Blog GUERRE DI RETE – Deepfake e autoritarismo digitale

Nuovo appuntamento con la newsletter di notizie cyber di Carola Frediani. Si parla di autoritarismo digitale in India e dei contenuti audiovisivi fraudolenti.

Guerre di Rete – una newsletter di notizie cyber
a cura di Carola Frediani
N.99 – 14 marzo 2021

 

DISINFO, CYBERCRIME E DEEPFAKE
Attenti ai deepfake, si diffonderanno entro un anno, dice l’FBI
Oggi è più facile incontrare informazioni online il cui contesto è stato alterato da attori malevoli, più che contenuti fraudolenti del tutto sintetici. Ma in futuro il trend cambierà e i contenuti sintetici cresceranno con la progressione delle tecnologie di intelligenza artificiale.  A dirlo è un avviso dell’FBI secondo il quale attori malevoli “quasi certamente useranno i deepfake (video, immagini, audio finti creati con tecniche di intelligenza artificiale) per avanzare le loro operazioni di influenza digitali ma anche attività criminali (spearphishing) nei prossimi 12-18 mesi. Per quanto riguarda l’aspetto più criminale, l’FBI mette in guardia sull’evoluzione di quel tipo di truffe contro le aziende racchiuse sotto il cappello BEC (Business Email Compromise), dove sono compromesse o imitate le comunicazioni con fornitori o clienti per intercettare e deviare pagamenti su conti bancari in mano ai criminali. Tali truffe potrebbe trasformarsi in BIC (Business Identity Compromise) dove a essere compromesse sono le stesse identità di dipendenti o dirigenti aziendali, attraverso la creazione di contenuti sintetici (immaginate un vocale ad esempio) che sembrano provenire da loro.
La parte più interessante della notifica sono i consigli su come riconoscere i deepfake o comunque sulle procedure per verificare l’autenticità di un contenuto o di una comunicazione. Ne elenco solo alcuni:
– fare attenzione ed esercitare cautela in merito a contenuti su temi particolarmente divisivi, infiammatori ecc, sapendo che c’è chi potrebbe sfruttarli per diffondere questo genere di deepfake
– cercare sempre multiple fonti di informazione indipendente
– non pensare che un individuo online sia legittimo solo sulla base dell’esistenza di sue immagini, video o audio sui suoi profili
-usare l’autenticazione a più fattori ed educare le persone contro il rischio di social engineering e phishing
– fare attenzione alle richiesta di informazioni personali e verificare sempre la loro legittimità attraverso un canale diverso di comunicazione
– attenzione anche a indicatori visuali che mostrano distorsioni, inconsistenze o deformazioni in immagini e video (specie attorno a pupille e lobi o nello sfondo).
Via Cyberscoop

CRYPTO (E SOCIAL) WAR
L’appello contro l’autoritarismo digitale indiano

Il governo indiano deve sospendere una serie di nuove regole internet che vogliono obbligare aziende tech e media ad accondiscendere alle richiesta di censura e sorveglianza, scrivono in una lettera aperta 10 Ong, tra cui Access Now e Human Rights Watch. Le nuove regole aumentano la pressione su aziende come Facebook, Twitter e WhatsApp a sottostare a un crescente autoritarismo digitale. Regole preparate da tempo ma pubblicate nel mezzo di crescenti proteste da parte dei contadini indiani contro il governo. Le misure obbligano le aziende a rimuovere contenuti ritenuti illegali entro tre giorni, inclusi contenuti che minacciano la sovranità e integrità dell’India, l’ordine pubblico, la decenza, la moralità. E chiedono alle piattaforme di passare le informazioni sugli utenti alle autorità, scrive Time. Inoltre, quelle che usano la cifratura end-to-end (come Whatsapp) sarebbero obbligate a tenere le informazioni sui primi diffusori di qualsiasi messaggio e a darle su richiesta delle autorità (una pretesa simile rivolta a Whatsapp/Facebook c’è anche in Brasile). Una richiesta impossibile a meno di non minare il sistema di cifratura, ha dichiarato a OneZero Will Cathcart, alla guida di Whatsapp, in una lunga e interessante intervista in cui si parla anche del rischio splinternet, cioè di una rete sempre più divisa da blocchi e leggi nazionali.

Proprio di questo, delle pressioni e richieste da parte di diversi Stati, e del rischio splinternet, ho parlato giorni fa su Rainews – Cosa succede se internet diventa splinternet 

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