniscono alle emozioni in bianco e nero sulle grandi cime possono diventare sublimi. E al TrentoFilmfestival questa magia si ripete a ogni inaugurazione. Infatti, ad aprire la 59° edizione, venerdì 29 aprile all’Auditorium Santa Chiara sarà il violoncellista Mario Brunello che, accompagnato da Saverio Tasca alle percussioni e dal celebre Coro della SAT diretto da Mauro Pedrotti, sottolineerà con note vibranti le altrettanto intense emozioni del capolavoro del muto del 1927 Der Grosse Sprung (Il Grande Salto) del regista tedesco Arnold Fanck, uno dei padri del “Bergfilm”. Lo spettacolo è frutto di una co-produzione di TrentoFilmfestival e I Suoni delle Dolomiti, in collaborazione con il Museo Nazionale della Montagna – Cineteca Storica e Videoteca, Antiruggine. Mario Brunello, tra i più affermati violoncellisti nel panorama musicale internazionale, riserva ampio spazio ai progetti che coinvolgono le più diverse espressioni artistiche e musicali e in questo caso è proprio la coralità alpina ad integrarsi con il suo repertorio tradizionale e nello specifico in una partitura per violoncello e percussioni scritta appositamente per questo progetto dal compositore Giovanni Bonato.
«E’ strano – spiega Mario Brunello – pensare a un coro di montagna per musicare un film muto, ma fin da bambino, quando spesso seguivo i concerti o le uscite montane del coro della mia città, le canzoni di montagna mi sembravano dei piccoli film. Le parole evocano immagini, “quel lungo treno che andava al confine”, “ quando sei dietro a quel muretto soldatino non puoi parlar, ta-pum!…”.
Perciò quando mi è arrivata la proposta di sonorizzare questo film è stato abbastanza diretto per me il collegamento con il coro alpino, in questo caso il Coro della SAT. Il coro ha una sua tecnica e una tradizione consolidata con cui bisogna andare a interagire e il violoncello, per sua natura, canta e può “raccontare”, aiutato anche dalla presenza di sonorità contemporanee di vari strumenti a percussione. L’intento è quello di “ascoltare” delle immagini e nello stesso tempo “vedere” delle canzoni, mettendo sullo stesso palcoscenico realtà che apparentemente sembrano distanti, ma che nella montagna trovano un mondo infinito da raccontare».
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
VIAGGIO NEL VIAGGIO
 
È pronto a partire il TrentoFilmfestival.
E il primo “viaggio” che farà per portare le “altre” montagne e culture in Italia sarà in Finlandia.
A cominciare dall’edizione numero 59, infatti, ogni anno un programma speciale sarà dedicato a un paese, una regione o un luogo affini per paesaggi e culture agli interessi del festival e al territorio di Trento e del Trentino, che con i suoi 290 laghi alpini è stato definito “La Finlandia d’Italia”.
 
“Destinazione Finlandia” per questo nuovo corso del festival più antico dedicato alla montagna: un paese sospeso tra tradizione e modernità, tra natura e innovazione, la cui produzione cinematografica – specialmente nell'ambito del documentario – è senza dubbio tra le più interessanti non solo a livello europeo, come testimoniano le presenze e i successi dei film finlandesi nei festival di tutto il mondo. Un’iniziativa sinergica che ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata Finlandese in Italia a Roma, di VisitFinland e la collaborazione della Suomen elokuvasäätiö-Finnish Film Foundation.
Undici le opere cinematografiche inserite nella sezione “Destinazione Finlandia”, da cui spiccano Freetime Machos, un’ironica lettura del popolo finlandese e delle sue abitudini da parte del regista Mika Ronkainen, che narra le disavventure della squadra di rugby più a nord del pianeta; Steam of life del regista Joonas Berghäll è invece un viaggio attraverso le saune della Finlandia, luogo per eccellenza di purificazione fisica e mentale, dove gli uomini si aprono a racconti di esperienze di vita, storie d'amore, morte, d'infanzia e amicizia, in un'atmosfera che sembra avere qualcosa di magico. Lapland Odissey, grande successo in Finlandia del regista Dorne Karukosky, è la comica odissea di Jeanne e due amici, tra sfide, ostacoli e tentazioni, per trovare e acquistare un ricevitore digitale per la sua ragazza.
Non solo immagini: a raccontare il “paese dei laghi” ci saranno anche le parole, grazie alla collaborazione con la Casa Editrice Iperborea che da anni porta in Italia i maggiori scrittori dell’area scandinava, tra i quali i finlandesi Hotakainen e Arto Paasilinna, autore del cult book L’anno della lepre, “la miglior guida alla Finlandia”, che solo in Italia ha venduto ben 100mila copie. Domenica 8 maggio alle 18 alla Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, è in programma un incontro con Nicola Rainò, in collaborazione con il Finnish Literature Exchange e gallery fotografica di Franco Figaridal titolo: Le piccole patrie. Natura e Letteratura finlandesi nella percezione italiana. Quel che vediamo, quel che vogliamo vedere, e quel che non vediamo della cultura del paese nordico.
E poi la letteratura per ragazzi con una sezione speciale dedicata ai simpatici Mumin, i pacifici troll che somigliano a candidi ippopotami, capaci di apprezzare la vita in ogni suo aspetto e di trovare il lato positivo di ogni cosa. Questi personaggi popolarissimi nei paesi scandinavi, nati dalla fantasia della scrittrice Tove Jansson, sono comparsi tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta come comic strip e poi in una serie di libri e pubblicazioni per ragazzi tradotti anche in italiano. A Trento si ritroveranno in una mostra allestita in Piazza Fiera, che già ospita lo spazio espositivo di MontagnaLibri e in un laboratorio di fumetti curato dall’Associazione culturale Hamelin di Bologna.
Una Finlandia in pillole dunque, quella che il TrentoFilmfestival farà conoscere, partendo da cinema e letteratura, ma anche attraverso appuntamenti con la sua tradizione gastronomica, spettacoli musicali finlandesi, iniziative e laboratori dedicati ai ragazzi all’interno del Parco dei Mestieri della montagna, per rendere davvero completa l’esperienza di questo “viaggio verso Nord“, il primo di molti altri che seguiranno negli anni futuri.
 
ALPINISTI IN ERBA: IL TRENTOFILMFESTIVAL DEI RAGAZZI
 
Gli appuntamenti al cinema e al Parco dei Mestieri della montagna, la mostra dedicata ai Mumin finlandesi, lo spazio MontagniLandia e la lettura di Salgari: il TrentoFilmfestival non dimentica le nuove generazioni, proponendo diverse iniziative per avvicinare il mondo dei più giovani al magico mondo della montagna.
Dopo il successo delle scorse edizioni del Parco dei Mestieri, il TrentoFilmfestival ripropone questo coinvolgente progetto per avvicinare gli scolari compresi tra i 9 e i 12 anni delle scuole elementari e medie della Provincia di Trento ai temi del festival: cinema e montagna, attraverso una proposta didattica centrata sui mestieri alpini di ieri e oggi. All’interno del Parco dei Mestieri, aperto al pubblico in esclusiva per il festival, i ragazzi avranno modo di conoscere da vicino le peculiarità e le metodologie di lavoro legate al contesto alpino. La simpatica mascotte del Salvanèl sarà ancora una volta il compagno dei giovanissimi utenti in tutte queste iniziative, col potere di vivacizzare anche quest’anno le già ricche giornate del festival.
 
Il Parco dei Mestieri, allestito presso il rigoglioso giardino dell’Arcivescovado in via S. Giovanni Bosco, è una proposta dedicata alle scuole e alla cittadinanza dal TrentoFilmfestival in collaborazione con il settimanale Vita Trentina e Radio Studio Sette, il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, il Museo Tridentino di Scienze Naturali e il WWF-Trentino, con contributi del Gruppo Speleologico Trentino – S.A.T. Bindesi Villazzano, dell'azienda forestale Trento-Sopramonte, del Liceo Psico Socio Pedagogico “Rosmini” e dell'Istituto Pavoniano “Artigianelli” per le Arti Grafiche.
 
Il Parco sarà aperto al pubblico da giovedì 28 aprile a domenica 8 maggio e in queste giornate si succederanno gli appuntamenti concentrati nei due week end.
Sabato 30 aprile è in programma alle 15.30 l’incontro sugli animali con Leonella Parteli, specialista in Pet Therapy mentre alle 17.30 sarà presentato il libro Preti con lo zaino di Don Giuseppe Grosselli (Ed. Vita Trentina).
Domenica 1 maggio alle 15.30 si potrà assistere, in compagnia di Damiano Casagrande, alla lavorazione artigianale delle “zirele”, le tipiche e coloratissime caramelle trentine.
Nel corso del pomeriggio, alle 17.00, appuntamento con l’alpinista Fausto De Stefani, salitore di tutti i 14 ottomila e oggi promotore di progetti solidali a favore dei bambini nepalesi, che presenterà il libro Un viaggio lungo una fiaba (Ed. Montura Editing). Nel corso di questo incontro i bambini saranno invitati a partecipare all’iniziativa Emozioni di montagna, in cui saranno chiamati a disegnare e a scrivere le loro emozioni sulla montagna su fogli che verranno appesi all’Albero dei Sogni collocato nel parco.
Passando al weekend successivo, venerdì 6 maggio, il Museo Tridentino di Scienze propone alle 20.30 lo spettacolo Le cose schifose, dedicato alla scoperta dell’innominabile: la cacca, che, nel caso particolare degli animali, permette di conoscere molte cose sulle loro abitudini di vita. Sabato 7 maggio al Parco dei Mestieri rivivrà un mito letterario che neppure Harry Potter può scalzare. Parliamo delle storie avventurose scritte da Emilio Salgari, al quale è dedicata la maratona letteraria che vedrà impegnati i ragazzi delle Scuole medie Bresadola di Trento nella lettura di alcuni racconti tratti dal libro Il mistero della foresta.
L’appuntamento è in programma alle 16.30 e sarà preceduto da Aspettando Salgari…, laboratorio di maschere con la Compagnia Ghironda di Forlì.
 
 
Nella giornata di chiusura del 59° TrentoFilmFestival, domenica 8 maggio, il Parco dei Mestieri proporrà ancora due appuntamenti: alle 15.00 A spasso con i Mumin, un laboratorio di fumetti a cura dell’Associazione culturale Hamelin di Bologna dedicato ai celebri troll finlandesi creati dalla penna di Tove Jansson. Dalla forma arrotondata e dal lungo naso che li fa assomigliare a dei grossi ippopotami bianchi, insieme ad altri personaggi come affabili canguri o animali dalle sembianze improbabili, i Mumin sono i protagonisti di avventure in cui la quotidianità e il fantastico si fondono in distillati di pura poesia. Ai Mumin è anche dedicata una mostra allestita nella vicina Piazza Fiera negli spazi adiacenti MontagnaLibri. Mumin e i suoi amici è il titolo ed è curata dall’Associazione culturale Hamelin. In mostra tavole tratte da Mumin e i briganti edito da Black Velvet Editrice e L'album stickers dei Mumin edito da Giunti Kids. Il percorso della mostra presenta ai bambini e tutti i visitatori storie da leggere e giochi in cui aguzzare lo sguardo.
A chiudere il programma di appuntamenti del Parco dei Mestieri alle 17.00, il concerto del coro della scuola musicale di Trento, diretto da Annalia Nardelli, e intitolato I Minipolifonici nella fattoria del Salvanel.
 
Il Parco dei Mestieri è un'iniziativa aderente al progetto "Amici della Famiglia" della Provincia Autonoma di Trento.
 
Per le iniziative didattiche dedicate alle scuole, informazioni e prenotazioni:
Segreteria del TrentoFilmfestival, tel. 0461/986120, e-mail: trentofilmfestival.scuole@gmail.com oppure info@trentofestival.it
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NON SOLO POLTRONE: I TREKKING DEL TRENTOFILMFESTIVAL
 
Una novità pensata per calarsi e vivere a pieno l’atmosfera della montagna nei giorni del festival e allo stesso tempo un’occasione per visitare e conoscere tutte le sfaccettature del ricchissimo territorio trentino. A piedi, in bici o su un asino, la parola d’ordine è trekking.
 
In questa edizione c’è un’occasione in più per immergersi nell’incantata dimensione della montagna, esplorata e proposta in tutti i volti dalla kermesse. Grazie alla collaborazione dell’Azienda per il Turismo di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi e di alcune aziende sponsor tecnici della rassegna, saranno proposti al pubblico e agli ospiti della manifestazione alcuni trekking nei dintorni della città di Trento, a piedi e in mountain bike. Le aziende coinvolte metteranno a disposizione dei partecipanti materiali da testare e provare nel corso del trekking e al termine non mancheranno estrazione a sorpresa fra i partecipanti, che potranno aggiudicarsi i materiali testati.
 
Trekking Urbano: trekking – passeggiata alla scoperta dei luoghi più caratteristici della città di Trento.
Data: sabato 30 aprile
Partner dell’evento: Dolomite, Montura e Acqua Pejo
 
 
Trekking in mountain bike: trekking in mountain bike alla scoperta dei luoghi più suggestivi dell’ambito turistico dell’APT di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi.
Data: domenica 1 maggio
Partner dell’evento: Garmin, Montura, Acqua Pejo, Dolomite
 
 
Trekking a piedi: trekking a piedi alla scoperta dei luoghi in quota più incantevoli dell’ambito turistico dell’APT di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi (Le Tre Cime del Bondone).
Data: domenica 8 maggio
Partner dell’evento: Garmin, Montura, Dolomite, Acqua Pejo
 
 
Trekking con gli asini: un trekking a piedi accompagnati dagli asini, alla scoperta dei luoghi più affascinanti dell’ambito turistico dell’APT di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi
 
 
Informazioni e iscrizioni:
APT Trento Monte Bondone Valle dei Laghi, tel. 0461/216000 – www.apt.trento.it
 
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