DVD – “I racconti di Canterbury”, di Pier Paolo Pasolini
Pasolini sceglie nove delle ventidue novelle firmate da Chaucer, per officiare una celebrazione della vita nelle sue forme più impetuose e istintuali. Così come nelle altre due opere della Trilogia della vita, i temi rappresentati sono il sesso, l’amore e la morte. Ma a trionfare è la sessualità, autentica protagonista di questa pellicola, che del corpo e delle sue vitalistiche esibizioni tesse un vero e proprio elogio. Appena sufficiente il DVD distribuito dalla Sony Pictures Home Entertainment
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Anno: 1972
Durata: 115’
Distribuzione: Sony Pictures Home Entertainment
Genere: Commedia
Cast: Pier Paolo Pasolini, Vernon Dobtcheff, Ninetto Davoli, Laura Betti, Hugh Griffith, Josephine Chaplin, Franco Citti, Alan Webb
Regia: Pier Paolo Pasolini
Formato DVD/video: 1.85:1 Panoramico – anamorfico 16:9
Audio: Italiano Dolby Digital 1.0
Sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra:
IL FILM
Un tripudio di natura per un’esaltazione della corporeità e della sessualità. È la cifra stilistica che caratterizza I racconti di Canterbury, il secondo film della Trilogia della vita firmata da Pier Paolo Pasolini nei primi anni Settanta. Se per la prima opera l’ispirazione proveniva dal Decameron di Giovanni Boccaccio e per la terza e ultima dalle novelle arabe raccolte ne Il fiore delle Mille e una notte, il lungometraggio centrale della trilogia attinge direttamente dalla penna del poeta inglese Geoffrey Chaucer per adattare al grande schermo quello che è considerato il suo capolavoro, una raccolta di racconti pervenuta incompleta, scritta dal letterato sul finire del 1300 e ispirata al Decamerone di Boccaccio.
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Pasolini sceglie nove delle ventidue novelle firmate da Chaucer, per officiare una celebrazione della vita nelle sue forme più impetuose e istintuali. Così come nelle altre due opere della trilogia, i temi rappresentati, più che trattati, sono il sesso, l’amore e la morte. Quest’ultima incombe, con la sua aurea sinistra, su quasi tutti gli episodi del film e, nonostante sia spesso cruenta (un uomo accusato di sodomia bruciato vivo su pubblica piazza, un altro impiccato), impersonata dal diavolo (incarnato da un misterioso Franco Citti nell’episodio più surreale e affascinante dell’intero film) o raffigurata in maniera irriverente all’Inferno, appare anch’essa del tutto naturale, genuina, pronta a lasciare spazio ad altra vita e nuovi godimenti (come ben rappresentato nel Racconto della Donna di Bath, dove il funerale del marito è subito seguito dal nuovo matrimonio della vedova, tratteggiato in chiave macchiettistica). Molto probabilmente la naturalezza estrema della morte è diretta conseguenza del trionfo della sessualità, autentica protagonista di questa pellicola, che del corpo e delle sue vitalistiche esibizioni tesse un vero e proprio elogio. Per il regista, non c’è peccato nel sesso, né senso di colpa, ma solo sano godimento (la cui rappresentazione esplicita ha fatto fioccare sul film denunce per pornografia e oscenità).
Questa apologia della corporeità ben si adatta alla scelta di un’ambientazione storica in cui le sofisticate e complicanti sovrastrutture della moderna società dei consumi non trovano spazio. Il Medioevo chauceriano, valorizzato dall’accurata e splendida scenografia di Dante Ferretti e dalle musiche curate da Ennio Morricone (melodiosi e semplici richiami a canzoni popolari inglesi medievali e rinascimentali), è visto da Pasolini come un’epoca che esalta la genuina naturalezza e vitalità del corpo e dei suoi bisogni, non conoscendo i falsi pudori e il viscido moralismo dei benpensanti borghesi. Gli eroi pasoliniani sono contadini, artigiani, gente semplice, umile, magari anche rozza ma autentica, incarnazione di un erotismo potente e liberato. La presenza di tali personaggi allontana da questo film i toni gravi e nichilisti delle opere precedenti e permea I racconti di Canterbury di un’ironia (come nell’omaggio a Charlie Chaplin nel simpatico personaggio interpretato da Ninetto Davoli) e di una leggerezza che costituiscono le cifre distintive anche degli altri due capitoli della trilogia. Del resto, come scrive un soddisfatto Chaucer alla fine della pellicola, le novelle sono state raccontate solo per il piacere di raccontarle. Ciò non impedisce al regista di imbastire un richiamo alla critica sociale di cui sono intessuti tutti i suoi lungometraggi e che qui prende le forme della denuncia dell’avarizia che corrompe le coscienze, anche quelle di chi (la Chiesa cattolica) vende promesse di liberazione dal peccato (la pratica delle indulgenze).
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Il DVD, prodotto dalla Dall’Angelo Pictures e distribuito dalla Sony Pictures Home Entertainment, ha una qualità appena sufficiente. I problemi iniziano già con l’immagine, a tratti sgranata e rovinata da graffiature. I danni apportati dal tempo sono evidenti anche nei colori, meno vividi rispetto all’originale. Neppure l’audio si presenta in condizioni ottimali: una leggera ma fastidiosa gracchiatura si mantiene costante per l’intero film, in particolare quando dai dialoghi si passa alla musica e al canto. Un’altra nota dolente è l’assenza di contenuti extra. Il formato video è disponibile in 1.85:1 e in 16:9. Limitata al target nazionale la scelta della lingua: italiano 1.0 Dolby Digital. Disponibili i sottotitoli in italiano per non udenti.