Blog NET NEUTRALITY – Meloni su Marte

La fantascienza è ormai fonte di memoria imprescindibile per ricordare il futuro. Abbatte confini, apre frontiere. Dalla letteratura cinese a Brecht alla Camera via David Bowie…

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Un nuovo Rover robotico su Marte. L’esploratore da 2,7 miliardi di dollari, chiamato Perseverance, trasporta strumenti scientifici che porteranno conoscenze avanzate alla ricerca della vita oltre la Terra. Il rover, grande quanto un Suv, dispone delle più potenti e sofisticate telecamere, laser in grado di analizzare la composizione chimica delle rocce marziane e radar penetranti nel suolo per identificare la vita microbica fossilizzata. Dopo l’ammartaggio inizia il divertimento, avrebbe affermato il direttore della divisione scienze planetarie della NASA, Lori Glaze. Dopo mezzo secolo di esplorazione, riguardo alla presenza di vita su Marte, stavolta potrebbe essere la volta buona per dare una sferzata decisiva che confermi la presenza di una vita simile a quella terrestre. Un piccolo elicottero sperimentale, Ingenuity, prenderà il volo nella sottile atmosfera marziana e coadiuverà il rover, realizzando in fondo un vero momento extraterrestre dei Fratelli Wright. Il “set” per gli studi della missione è Jezero, un cratere largo 30 miglia che un tempo era un grande lago riempito da un delta del fiume. Il rover striscia lungo l’antico delta, alla ricerca di quei segnali chimici di microbi, spenti mentre Marte si raffreddava. Ma Perseverance molto probabilmente non sarà in grado di fornire una prova definitiva della vita passata sul pianeta rosso. Un’altra parte della sua missione è quella di essere il primo passo di un “acrobatico” gioco robotico a staffetta, affinché sulla Terra ritorni materiale estratto su cui lavorare e studiare. I campioni saranno trasferiti su un altro veicolo spaziale in orbita intorno a Marte per il viaggio di ritorno previsto nel 2030. Sette minuti interminabili per la NASA, in cui il rover è sceso a 12.000 miglia all’ora, con circa 12 minuti di differita, quindi quando la sequenza di ammartaggio ha raggiunto i monitor, il rover aveva già toccato suolo da quasi 5 minuti.
Ecco, proprio in questo scarto temporale è possibile volare, nell’atmosfera rarefatta, per la prima volta, dove la gravità è fortemente limitata. Seguono segnali che indicano luoghi che non sono la nostra casa, ma una destinazione prescelta. Possibile che non ci sia proprio nessuno, siamo vicini al luogo dove abbiamo scelto di andare. La distanza che da quel luogo ci separa è incalcolabile. Può trattarsi solo di una strada, o di un intero mondo di distanza. Vedremo quali altre immagini ci raggiungeranno o quali altri scenari fantascientifici invaderanno il nostro immaginario.

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La fantascienza è ormai fonte di memoria imprescindibile per ricordare il futuro. In Cina la fantascienza è diventata come la diplomazia. Abbatte confini, apre frontiere. Così il governo ha iniziato a sponsorizzarla, grazie ai successi in Occidente di Ted Chiang con “Respiro”, edito da Frassinelli, e di Hao Jingfang di “Pechino pieghevole”, Add editore. Inoltre, il premier Xi Jinping ha finanziato di recente il progetto “Co-creation”: dodici autori lavoreranno con un cyborg, per inventare algoritmi dell’imminente era stellare. La corsa alla via lattea è iniziata. Ma quei 5 minuti circa di “vuoto” rendono il luogo conquistato privo di ciò che ne faceva la meta. Ha perso il suo territorio di esperienza. Nel singolo presente, nel tempo digitale, non si può rinvenire né fissare alcun dove. Si faranno i rilevamenti in un’altra dimensione temporale. L’eterno è ora. Non è qualcosa che ci attende, bensì qualcosa che incontriamo in quegli istanti brevi e tuttavia senza tempo in cui tutto accoglie tutto e nessuno scambio è inadeguato. Quindi i marziani, con tutta probabilità, siamo noi: ma ancora non sappiamo se sia perché veniamo davvero da lontano, o invece perché siamo proprio unici e, in mancanza di meglio, dobbiamo recitare anche la parte degli alieni.
“Ci sedemmo dalle parte del torto, perché tutti gli altri posti erano occupati”. Ecco, Bertold Brecht citato nel discorso alla Camera di Giorgia Meloni, nel giorno del voto alla fiducia per il Governo Draghi. A distanza di pochi giorni, due eventi che segneranno diversamente la nostra esistenza, perché la Terra, del resto, non sembra più un pianeta confortevole: pandemia, collasso ambientale, conflitti, Meloni su Marte. Volgergli le spalle e cercare altre frontiere sembrerebbe essere l’unica soluzione per scongiurare l’estinzione. E se la Terra decidesse di lasciare l’orbita abituale, per viaggiare verso un altro sistema? Se la stessa Terra diventasse il barattolo di latta che David Bowie intonava nel 1969? A quel punto, partirà ancora una volta la corsa retro futurista sul revisionismo storico, e sul linguaggio della propaganda di ieri e di oggi che ci permetterà di galleggiare sul Pianeta Rosso dentro e bianco fuori. “O Marte, o morte!!!”. “O Congo, o morte!!!”. All’improvviso un nuovo mondo ed partita la corsa allo spazio privato…

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