8/6/2006 – Un patto con il governo per riformare lo spettacolo

Lo propone la Fondazione Toscanini

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La Vertenza Spettacolo, promossa dall'Agis e culminata, alla fine del 2005, nel primo sciopero nazionale del settore, "ha comunque raggiunto due obiettivi fondamentali: far conoscere agli italiani la grave situazione in cui versa lo spettacolo nel nostro Paese e costringere le forze politiche ad occuparsene". E' quanto afferma, sul Giornale dello Spettacolo, Maurizio Roi, presidente della Fondazione Arturo Toscanini e dell'Ater, l'associazione teatrale dell'Emilia Romagna. "Credo sia evidente a tutti – sottolinea Roi – che la crisi del nostro spettacolo dipende dalle poche risorse disponibili, ma, allo stesso modo, le responsabilità vanno attribuite anche alla carenza di una legislazione adeguata". I problemi, secondo Roi, vanno affrontati "attraverso un tavolo di lavoro che coinvolga tutti, dalle imprese ai sindacati, dagli enti locali al governo, nel quale le categorie si rendano disponibili a cambiare, anche sensibilmente, le proprie regole e dove, dall'altra parte del tavolo, il governo consideri il settore della cultura fondamentale per il rilancio del Paese, e la spesa per sostenerlo un investimento". Attraverso questo confronto si dovrà arrivare ad un "patto per la riforma dello spettacolo, il cui intento deve essere quello di fare della vita culturale italiana uno dei fattori chiave per la collocazione del nostro Paese nel mondo, per la civiltà e la qualità della nostra vita democratica".

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Sui finanziamenti pubblici, Roi individua una priorità: "il reintegro del Fus (il fondo unico per lo spettacolo) è uno di quei temi che, per la loro importanza, si impongono da soli. Credo peraltro che lo stesso Fus debba essere rivisto, sciogliendo in primis il nodo della regionalizzazione, da cui deriva inevitabilmente il tema del ruolo e dei modi di finanziamento delle Fondazioni lirico sinfoniche. Anche sui livelli della contrattazione – prosegue Roi – sarà bene intervenire, se vogliamo un futuro per le Orchestre e per i Teatri d'opera".


Sull'istituzione di un "cachettario", che fissa i compensi minimi e massimi per i settori di lirica, concertistica e danza, recentemente istituito dal ministero delle Attività Culturali, Roi ritiene che: "un Paese che ha bisogno di questo, ha un evidente problema di incapacità ad autogestirsi".

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