Kenneth Anger è morto all’età di 96 anni. Nato il 3 febbraio 1927, già da molto giovane comincia ad avvicinarsi al mondo del cinema, con un grande cura per i temi dell’enigmatico e del sovrannaturale. La sua prima pellicola fu il discusso Fireworks del 1947 che arrivò ad attirare l’attenzione persino di Jean Cocteau. Fireworks rappresenta solamente uno dei primi di una lunga serie di opere del regista, le quali sono considerate tra le più sperimentali nella storia del cinema. Questa ricerca sui linguaggi si manifesta attraverso l’assenza di dialoghi, l’utilizzo del formato 16 mm per le riprese, la durata variabile dei cortometraggi (da 3 a 30 minuti), allusioni esoteriche e una chiara visione iconoclasta del glamour di Hollywood. In aggiunta alla sua affinità per l’occulto, la focalizzazione sulle evocazioni oscure e la vicinanza all’esoterismo, Kenneth Anger è stato uno dei primi registi a dichiararsi apertamente omosessuale nell’era classica di Hollywood. I suoi film “maledetti” esplorano senza reticenze tematiche come il feticismo, le perversioni erotiche e la masturbazione esplicita. Vicino anche alla cultura dei bikers, nel 1963 ha realizzato Scorpio Rising, opera acclamata perfino da registi come Martin Scorsese e David Lynch. Questa pellicola sperimentale si avvicina non solo all’omosessualità, ma anche a interazioni controverse tra cattolicesimo e nazismo. Come in molti film di Anger, Scorpio Rising sostituisce i dialoghi con numerose canzoni pop, tra cui brani di Elvis Presley e Ray Charles. Come molti altri registi nella storia del cinema, Kenneth Anger è stato considerato controverso, trasgressivo o semplicemente scomodo da chi semplicemente era spaventato dalle tematiche che esplorava con gran gusto provocatore. Scorpio Rising venne infatti giudicato un sopruso al pudore ed esposto a censura. Una delle creazioni più famose e controverse di Kenneth Anger va al di là del mondo del cinema: si tratta di Hollywood Babilonia, una serie di due volumi (uno pubblicato nel 1958, censurato fino al 1980, e un successivo nel 1984), caratterizzata da rievocazioni sia raccapriccianti che esplicite, relativi gli argomenti “scomodi” di Hollywood che vengono deliberatamente ignorati o evitati di essere discussi apertamente, come la morte di Marilyn Monroe. Tra le sue ultime apparizioni lo ricordiamo nel video musicale dell’attore James Franco nel singolo Love in the old days.