Focus sul Cinema Indigeno Brasiliano al BFF 2024

Dal 12 al 21 aprile il Bolzano Film Festival dedicherà un focus al cinema indigeno brasiliano, tra film di finzione e documentari. Ospite il cineasta indigeno Takumã Kuikuro

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La 37ª edizione del Bolzano Film Festival (dal 12 al 21 aprile 2024) ci porta in Brasile, ad esplorare territori e culture che meritano tutta la nostra attenzione.
Un cinema che vuole salvare la memoria, la cultura delle popolazioni indigene e non dimentica certo discriminazioni e sofferenze alle quali sono state sottoposte. Di cineasti che vedono nell’atto di riprendere delle immagini un momento di resistenza e di resilienza”, ha dichiarato Vincenzo Bugno, direttore artistico del festival. Il FOCUS – Cinema Indigeno Brasiliano si sofferma soprattutto sulle forme documentarie, ma non mancano i film di finzione. Sei programmi suddivisi in tre blocchi dove troviamo singoli artisti o collettivi indigeni, e registi e registe non indigeni appassionati a queste tematiche.

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Il primo programma si concentra sul lavoro di Takumã Kuikuro, che sarà ospite al festival. Appartenente al popolo Kuikuro, cresciuto nella riserva indigena di Xingu nella foresta amazzonica brasiliana, è co-autore del lungometraggio The Hyperwoman (As Hiper Mulheres), insieme a Carlos Fausto e Leonardo Sette. Una testimonianza di un arcaico rituale quasi tutto al femminile: i registi seguono Kanu, l’unica donna kuikuro che ricorda tutte le canzoni da eseguire nel rito delle “iperdonne”. Di Takumã Kuikuro è anche il cortometraggio Febre da Mata (Jungle Fever), dove vediamo uno sciamano e la sua famiglia imbattersi in un giaguaro durante una battuta di pesca.

Il cinema dei realizzatori e delle realizzatrici indigeni ed indigene è protagonista del secondo programma. Rituali di riverenza per i defunti; sciamani che guidano esperienze oniriche; tecniche di pesca indigena; il mondo degli spiriti; tra documentari e finzione lo spettatore entra nel quotidiano di queste culture. Quattro cortometraggi e un mediometraggio documentario: ABDZÉ WEDE’O – VÍRUS NÃO TEM CURA? di Divino Tserewahú, dove seguiamo il leader del villaggio Sangradouro durante l’esperienza pandemica del Covid-19. Attraverso lo sguardo di Tserewahú scopriamo la cultura xavante e i rituali del lutto.

Il terzo programma presenta i lavori di Zahy Tentenhar e Denilson Baniwa, autrice e autore al confine tra il cinema e le arti visive. Denilson Baniwa è tra i curatori del padiglione brasiliano della 60a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Il suo cortometraggio in programma, COLHEITA MALDITA (CURSED HARVEST), denuncia il disastroso progetto ideato dall’attuale presidente Jair Bolsonaro sull’avanzata dell’agrobusiness nelle foreste. I due cortometraggi di Zahy Tentenhar, AIKU’È ZEPÉ e KARAIW A’E WÀ / OS CIVILIZADOS riflettono sul corpo e sul caos lasciato dalla cosiddetta “civiltà”. Il terzo programma è reso possibile grazie alla collaborazione con il regista Felipe Bragança. Suo il cortometraggio ZAHY, codiretto dal giovane leader indigeno Zahy Guajajara. Ci portano a Rio de Janeiro, nell’ex Museo Indigeno, che rischia di essere demolito.

Nel Focus troviamo anche tre lungometraggi di registi e registe non indigeni. CROWRÃ (THE BURITI FLOWER) di João Salaviza & Renée Nader Messora, si concentra sul popolo Krahô. È una testimonianza contro la rimozione: un massacro dei loro antenati da parte dei “cupe” (i bianchi) viene ricordato come un evento di formazione dell’identità.
A FEBRE (THE FEVER) di Maya Da-Rin, segue invece il popolo indigeno Desana. Il protagonista, Giustino, lavora come guardia di sicurezza al porto merci nella città industriale di Manaus, circondata dalla foresta amazzonica.
MARTIRIO di Vincent Carelli, Tatiana Almeida, Ernesto de Carvalho: film girato nel corso di quarant’anni che studia le origini del genocidio dei guaraní kaiowá privati della loro terra contro i potenti colossi dell’agrobusiness.

Potete trovare il programma completo del Bolzano Film Festival qui.

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