"Chiamata senza risposta", di Eric Valette
Ulteriore instant remake del filone j-horror che scivola in tutte le trappole del caso, fin quasi al ridicolo involontario. Senza necessità di perdersi in discussioni sull’imperialismo mediatico hollywoodiano, questa volta è davvero troppo, anche per uno spettatore disinteressato alle politiche produttive. Cast spento e anche il botteghino Usa non ha risposto con grande entusiasmo
L’originale, The Call – Non rispondere (2003), era tratto da un romanzo di Yasushi Akimoto – inedito in Italia – e aveva significato l’esordio nel circuito mainstream per l’eterno genio indipendente Takashi Miike. Il successo era stato tale da garantire due seguiti e una serie televisiva di contorno. Anche se la storia non si discostava dal modello formale di The Ring e Kairo/Pulse, l’atmosfera malsana e l’acume narrativo di Miike ne avevano garantito la resa emotiva, contrapponendo alla tensione delle inquadrature una rete di relazioni tragiche dal sapore mélo. Questa alchimia si perde completamente nella riproposizione. Andrew Klavan, scrittore di thriller morbosi e sceneggiatore su commissione, che si è occupato di trasbordare ritmi e contesto, conserva solo la superficie di genere. La conduzione di Valette si fa automatica, priva di mordente, limitandosi a qualche inserto bianco e nero, a trucchi che sembrano usciti da un party di Halloween di vecchie glorie e all’esorcismo di un cellulare impazzito, in una chiesa, che scivola nel ridicolo involontario. Un connubio indifendibile. Nota di colore: a Shannyn Sossamon non è bastato Catacombs e tenta un ulteriore suicidio artistico, surclassata peraltro dalla narcolessi impacciata di Edward Burns e da un nutrito cast di spenti comprimari, spolpati per attrarre le platee di teenager. Il botteghino Usa non ha risposto con grande entusiasmo.
Titolo originale: One Missed Call
Regia: Eric Valette
Interpreti: Shannyn Sossamon, Edward Burns, Ana Claudia Talancón, Azura Skye, Meagan Good
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 86’
Origine: Usa, 2008