CANNES 65 – Incontro con Nicole Kidman

nicole kidman in the paperboy
L'attrice australiana e' a Cannes per The Paperboy ed Hemingway & Gellhorn di Philip Kaufman. Parla della maggiore ricchezza dei ruoli femminili nel cinema indipendente, della propensione a superare i propri limiti, di Lee Daniel e Precious, della capacita' di Zac Efron a entrare nella pelle del personaggio e infine della sua curiosita' come attrice che vuole sperimentare sempre qualcosa di nuovo e non essere etichettata con ruoli che si ripetono 

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nicole kidman in the paperboyE' stato difficile per lei girare la prima scena, quella di seduzione del personaggio che si reca in prigione?

Curiosamente no, non e' stato difficile. C'e' stato bisogno certamente di identificarmi nel personaggio. Non ho voluto vedermi interpretare questa scena. John Cusack e io non ci siamo incontrati prima ma proprio durante il film. E' stato meglio perche' eravamo piu' liberi. Bisognava dare un aspetto molto crudo al mio ruolo in modo cosi' da confrontarsi con momenti pericolosi. Ero pronta e del resto sono stata l'ultima ad essere contattata per questo film. Avevo gia' conosciuto Lee Daniels proprio quando stava facendo la promozione di Precious, film che ho amato molto. E cercavo una parte che mi permettesse di superare i miei limiti. Lee, con The Paperboy, me l'ha permesso. Mi sono sentita molto a mio agio. Al momento non ho ancora visto il film. Il mio compito e' quello di entrare nella pelle del mio personaggio, non di giudicarlo.

Trova che oggi, rispetto alla produzione media hollywoodiana, si trovino dei personaggi femminili piu' interessanti in film piu' indipendenti?

Si, posso essere d'accordo. Bisogna intanto definire il genere 'film indipendente'. In questo tipo di produzioni molte volte e' difficile trovare i finanziamenti e quando questo accade avete gia' la fortuna di portare a termine il progetto. Pero e' vero, oggi  i personaggi piu' interessanti si trovano proprio in questo tipo di film.

Durante la lavorazione, guarda il girato giornaliero?

No, non lo faccio mai.

Come si e' trovata a lavorare con Zac Efron?

Sono stata colpita dalla sua capacita' di entrare nella pelle del personaggio. E poi c'e' stata anche molta improvvisazione tra di noi, ho avuto l`impressione che eravamo proprio un gruppo affiatato a lavorare con Lee.

Charlotte come e' stata costruita?

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nicole kidman e zac efron in the paperboy

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Mi ha aiutata molto parlare con Lee. Lui mi ha detto subito: "Non abbiamo soldi, bisogna che tu faccia te stessa". E allora ho risposto: "Ok Lee, va bene". Sono andata in bagno, ho sistemato trucco e capelli, ho scattato qualche foto e l'ho mandata a Lee. Ecco come le cose sono cominciate. Poi ci sono delle cose che non si possono raccontare… Non abbiamo avuto il tempo per ripetere le scene, per fare grandi cose a livello di preparazione.

Ci sono per' anche dei momenti divertenti che caratterizzano Charlotte…

Lee ha molto humour. Girare un film e' del resto come attraversare un labirinto dove si esplorano differenti aspetti. Da qui escono dei momenti oscuri ma anche piu' leggeri e divertenti ed e' cosi' che si scopre gradualmente il personaggio. E poi Lee ride parecchio.

Lei e' qui a Cannes con due film. Un ruolo eccessivo in The Paperboy e poi Martha in Hemingway & Gellhorn di Philip Kaufman. Che differenza c'e'?

E' proprio questa una cosa che mi piace del mestiere di attrice, quella di cercare il contrasto. Durante la mia infanzia avevo molta immaginazione e poi ho scoperto che c'era un mestiere che permetteva di esprimerla, la recitazione. Amo essere dei personaggi differenti. Non voglio essere etichettata con dei ruoli che sono sempre quelli. Ed e' questa curiosita' nel cercare cose diverse che mi permette di lavorare anche alla mia eta'. Se non avessi ancora questa curiosita', questo desiderio, allora e' meglio smettere.

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