inizioPartita. Cosplayer: la massima forma di amore per l’arte celebra i videogames

i costumi che gli appassionati creano e indossano per celebrare gli eroi di manga e anime: il mondo dei cosplayer ormai ama celebrare anche i diversi personaggi che i videogames più moderni offrono

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Il Romics Cosplay Award, svoltosi a aprile, ha raccolto Cosplay da tutta Italia e quest’anno ha visto come trionfatore assoluto Andrea Cangiamila con il suo costume di Raiden-White Armor “Jamais vu” version tratto da Metal gear solid 5: ground zeroes. Questa vittoria, insieme alla inedita formula del concorso per gruppi di quest’anno, mostra come il mondo dei cosplayer ormai ami celebrare non solo i personaggi di manga, anime, e pellicole di successo, ma anche i diversi personaggi che i videogames più moderni offrono.

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Allo stato attuale i videogames non sono più considerati un’arte, sono un’arte a tutti gli effetti e come tale sono riconosciuti a tutti i livelli. Anche gli utenti finali lo hanno compreso, e questo spiega non solo il motivo della richiesta di prodotti di sempre maggiori qualità e completezza, ma anche le diverse attività che, i fruitori, mettono in piedi per celebrarli. L’ultima edizione del Romics, svoltosi alla fiera di Roma, è stata l’ennesimo tributo che, i fan italiani dei videogames, hanno voluto regalare agli autori delle loro opere preferite, e lo hanno fatto come solo i cosplayer sanno fare, divenendo essi stessi i loro eroi.

Il cosplay, ormai sdoganato dai pregiudizi del grande pubblico, è una pratica abbastanza comune. Il nome di questa “arte che celebra l’arte” è la fusione dei termini “costume” (costume) e “play” (gioco o interpretazione) e indica i soggetti che confezionano e indossano il costume di un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e interpretando anche il suo modo di agire. I primi cosplayer comparvero in negli Usa nel 1939 con il futuristicostume indossato da Forest J. Ackerman, ma il termine fu coniato solo nel 1984 dal reporter giapponese Takahashi Nobuyuki. La svolta mondiale del cospalyer arrivò però solo nel 1995 grazie a un “ardito” un gruppo di ragazzi di Tokyo, che invase la città con indosso i costumi della serie Neon Genesis Evangelion.

Oggi questo fenomeno ha portato all’organizzazione di centinaia di manifestazioni in tutto il mondo. Al Romics 2016, però, siamo stati testimoni di quanto sopra accennato. La moltiplicazione dell’offerta di giochi e console, e la polverizzazione dell’offerta con l’accesso al mercato di centinaia di titoli ogni anno, ha costretto le case, che progettano giochi, a alzare l’asticella con prodotti sempre di più articolati e curati. Il mondo dei cosplayer, una comunità internazionale di sognatori, non poteva restare insensibile a questa crescita. Ecco il motivo della presenza, sempre più massiccia, di costumi ispirati ai personaggi dei videogames, e della decisione della direzione del Romics 2016 di dividere il concorso in quattro categorie. Nella sezione gruppi accanto a anime e manga, supereroi americani e cinema d’animazione e fantasy, quest’anno gli amanti dei videogames hanno avuto uno spazio tutto loro, che ha visto alla fine trionfare come miglior gruppo videogames i cosplayer di Archlord.

In una economia in crisi, una risposta così positiva e forte, verso un mercato così difficile e competitivo come quello dei giochi per console e pc, mostra come, indipendentemente, dal numero di games gratuiti e basso costo, che oggi sono disponibili su tutti i cellulari e tablet, i prodotti di qualità, e le console che li supportano, sono ancora la colonna portante di quella che ci piace pensare essere l’ottava arte, l’arte figlia della digitalizzazione del XXI secolo.

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